GAME OVER

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- Devi scappare. -

- Eh? -

- Subito. -

- Eh? -

- Ti sarei grato se la smettessi. -

- Ok, scusa. -

- Devi andartene prima che lei arrivi. -

- Lei chi? -

- La strega. -

- ...EH?! -

- È proprio più forte di te, eh? -

- Scusa ancora... -

- Comunque parlo di Akari. -

- Perché ce l'avete tutti con lei? -

- Come fai tu a non avercela con lei, semmai! -

- Vabbè, a volte sará pure un po' fastidiosa, ma di qui ad odiarla... -

- Ti tiene prigioniera. -

- Guarda che io non sono in gabbia. -

- Parlo di questo mondo! Tutto il mondo nel quale ti trovi è una trappola! -

- Eh? -

- Io ci rinuncio... -

- Aspetta, che intendevi dire? -

- Ascolta: senti mai una strana sensazione? Come se d'un tratto tutto si offuscasse? E fai mai strani sogni? Sogni che sembrano veri in tutto e per tutto? -

- Scusa se ti interrompo, ma posso farmi una foto con te? -

- Eh? -

- Vedi, il tuo cosplay di Klint è davvero incredibile e io sono una grande fan di quel gioco, quindi... -

- ...Sai, se fosse per me quasi quasi ti lascerei al tuo destino... -

- Allora? -

- Ma lo capisci sì o no che c'è in gioco la tua vita!? -

- No. -

- Bene, allora te lo dico io: se non fai qualcosa all'istante, quella strega ti terrà imprigionata qui per sempre! -

- ...Eh!? -

- Sai che ti dico? Cavatela da sola... -

- No, aspetta! Spiegami meglio... -


-


"Quanto ci mette?" Pensò la bionda mentre in punta di piedi usciva dalla sala.

Si voltò, controllando se i gemelli l'avessero notata, ma erano troppo impegnati a litigare per fare caso a lei.
Inoltre c'erano anche molte altre persone lì e il loro chiacchiericcio, unito al loro via vai continuo, aiutò la ragazza a uscire passando completamente inosservata.

Si diresse in fretta verso i bagni, pensando di avere finalmente l'occasione di restare almeno per un po' da sola con Amaya.

Di sicuro non si sarebbe mai aspettata di incontrare lì, oltre alla mora, anche un altro ragazzo di sua conoscenza.

Era alto e anche piuttosto robusto, dimostrava all'incirca diciotto o diciannove anni. Aveva la pelle leggermente abbronzata e i capelli corti e castani, ma quasi tendenti al biondo, mentre gli occhi erano marroni. Inoltre portava un po' di barba, anche se non eccessivamente.

"Cosa ci fa lui qui!?" Pensò Akari quando lo vide.

Aveva un'espressione allarmata, non quella calma alla quale la ragazza era abituata, e in quel momento stava dicendo qualcosa ad Amaya, la quale lo osservava quasi come se avesse avuto davanti un fantasma.

Akari sapeva cosa le stava dicendo.
Lo sapeva fin troppo bene.

- Amaya! - Esclamò affrettandosi verso di loro.

Sperava solo che non fosse troppo tardi.

- Akari! - Esclamarono Amaya e Klint in coro voltandosi verso di lei.

Il moro rivolgendole uno sguardo allarmato e diffidente al tempo stesso, mentre la mora con un'espressione confusa e spaventata. Quasi si sentisse in qualche modo tradita da lei.

- Vai. - Mormorò Klint a bassa voce, in modo che solo Amaya potesse sentirlo.

La ragazza però esito, quasi che improvvisamente le sue gambe avessero deciso di darle il bel servito e di non rispondere più ai suoi comandi.

- Vai! - Gridò allora il ragazzo, spingendo la mora dietro di sé, come a incitarla a correre via.

- Klint! - Gridò intanto una voce alle sue spalle.

Ma la bionda non ci fece caso, troppo impegnata ad osservare Amaya per farvi attenzione.

La mora esitava, quasi non avesse ancora capito bene cosa stesse accadendo. La fissava con uno sguardo supplichevole, quasi sperasse che tutto d'un tratto lei scoppiasse a ridere, rivelandole che si era trattato solo di uno scherzo. Un enorme, orribile scherzo.

La bionda però serrò le labbra, continuando a tenere gli occhi fissi in quelli dell'altra.

Sapeva.

Alla fine glielo avevano detto, o meglio, Klint glielo aveva detto.
Aveva fatto male a non considerare anche lui, nonostante non si sarebbe mai aspettata che alla fine sarebbe arrivato. Non aveva mai neanche considerato quella possibilità.

Le gambe le oscillarono leggermente, non sarebbe dovuto succedere, niente di tutto ciò sarebbe dovuto succedere.

Poi però si ricordò di una cosa e così, mentre Amaya era ancora in preda alla confusione e gli altri tre le correvano incontro nell'agitazione più totale, lei scoppiò a ridere.

Rise a pieni polmoni, come non faceva da secoli.
Dire che per lei questo fosse stato liberatorio sarebbe dire poco.

Si chiese perché si stesse preoccupando tanto.
Si chiese come avesse fatto a temere davvero che loro rovinassero tutto.
Si chiese se alla fine sarebbe davvero riuscita ad ottenere ciò che voleva.
Si chiese se Amaya, ancora ferma al centro della sala e intenta ad osservarla con uno sguardo che era un misto tra il sorpreso e il perplesso, sarebbe mai riuscita a ricambiare i suoi sentimenti.

"Dopotutto questo è il mio mondo..."

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