Non credi che sarebbe bellissimo?

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- Stai bene adesso? -

- Sì, grazie. - Annuì la ragazza sorseggiando la sua cioccolata.

- Mi dispiace per mia sorella, io glielo dico sempre che è troppo irruenta. - Sospirò l'altro mentre girava il cucchiaino nel suo tè.

- Tranquillo, non ce l'ho con lei... - Ribatté Amaya alzando le spalle.

- Anche se ti ha sfondato la porta? - Ribatté Yukio sorpreso.

- ...Oh... Giusto... Me l'ero quasi dimenticato... -

- Ops. -

Per un attimo scese il silenzio, ma poi, quando i due incrociarono nuovamente gli sguardi, scoppiarono a ridere nel medesimo istante.

- Comunque... Cosa intendeva ieri quando ha detto di volermi salvare? -

- Ne parleremo in futuro... - Rispose Yukio oscurandosi leggermente in viso.

- È una faccenda seria? - Chiese la mora sorpresa.

- Sì, abbastanza. - Annuì lui.

- Mi dispiace per come mi sono comportata oggi... E anche ieri... -

- Figurati, non ti biasimo affatto. - Ribatté lui alzando le spalle. - Chiunque si sarebbe comportato così nel ritrovarsi aggredito a quel modo. Non ti ha dato neanche il tempo di capire cosa stesse succedendo... -

- Com'è che voi due odiate tanto Akari? -

- È una lunga storia, vedi... Io... Insomma... -

- Aspetta, fammi indovinare: c'entra per caso con quella cosa che adesso non mi potete dire? -

- Sì, esatto. - Sospirò il ragazzo chinando leggermente il capo.

- Lo immaginavo. - Rise la ragazza portandosi nuovamente la tazza alle labbra. - Voi tre siete la parola "segreto" fatta persona. -

- Immagino che anche tu ne abbia. - Contestò il corvino alzando le spalle.

- Eh? - Ribatté lei presa alla sprovvista.

- Insomma, se ti sei chiusa in casa per un anno intero, qualcosa dovrà pur essere successo, no? -

- No. - Rispose semplicemente lei, scoppiando poi a ridere di fronte all'espressione incredula del ragazzo.

- Come sarebbe a dire? - Ribatté lui allibito.

- Ecco... La verità è che non è successo proprio niente. - Disse lei nuovamente. - Non ho storie strappalacrime da raccontarti o un passato tragico che non mi fa dormire la notte... È successo e basta. -

- Ma... La tua paura per le persone, allora? -

- Quella è venuta proprio perché sono rimasta isolata per un anno, non è stata la causa che mi ha fatto diventare hikikomori. -

- E allora com'è successo? -

- Vedi, nella città da cui vengo io le scuole non sono tanto buone, così un anno fa i miei genitori mi hanno proposto di venire a vivere qui durante gli studi. Avrei dovuto fare l'iscrizione da sola, però. La scadenza era esattamente il trenta agosto alle due del pomeriggio. -

- E tu non hai voluto farla? -

- Non esattamente. - Ribatté lei. - La verità è che il giorno prima ero rimasta a giocare ai videogiochi fino a tardi, così quando mi sono svegliata erano già le tre. -

- Spero che tu stia scherzando! - Esclamò il ragazzo strabuzzando gli occhi.

- Sono serissima. - Ribatté lei prima di scoppiare nuovamente a ridere. - Dopo l'accaduto ero nel panico più totale, non avevo proprio la più pallida idea di come dirlo ai miei genitori, così quando quella sera mi hanno chiamato per chiedermi se era filato tutto liscio, ho mentito dicendo di sì. Ho pensato di passare qualche giorno in casa per riflettere su come risolvere la situazione. Nel frattempo ho iniziato a ordinare da mangiare anziché uscire e andare a comprarmelo direttamente, è uscito qualche nuovo videogioco e... Insomma... Ecco come sono diventata hikikomori. -

- Questa... Questa è la storia più stupida che io abbia mai sentito... -

- Benvenuto nel mio mondo. -

- Quindi in pratica eri una persona perfettamente normale, con una buona vita sociale, dei voti scolastici nella media e un ottimo futuro davanti quando poi un giorno, solo per aver dormito un'ora di troppo, sei diventata hikikomori? Praticamente ti sei creata i problemi da sola!? -

- Sì, proprio così. - Annuì la ragazza mentre Yukio ancora cercava di capacitarsi di quanto appena scoperto.

- E... Insomma... Non hai mai provato nostalgia per la vita che conducevi prima? -

- Scherzi, vero? - Ribatté la ragazza sbalordita. - Quest'anno è stato il migliore della mia vita! Niente problemi, niente scuola, niente contatti sociali... Solo io, il frigo, i manga e i videogiochi... Cosa si può volere di più dalla vita? -

- Ma presto i tuoi genitori vorranno sapere quale università vuoi frequentare, o quando ci sarà la cerimonia del diploma... Questa storia non può continuare per sempre! -

- Forse hai ragione. - Sospirò Amaya poggiando poi una guancia sulla mano. - Ma sarebbe di sicuro fantastico se potesse accadere davvero. -

- Non sentiresti nostalgia per i tuoi amici? -

- Non li ho... Anche prima non avevo una grande vita sociale, nonostante non fossi affatto antropofobica. -

- I tuoi genitori allora? -

- Non abbiamo mai avuto un grande rapporto. - Ribatté scuotendo le spalle. - Poi sai, giusto un paio di mesi prima che mi trasferissi, i miei hanno divorziato, quindi immagino che adesso abbiano altro di cui occuparsi... -

- Obbiettivi per il futuro? -

- Niente. - Rispose prima di scoppiare a ridere. - Sai, senza offesa, ma parlare con te mi sta facendo sentire una completa fallita... -

- ...Mi dispiace... -

- No, ecco... A questo punto, tu dovresti dire qualcosa del tipo "Forse perché lo sei?" -

Per tutta risposta Yukio le rivolse uno degli sguardi più seri che la mora avesse mai visto in tutta la sua vita.

- La comicità non fa proprio per te, eh? - Commentò ridacchiando leggermente.

- Quindi cos'hai intenzione di fare? - Ribatté il corvino.

- Non lo so. - Rispose lei sospirando.

Poi scese nuovamente il silenzio, finché Amaya non parlò nuovamente. Il mento poggiato sul dorso della mano e lo sguardo rivolto verso la finestra.

- Non credi che sarebbe bellissimo?  -

- Cosa? -

- Se il tempo si fermasse. Adesso, in questo preciso istante, e io, tu... E sì, anche quelle sceme di Akari e Reiko, potessimo continuare a vivere così... Per sempre... Non credi che sarebbe bellissimo? -

- Già. - Rispose Yukio forzando un mezzo sorriso. - Sarebbe proprio bello. -

GAME OVER //Yuri//Where stories live. Discover now