- Ehi Amy. -
- Non chiamarmi Amy. -
- Ehi Amy-chan. -
- Non chiamarmi Amy-chan. -
- Amy-tan? -
- ...Vada per Amy. - Sospirò alla fine la mora. - Comunque, che vuoi? -
- Volevo solo sapere se continuerai a usare quell'ombrello ancora a lungo. -
- Vuoi per caso che mi sciolga? -
- Non sei un gelato... Esagerata... -
- Affatto. Ancora un po' e sento che potrei svenire di nuovo. -
- Ma è una così bella giornata! Non puoi dire sul serio! -
- Sono serissima. -
- Ma da quanto tempo è che stavi chiusa in casa? -
- Un anno più o meno. -
- Un anno!? - Ripeté l'altra strabuzzando gli occhi.
- Tu non hai proprio idea di cosa sia un'hikikomori, vero? - Sospirò Amaya. - Bè, se lo sapessi di sicuro non mi avresti trascinata qui... -
- Ora che ci penso, tu quanti anni hai? -
- Diciassette. -
- Anche io. - Disse Akari prima di farsi pensierosa. - Scusa, ma tu non dovresti andare a scuola tecnicamente? -
- Anche tu se è per questo. -
- Io ci vado infatti. Ma ora ci sono le vacanze primaverili. -
- Ah... -
- Allora? Non mi hai risposto. -
- Che c'è? Mi hai portata fuori a fare una passeggiata solo per farmi l'interrogatorio? - Ribatté Amaya assottigliando lo sguardo.
- No, no, certo che no. - Rispose l'altra scuotendo il capo. - Se non ti va di rispondere non fa niente. -
E poi scese il silenzio.
Continuarono a camminare per le stradine di quel piccolo parco di quartiere ancora per alcuni minuti, quando Amaya si accorse di qualcosa di strano.
- Ehi, non è curioso che non abbiamo ancora visto nessuno? -
- A quest'ora la gente sarà al lavoro, no? - Ribatté la bionda. - E poi questo parco non ha l'aria di essere molto frequentato. -
Ed effettivamente aveva ragione, anche solo lo scivolo a pezzi e le altalene sganciate ne erano una prova, per non parlare poi delle aiuole lasciate allo sbaraglio e dei cespugli non curati, però era comunque strano.
Di solito c'era sempre qualcuno nei parchi, anche solo di passaggio.- E comunque non dovresti esserne felice? - Disse poi Akari. - Tu non sopporti la gente, no? -
- Sì, effettivamente credo di essere diventata un po' antropofobica... -
Allora Akari scoppiò a ridere e Amaya si voltò di scatto verso di lei, la fronte aggrottata.
- Che c'è da ridere? -
- Bè, non è divertente che tu mi dica che sei antropofobica? Insomma, se lo fossi non potresti di certo parlarmi! -
- Affatto. - Ribatté prontamente la mora. - Io ho paura delle "persone", tu invece dopo quello che hai fatto ai miei videogiochi devi essere di sicuro un mostro, o comunque qualcuno di non umano. -
All'udire quelle parole la risata della bionda si interruppe di colpo e Amaya, che invece aveva iniziato a ridere affrettando il passo, dopo alcuni istanti si fermò a sua volta, sorpresa nel notare che l'altra era rimasta indietro e che con uno sguardo vitreo aveva rivolto gli occhi verso il terreno.
JE LEEST
GAME OVER //Yuri//
RomantiekAmaya è una diciassettene diventata hikikomori da quasi un anno. Ciò significa che ormai non esce più di casa, trascorrendo le sue giornate a guardare la TV, leggere manga e, soprattutto, a giocare ai videogiochi. I videogiochi sono la sua vita, olt...