LUCE

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Berlino: città che aveva fatto la storia nel 1900. Prima la Prima Guerra Mondiale: scatenata dagli austriaci ed espansasi in tutta Europa, vedendo l'Austria e la Germania contro quasi tutto il resto d'Europa. Era stata persa quella battaglia e la Germania era caduta in ginocchio. In seguito era arrivato Mr. Baffo ed aveva tentato un colpo di stato, ma era finito in galera. Quando però prese il potere diventarono cavoli amari e scoppiò la Seconda Guerra Mondiale. Una guerra con troppi morti e senza giustizia. Vi fu, dopo, il muro di Berlino e il suo abbattimento diversi anni dopo. Berlino, una città di storia. Il bel Palazzo del Reichstag, il parlamento tedesco, era sotto di loro e l'isola dei Pavoni laggiù, vicino all'acqua. Jason era in panico da prestazione. Di solito non era così. Normalmente era più calmo e rilassato, ma quella volta no. Sapeva che quello era il suo momento, non poteva fallire. C'era in gioco il mondo. Con lui, c'erano Draco, perchè gli voleva bene a quel ragazzo, e Jacob, che conosceva a malapena. Annabeth stava dando loro le ultime indicazioni per affrontare l'impresa. Era mattina presto, il Sole doveva ancor sorgere e anche se fosse stato già in cielo, i ragazzi non l'avrebbero visto, causa le nuvole grigie che coprivano il cielo. La giornata perfetta. Così, finite le ultime spiegazioni, Annabeth li lasciò andare. Leo li lasciò lì, vicino alla Porta di Brandeburgo, ma abbastanza lontano e in alto, da non poter vedere quello che accadeva laggiù. Erano cose personali, quello che succedeva sulla terra. La sfida era personale, per ogni gruppo di eroi. Percy e Annabeth avevano avuto sia la sfida fisica che mentale: la resistenza, la separazione e l'accetazione; un miscuglio che li aveva resi più forti. Sadie, Butch e Luna avevano dimostrato il loro valore diventando una squadra. Leo, Jo, Logan e Calipso avevano imparato a fidarsi gl'uni degli altri anche se si erano cconosciuti la sera prima. Piper, Alec e Kya, invece, avevano abbattuto ancora di più quella barriere che diceva che anche se sei un figlio dell'amore e della bellezza, tu non possa combattere come un figlio di Ares o Marte. A loro, cosa sarebbe toccato?
Raggiunsero a piedi la Porta di Brandeburgo. Era una grande porta di marmo. Non sembrava una porta, ma più un monumento di trionfo, come quelli che costruivano i romani. Sopra, c'era una statua di bronzo, probabilmente della dea Nike, la vittoria, su un carro trainato da pegasi.
-Ci dobbiamo arrampicare?- chese Draco torturandosi le mani. Jason annuì, afferrò il gancio per l'arrapicata e volò in cima, agganciandolo ad un perno, facendo sì che i due ragazzi potessero salire. I due sembravano scimmie. Draco ci provava, ad arrampicarsi, ma era piuttosto imbranato, anche dopo tutte le ore di allenamento. Jason si ripromise di farlo lavorare di più sul muro dell'arrampicata. Giunsero in cima, i due ragazzi, stanchi e sudati, come se avessero passatp pre a correre sotto il Sole. Jason passò loro una bottiglia d'acqua, che bevvero avidamente.
-Ora cosa dovrebbe succedere?- chiese Draco brusco. Jacob scosse la testa, finendo poi la bottiglia d'acqua. La terra tremò e, con lei l'edificio. Un qualcosa di enorme scese dal cielo. Era un volatile dal piumaggio nero e occhi gialli. Jason afferrò il suo gladius, pronto a combattere. Draco era spaventato, tanto che gli tremavano le mani. Sapeva che la magia non poteva nulla contro i mostri che stavano affrontando e non era pronto per un corpo a corpo. Jacob  sembrava non aver paura e, se ne aveva, non lo dava a vedere. Il corvo, perchè per Jason assomigliava ad un corvo, si appoggiò con le sue zampe giganti e gialle al parapetto del monumento. Aprì il becco nero e parlò:-Semidei dalle menzogne facili, perchè disturbate il mio riposo?
I tre si guardarono confusi. Jason non sapeva chi fosse o che cosa fosse quell'enorme corvo e, una parte di lui, non voleva scoprirlo.
-Allora?- chiese di nuovo il corvo. Fu Jacob a rispondere, inchinandosi davanti alle enormi zampe da volatile:-Siamo qui per ricevere le armi originali di Zeus e Utu. Puoi darci una mano?
-Stolti?- gridò il corvo- Solo chi è libero da ogni bugia può possederle. Per alcune armi bisogna essere forti, per altre intelligenti, altre ancore buoni di cuore. Zeus e Utu sono Dei che governano la legge e l'ordine. Voi, voi figli loro, non avete ancora il loro potere, il loro ordine interiore.
Jason scoppiò a ridere. Suo padre, Giove, o Zeus che si voglia, ordinato? Giove faceva la legge, ma difficilmente la rispettava. Era stato il primo a tradire quel patto che aveva sugellato con i fratelli Ade e Poseidone.
-Cosa ridi semidio?!- girdò il corvo. Jason s'inzittì immediatamente e guardò il corvo negli occhi e gli disse:-Nulla, ma volevo chiederle, mio signore, se fosse possibile sottoporci subito alla prova.
-Vuoi essere sottoposto alla prova, eh figlio di Giove?- chiese avvicinandosi a loro con il becco, gli occhi e tutto. Jason annuì e il corvo si ricompose:-E prova sia! Draco, perdonami per ogni cosa, ma necessito della tua mente e del tuo corpo.
Draco non fece in tempo a protestare che qualcosa, come uno spirito, s'impossessò del suo corpo. Jason fece per avvicinarsi all'amico, poi si ricordò della prova. Non doveva far trapelare nessun'emozione, nessun sentimento. Nessun sovrano l'avrebbe mai fatto, Jason lo sapeva.
-Spiegaci la prova- gli disse, al corvo, Jason. Il corvo si dondolò sulle zampe e disse:-Salvatelo, se riuscite.
Jason aggrottò le sopracciglia, però annuì. Non era una prova degna di Giove. Era confuso, Jason. E mentre Jason cercava una risposta, Draco s'avvicinò al bordo e saltò giù. Jacob urlò, attirandò l'attenzione del figlio di Giove, che evocò i venti e si lanciò all'inseguimento del serpeverde. Draco correrva veloce per le strade di Berlino, mentre Jason lo seguiva come poteva. Sapeva che se avesse sfruttato troppo i suoi poteri poi non avrebbe potuto usarli più, perchè troppo stanco. Correva anche lui, schivando vecchiette con la spesa, turisti che facevano foto e gente al cellulare che non guardava dove metteva i piedi. Sentì qualche vecchietta urlargli contro in tedesco, probabilmente insultandolo. Ad un semaforo, rosso, ovviamente, Jason s'appoggiò sulle ginocchia, cercando di respirare profondamente, preparandosi per riprendere quella corsa che pareva infinta. Cercò Jacob ovunque, ma non lo vide. Quando però una Ferrari rossa si fermò davanti a lui, capì perchè il suo amico non aveva corso con lui. Sorrise e saltò dentro la deccappottabile. Frecciarono per le strade di Berlino, superando i limiti di velocità e passando con il rosso. Quando Jason sentì le sirene della polizia non si meravigliò. Probabilemte avevano tutta la polizia di Berlino dietro di loro. Cercarono Draco ovunque. Erano sicuri che fosse uscito ad parco in cui era entrato, ma l'avevano perso di vista. Jason era proeccupato. Draco sembrava un sonnabulo e Jason non sapeva che cosa fare. Ad un certo punto, Draco si sarebbe acasciato a terra, privo di forze o morente per carenza di zuccheri e acqua. Dovevano agire in fretta.
-Qualche piano, Jason?- chiese Jacob mentre sterzava sbrucamente, evitando una mamma con il passeggino. Jason scoccò un occhiattaccia all'amico:-Ma ce l'hai la patente, te?
-Ti sembro una persona che prende la pantente?- ribettè l'altro. Jason alzò gli occhi. Si ricordò di quando aveva avuto una discussione con Percy sul prendere la patente, poi si era intromessa Annabeth, che aveva chiesto al figlio di Poseidone di ascoltarla un attimo, su una sua ricerca sul cervello. Aveva detto che i semidei usavano il 15% del loro cervello, mentre i mortali solo il 10%, che però i dottori mortali consideravano come 100%. Era per questo che soffrivano di dislessia, deficit dall'attenzione e iperattività, perchè era troppo per un'unica persona. Jason ricordava anche quando Annabeth aveva detto che in uno stato di sonnabulismo, un semidio non andava svegliato, a meno che non ne andasse della sua vita. Aveva aggiunto altro, ma Jason non ricordava. Perchè si era addormentato? Perchè non aveva prestato attenzione, dannazione!
-JASON!- urlò Jacob-Trova una soluzione, porca miseria!
-Ci sto provando! Annabeth una volta aveva parlato di sonnambulismo, ma non mi ricordo cosa disse- esclamò Jasob portandosi le dita alla testa.
-Amico, non credo che quello sia sonnambulismo. James saprebbe cosa fare. Lui ha la magia!
Schiavarono le macchine che arrivavano verso di loro.
-Facciamo il punto: Draco è posseduto, io e te siamo su una Ferrari e la polizia tedesca ci insegue. Forse Annabeth si arrabbierà parecchio. Aveva detto segretezza totale. Adesso che ci penso siamo già ricercati in mezza Europa- commentò Jason mentre contava con le dita i punti fondamentali. Jacob sterzò a sinistra:-Sai che novità. Io e gli altri siamo ricercati un po' in tutta America. Negli ultimi mesi abbiamo dato filo da torcere a Caos e questo è il risultato. Provi a salvare il mondo e il mondo ti viene contro. Che bel ringraziamento, davvero.
-DRACO!- gridò Jason indicandolo- Prendiamolo!
Jason aprì lo zaino che si era portato e prese la corda, poi spiccò il volo verso il serpeverde, mentre Jacob proseguiva in auto. Con una folata di vento, fece cadere il serpeverde a terra, poi gli legò i piedi e le mani, prendendolo in spalla e volando verso la macchina parcheggiata a lato della strada. Jacob era sceso e li stava aspettando. Jason posò l'amico a terra e Jacob s'avvicinò con la mano, raccogliendo la luce che c'era intorno. La posò sulla fronte di Draco, che urlò e si dimenò come un'anguilla, per poi rilassarsi. Jason scolse i nodi alle corde, liberando Draco.
-Perchè mi fanno male le gambe?- chiese il mago. Jason e Jacob sospirarono: il loro amico era salvo, per fortuna.
-Ce la fai a smaterializzarci?- domandò Jacob, mentre osservava la polizia accerchiarli. Draco sorrise e prese i due amici per le braccia. Cadderò poi in un vortice scuro e Jason dovette fare d tutto pur di tener lo stomaco dov'era e soprattutto la colazione, che minacciava di uscire. Atterrarono sulla Porta di Brandeburgo. Il corvo era ancora lì che si stava arruffando le piume. Jason s'avvicinò a passò svelto e puntò il dito contro il volatile nero:-Abbiamo salvato il nostro amico, ora dacci ciò che ti abbiamo chiesto.
-Semidio dall'animo puro, se avessi aspettato, avresti notato che non l'avete salvato. Bensì, avete peggiorato soltanto la situazione- rispose il corvo prontamente indicando con l'ala il mago che si stava contorcendo a terra- Il figlio di Utu che hai portato con te non è degno di prendere l'arma del padre. Non ha la luce interiore.
Jacob spancò gli occhi. Era vero, lui non aveva la luce interiore o sarebbe riuscito a purificare l'anima di Draco. Sua sorella, lei si che l'aveva, la luce interiore. Solo a pochi figli di Utu veniva concesso questo potere, il potere di creare la luce dal nulla. Kristen poteva, lui no. Era stato uno stupido. Parecchio stupido. Aveva obbligato la sorella a rimanere a casa, considerandola inadeguata per questa impresa, quando era lui quello indaguato. In realtà voleva solo proteggerla, nulla di più. Draco stava giungendo alla pazzia, quando da una luce comparve Kristen. Aveva le gambe sottili, i capelli biondi legati in una coda e gli occhi azzurri erano illuminati dalla luce da cui era sbucata fuori. S'avvicinò al mago e posò la mano sopra alla sua fronte e la tenne lì fino a che un rivolo scuro non gli uscì dalla bocca e cadde sul tetto. Kristen s'alzò e disse:-Dagli quello che vogliono pennuto.
-Semidea, seguirai i tuoi amici nella battaglia contro il male, perchè tu hai la luce dentro, ma hai ancora l'immaturità di una principessa ribelle. Tuo fratello ti aiuterà a trovare l'ordine e allora potrai evocare il potere di Utu. E ora, prendete e andatevene.
Il corvo s'alzò in volo e i ragazzi lo guardarono andarsene mentre due sferette, una oro e l'altra blu, cadevano dal cielo. Jason corse a prenderle, prima che si rompessero, afferrandole per pochi centimetri. Vide Jacob e Kristen parlare e sentì poco e nulla, ma era sicuro che il figlio di Utu avesse chiesto scusa alla sorella. I due s'abbracciarono, per poi entrare in un cortice di luce. Jason guardò Draco e gli disse:-Andiamo amico. Qui due ci hanno abbandonato.
-Santo cielo!- esclamò il biondo- Ho la testa che pulsa come una pneumatico.
-Non fare il melodrammatico. Aggrappati su- gli ordinò Jason aiutandolo ad alzarsi. Draco sbuffò:-Mi sento una principessa in pericolo.
-Felice di essere il tuo cavaliere- scherzò Jason mentre spiccava il volo. Draco lo guardò male:-Taci Grace, voglio dimenticare questa giornata.
-Ai suoi ordini mia signora- rise Jason mentre il serpeverde sospirava. Sarebbe stata una lunghissima missione, ma almeno si sarebbe divertito.

EROI DELL'OLIMPO- L'Ultima BattagliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora