DISTRUZIONE

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Era giunto il tempo, orai. La cosa migliore per tutti. Avevano già deciso. Reyna ci stava male, ma era necessario. Mancavano si e no nove mesi alla grande guerra e loro erano ancora in Europa. Dovevanoa ndare lontano, viaggiare per tutto il globo e tornare a New York, poi andare a San Francisco. Dovevano fare presto. Era il 21 marzo. tre mesi per girare il mondo... poco. Ed era lì, sul ponte, a guardare Parigi. Non le era mai piaciuta la città dell'amore, ma solo in quel momento riuscì ad apprezzarla. Alex la raggiunse sul ponte. Stavano assieme da qualche mese, ma solo Reyna sembrava metterci tutta sè stessa in quella relazione. Lui sembrava essere interessato solo al potere della semidea. Perchè la figlia di Bellona aveva potere al Campo Giove e Alex sembrava essere interessato solo a quel potere. Reyna credeva di dover sistemare le cose. Così erano sul ponte. reyna era seria e lo guardava. Guardava i capelli castani che arrivavano poco sotto il mento e gli occhi color rame, che l'avevano catturata la prima volta.
-Tutto okay, Reyna- chiese lui. Reyna scosse la testa. No, non era tutto okay. Avevano dei problemi, loro due. Problemi che dovevano risolvere, perchè Reyna non poteva andare avanti così, a dubitare costantemente della fedeltà di lui.
-Dimmi che cosa ti turba- le disse e allora Reyna buttò fuori tutto quello che provava, i dubbi, senza trattenere nulla, perchè era stanca di trattenere i suoi sentimenti, Si era pentita quando non aveva detto a Jason che cosa provava per lui. Era stata gelosa di Piper per qualche mese, per poi scoprire che Jason non le piaceva così tanto. Doveva buttar fuori tutto. Alex l'ascoltava annuendo e poi, quando la ragazza finì, disse:-Hai ragione Reyna. Forse è il caso di finirla qui. Voglio solo precisare un fatto: io non stavo con te per il potere... no. Io stavo con te per le informazioni. Sapevo che Annabeth ti avrebbe confidato tutto e devo ammettere che all'inizio puntavo a lei, ma c'era già Percy, perciò sono venuto da te.
Reyna spalancò gli occhi neri. Era lui che passava le informazioni ai nemici, perchè era da un po' che sapevano dove si dirigevano e attaccavano non appena ne avevano l'opportunità. Reyna lo sapeva che qualcuno passava le informazioni ma non sapeva chi. Ora, conosceva il volto della spia. Sfilò la spada, Reyna, dal fodero e la puntò contrò Alex, alla gola. Con le lacrime agli occhi, Reyna urlò:-Scendi dalla nave. ORA!
Il suo urlo rimbombò sulla nave. Si sentì la porta sbattere e vide Johanna correre verso di loro con dei coltelli in mano. Alex, intanto, aveva sfilato dal fodero un gladius e aveva attaccao Reyna. La figlia di Bellona era veloce, ma Alex era un discendente di Noto, un dio del vento, e questo gli tornava utile contro la figlia di Bellona. Johanna corse, con i coltelli in mano e si unì alla battaglia. Presto giunsro Jason, Percy, Talia e Annabeth al seguito. Quando li vide, Alex saltò sopra al parapetto, ormai messo alle strette dalle due ragazze, e saltò giù, gettandosi di schiena, salutando prima i semidei e lasciandoli con la promessa che si sarebbero rincontrati, prima o poi. Scomparì, poi, nel vuoto. Reyna era arrabbiata con lui, con sè stessa. Aveva permesso ad Alex di controllarla. e sfruttarla per fare il doppio gioco. Era così che Reyna si sentiva: usata. Strinse forte l'elsa della spada. Appena si sarebbero scontrati, non avrebbe avuto pietà per il ragazzo. Lui non sarebbe uscito vivo dalla battaglia, la prossima volta, perchè nessuno poteva giocare con i sentimenti di Reyna Avila-Ramirez Arellano. Avrebbe combattuto per vendicarsi.
-Reyna- la chiamò Johanna- Non senirti in colpa, okay?
Reyna annuì, ma lo fece solo pe far contenta òa figlia di Marduk. Reya si sentiva in colpa e avrebbe voluto tornare indietro nel tempo, ma non poteva.

Hermione stava uscendo dalla sua cabina. Aveva pianto per l'ennesima volta. Ron non riusciva a capirla e lei ci stava male. Soffriva, Hermione. Mentre usciva dalla cabina, si asciugò l'ultima lacrima. Sentì la porta accanto alla sua chiudersi e lo vide: Draco Malfoy. I capelli platino gli cadevano sul viso, gli occhi ghiaccio erano arrossati e il volto era quasi scheletrico.
-Hey- la salutò Draco. Un sorriso si fece spazio sul volto del ragazzo. Hermione abbozzò un sorriso:-Hey.
Perchè era così attratta da lui? Perchè voleva sentire le sue labbra sulle sue? Perchè voleva essere abbracciata da lui.
-Come stai, Hermione?- domandò il serpeverde  avvicinandosi. Hermione prese a tremare come una foglia:-Bene.
-Non è vero, Hermione. Hai qualcosa e non vuoi parlarne con nessuno. Perchè non parli?
Draco le aveva preso le mani della ragazza tra le sue, fredde. Hermione non le ritrasse. Aveva bisogno di qualcuno che l'aiutasse ad uscire da quell'orribile situazione. Draco, al momento, era l'unica, la peggiore probabilmente, ma l'unica.
-Draco- mormorò la grifondoro- Ho bisogno che...
-Che io ti stia lontano?- chiese lui- Hermione, non lo capisci, eh? Io ho bisogn di stare con te. Ho bisogno che tu sia felice perchè solo quando sorridi, sorrido anche io. Vederti stare con Weasley, che ti fa soffrire così, mi uccide dentro.
-Draco... Dio santissimo, perchè ti comporti così?!- sbottò la ragazza sfilando le mani- Perchè prima sei dolce e comprensivo e dopo antipatico?
-Hermione... Non capisci che ti amo?
-Non posso, Draco.
E mentre stava per andarsene, Draco l'afferrò per il polso, l'attirò a se e siguardarono negli occhi. Poi, il serpeverde la baciò e Hermione non capì più nulla. Muoveva le labbra in sintonia con lui. Era quasi magico. L'energia che trasmetteva quel bacio, l'attraversava. Tutto il suo corpo era percorso da quella carica elettrica. Draco le chiese di schiudere la bocca, una domanda muta, mentre passava la lingua sulle labbra della ragazza. E lei rispose di sì a quella domanda, facendo sì che diventasse tutto ancora più magico. Draco la prese in braccio, continuando a baciarla con foga.
-O Dei santissimi!- esclamò una voce femminile. hermione interruppe il bacio, si voltò, incontrando il volto paonazzo di Annabeth. La bionda era lì che li guardava con occhi spalancati, mentre Percy era un gradino più in alto e stringeva la spalla della figlia di Atena. Annabeth aveva i lunghi capelli biondi scioldi sulle spalle che cadevano davant agli occhi, come se volesse non vedere quello che stava succedendo. Il figlio di Poseidone, invece, teneva stretti i pugni , come se stesse sopprimendo la voglia di picchiare qualcuno. Hermione era preocupata. Che cosa stava accadendo? Perchè era così impulsiva nell'ultimo periodo?
-Hermione- disse Annabeth- Perchè?
-Annabeth, posso spiegarti... davvero...- mormorò Hermione in procinto di piangere. Annabeth la guardava e basta, senza emozioni e Hermione non sapeva che cosa fosse peggio, se lo sguardo gelido della bionda o i pugni serrati del suo compagno.
-Non c'è nulla da spiegare- commentò la semidea- Se vi amate...
-Non possiamo farci nulla- terminò Percy- Vi chiedo soltanto di dirlo a Ron, il prima possibile.
Percy si girò e salì le scale, senza voltarsi indietro. Annabeth lo seguì, ma lei chiese scusa, enormente imbarazzata. Hermione li guardava salire e si chiedeva che cosa avesse combinato. Si scostò da Draco e gli disse:-Devo mettere a posto delle cose...
-Hermione, perchè nascondi i tuoi sentimenti?- le chiese il serpeverde. Già... perchè? Hermione se lo chiedeva spesso. Perchè nascondeva  sempre tutto? Affondò le mani nelle tasche della felpa che le aveva prestato Annabeth. Si voltò e corse via, lasciando Draco in mezzo al corridoio a guardare la ragazza, mentre scappava da lui.

EROI DELL'OLIMPO- L'Ultima BattagliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora