IL GIORNO DI NATALE

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Annabeth era chiusa in cucina dalle sei del mattino, circa. Era il giorno di Natale e aveva in mente un pranzo perfetto. Percy s'era svegliato alle nove ed era andato subito a farsi la doccia per poi andare alla cucina della Casa Grande dove Annabeth lavorava senza sosta da circa tre ore. Quando arrivò in cucina, entrò piano piano e s'avvicinò furtivamente alla ragazza, che in quel momento era girata di spalle e mescolava con energia l'impasto. La ragazza, però, lo prese in contropiede e proprio nel momento in cui la stava per afferrare per i fianchi e sussurrarle parole dolci, la figlia d'Atena gli disse:-Spero che tu sia qui per darmi una mano Testa d'Alghe.
La ragazza si voltò, posando prima il cucchiaio con cui stava girando il contenuto della ciotola. In quel momento, Percy poté constatare, veramente, che Annabeth era la donna più bella senza trucco e abiti particolari. Nonostante le occhiaie, segno delle notti insonnie che aveva passato, Annabeth era bella comunque, anche con la farina tra i capelli biondi.
-Veramente ero passato solo per vedere che combinavi e per salutarti.
-Perseus- cominciò Annabeth severa. Quando lo chiamava con il suo nome per intero, non era mai una cosa positiva, mai.
-Ho capito Sapientona. Mi metto a mescolare l'impasto di qualunque cosa tu stia preparando.
Annabeth sorrise vittoriosa e cominciò a lavorare l'insalata che avrebbe servito con il tacchino al forno. Annabeth non era mai stata brava in cucina, ma aveva passato settimane con Sally Jackson in cucina a studiare i suoi movimenti ed ora se la cava piuttosto bene. Percy seguì gli ordini di Annabeth alla lettera. Misero il dolce in frigo e il pollo in forno e andarono ad apparecchiare il tavolo della sala della Casa Grande per dodici persone. Poteva sembrare da egoisti fare una festa che coinvolgeva solo loro, i salvatori dell'Olimpo, ma non avevano mai chiesto niente e passare il Natale come una famiglia era la prima cosa che chiedevano.
Nella stanza c'era un albero di Natale decorato con palline colorate raffiguranti Dei ed eroi. Le luci colorate intermittenti si schiantavano contro il muro bianco colorandolo di diversi colori mentre sulla punta dell'albero c'era una stella bianca. Sotto l'albero campeggiavano i regali che Percy e Annabeth avevano fatto ai ragazzi. Al centro della stanza c'era il tavolo grande che avevano appena terminato di apparecchiare con la tovaglia biancha fatta da Calipso, i piatti in ceramica candida di Chirone, i calici di cristallo e posate in argento puro. Poco lontano c'erano due divani bianchi e qualche poltrona di colore grigio. Entrambi erano emozionati. Era il primo e vero Natale che festeggiavano assieme, come una famiglia. Verso mezzogiorno cominciarono ad arrivare i loro amici. Quando ci furono tutti, si sedettero a tavolo e mangiarono quelle buone pietanze che Annabeth aveva preparato. Si divertirono tantissimo. Hazel raccontò di quando aveva, senza volere, travolto un romano con un lingotto d'oro e Leo parlò con Frank e il fidanzato di Reyna, Alex, dell'officina che volevano aprire. Jason, che veniva ripetutamente interpellato sull'argomento, continuava a dire:- Io faccio da corrente elettrica.
Percy era felice di vederli così spensierati. Dopo il dolce al cioccolato, si spostarono sul divano per aprire i regali. Uno ad uno aprirono i regali. A Percy regalarono un maglione verde uguale a quello di Jason, Leo, Frank e Nico, un libro sul mare, che sarebbe stato probabilmente l'unico libro che Percy avrebbe letto, un album per le foto che il figlio di Poseidone avrebbe dovuto riempire con delle foto di suoi amici, della sua casa, della sua famiglia e dei suoi luoghi preferiti. Gli vennero anche regalati: un MP3 costruito da Leo Valdez in persona e dei vestiti, che però non erano maglioni. Mentre spacchettavano i regali, sembravano dei piccoli bambini che passavano il loro primo Natale insieme. La neve scendeva a fiocchi enormi ed ormai il campo era innevato.
Dopo i regali, decisero di guardare un film idiota, estremamente idiota. L'aveva scelto lui e questo aveva confermato ad Annabeth il fatto che il suo fidanzato fosse l'idiota degli idioti.
Il film durò praticamente un'ora e fu l'ora più lunga che le ragazze avessero mai passato. I ragazzi, ad eccezzione di Frank, che sembrava non trovarci nulla di divertente, invece, si divertirono un mondo e fecero dei commenti poco carini sulle azioni dei personaggi. Solo quando fu finito, Annabeth poté tirare un sospiro di sollievo. Mandò tutti a casa, ringraziandoli, per poi incominciare a pulire la sala. Chiese a Percy di lavare i piatti mentre lei puliva il pavimento. Annabeth non era mai stata così spensierata e in quel momento era ancora più bella, pensò Percy. Finirono di pulire verso le sei del pomeriggio. Nessuno dei due aveva fame, a parere di Percy era tutta colpa del pranzo che Annabeth aveva preparato, che era stato molto buono. Annabeth era molto lusingata ed enormemente imbarazzata. Era contenta di aver fatto felice Percy e i suoi amici. Dopo essere entrati nella cabina di Poseidone, Annabeth andò a farsi una doccia pensando di meritarsi un po' di riposo dopo aver passato tutta la mattina a cucinare.
Peccato che Chirone non la pensava allo stesso modo. Aveva mandato Grover a chiamare i dodici ragazzi. Grover era un satiro dai ricci e occhi scuri e, ovviamente, zampe caprine. Avevano condiviso tante avventure insieme a lui, ma poi il destino li aveva separati e raramente, adesso, si vedevano. Grover bussò energicamente alla porta e un Percy scocciato gli andò ad aprire. Annabeth fu costretta ad asciugarsi e a vestirsi in fretta e furia.
-Chirone vuole tutti voi alla mensa- disse il satiro- Tra cinque minuti in mensa.
Annabeth si domandava perché Chirone, il loro maestro di vita, li avesse fatti chiamare con così tanta urgenza alla mensa il giorno di Natale. Scoccò un'occhiata a Percy. Avevano gli stessi dubbi, ma non ne parlarono mai. Afferrarono le loro armi e si diressero correndo alla mensa. Lì li aspettavano tutti.
-Chirone- disse Percy- Perché ci hai fatto chiamare?
Chirone, il centauro che addestrava semidei da quando gli Dei avevano iniziato ad avere figli con i mortali, aveva la parte equina bianca, la barba scura e gli occhi scuri che rilucevano della luce delle fiamme che illuminavano la mensa. Aveva un'aria decisamente preoccupata. Annabeth glielo leggeva in volto.
-Dovete partire- annunciò Chirone, andando dritto al punto. Le rotelle dentro la testa di Annabeth si mossero alla velocità della luce.
-Dove dovremmo andare?- chiese Hazel decisamente sconvolta dalle parole di Chirone. Hazel era preoccupata. Che cosa voleva dire Chirone? Nella mitologia romana i centauri non erano pacifici quanto quelli greci, Hazel lo sapeva e temeva sempre che il pacato Chirone si trasformasse in uno di loro. Aveva combattuto contro i centauri al Campo Giove mentre Percy affrontava Polibote e ne era uscita viva per miracolo.
-In Inghilterra- rispose il centauro.
-Ma è nelle Antiche Terre!- esclamò Leo ancora reduce dallo scontro in Grecia che loro sette avevano combattuto. Solo Calipso sembrava emozionata dall'idea di partire per l'Inghilterra. Bé, lei non era di quell'epoca, anche se si stava ambientando bene.
-Partirete tra tre giorni- li informò Chirone- Andrete in una scuola. Non vi preoccupate andrà tutto bene.
Annabeth non ci credeva. Ovunque loro andassero, non andava mai tutto bene.
-Possiamo almeno sapere il motivo del viaggio?- chiese Jason che stava giocando con il suo gladius.
-Mi dispiace ragazzo- fece Chirone- Non vorremmo darvi ulteriori problemi. Quando sarete là verrete sicuramente divisi in case. Mi raccomando non dovete creare problemi. Capito Percy?
-Cosa ho fatto io?- esclamò il figlio del mare evidentemente offeso. Certo, anche sua madre gli diceva sempre che non doveva creare problemi, ma fosse facile! Insomma, Percy non era l'unico che aveva causato non pochi problemi. Anche Leo era un casinista. Aveva fatto saltare mezzo Foro a Nuova Roma! Chirone però aveva detto solo a lui di non causare problemi, questo voleva dire che gatta ci cova. Percy annuì distrattamente e Chirone li congedò dicendo che dovevano preparare tutte le valigie con tutto il necessario. Tutti erano nervosi, lo si leggeva in faccia e questo trasferimento non aiutava mica. Sentivano l'odore di una nuova battaglia, che però, sta volta, non sarebbe finita presto.




Angolo Autrice del 12 giugno 2018
MA  CIAOOO. Come va la vita? Allora, inizio col dire che so di aver trascurato questa storia, ma, ragazzi, la vita è un disastro assoluto (prima la scuola, poi l'alternanza che mi porterà alla morte) e mi è passata la voglia di vivere, di scrivere e di leggere... praticamente ho solo la voglia per alzarmi per andare a prendere un bicchiere d'acqua, fine. Che dire, sono felice che chi abbia iniziato adesso questa FF abbia deciso di continuare e spero che non si fermi a questio primi capitoli, ma che appunto vada avanti. Per chi sta rileggendo, beh ragazzi, che dire... sono felice. Sto scrivendo una FF sugli Avengers riscrivendo l'Infinity War e su Miraculous non ho idee, davvero, sono in blocco, quindi chiedo soccorso. Detto ciò lasciate un commento e una stellina per salvare i pandacorni a rischio di estinzione. Bye

EROI DELL'OLIMPO- L'Ultima BattagliaWhere stories live. Discover now