Hikikomori

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GAME OVER

La luce biancastra e accecante dello schermo illuminò il volto concentrato della ragazza.

Amaya sospirò chinando leggermente il capo dallo sconforto, non ne poteva quasi più di quel videogioco, ormai erano settimane che non riusciva ad andare avanti.

"Se non ci riesco neanche questa volta, mi fermo." Pensò convinta prima di riavviare la partita.

La camera alle sue spalle sembrava a dir poco una discarica.
Il pavimento era disseminato di cartacce, riviste, manga e indumenti vari, oltre che da un consistente strato di polvere.

La cucina aveva il lavandino stracolmo di piatti sporchi, in netto contrasto con la lavatrice che invece quasi brillava da quanto era nuova e, soprattutto, inutilizzata.

Il letto nella sua camera invece aveva le coperte tutte disfatte, ma non più di tanto in realtà, infatti ormai erano giorni che non dormiva su un materasso, preferendo a quello il tappeto, così da poter ricominciare subito a giocare non appena si fosse svegliata.

"Forse dovrei spostarlo qui quel futon." Pensò distrattamente mentre le sue dita correvano rapide ed esperte a premere i tasti del PC.

Ma tanto non l'avrebbe fatto, di questo ne era più che sicura.

Le tende erano tirate e le finestre sbarrate da giorni.
Ciò aveva reso l'aria all'interno di quel piccolo appartamento particolarmente densa, quasi irrespirabile per chi non ci avesse ormai fatto l'abitudine.

"Dai dai dai dai." Pensò con gli occhi sgranati puntati sullo schermo e la concentrazione al massimo.

Eeeee....

GAME OVER

- Tsk, che gioco di merda. - Sbottò alla fine allontanando le mani dalla tastiera.

Le dita erano piene di calli e le davano un dolore indescrivibile quando provava a fletterle.

Tutte le luci erano spente, in modo da risparmiare sulla bolletta, quindi l'unica luce presente in tutto l'appartamento era quella prodotta dal computer.
Non sarebbe servito neanche scostare le tende dato che erano le due di notte.

Fece vagare lentamente lo sguardo per la stanza.
C'era un vecchio specchio verticale poggiato malamente contro la parete in un angolo, ma non le era mai servito particolarmente.

In fondo, se si è un hikikomori, che bisogno c'è di preoccuparsi del proprio aspetto?

Amaya aveva i lunghi capelli castani raccolti in una treccia fatta alla bell'e meglio che aveva ormai da settimane e indossava solo ed esclusivamente una larga maglietta bianca a maniche corte e un paio di mutande.

Il viso era pallido, quasi cadaverico, mentre gli occhi, oltre ad avere delle occhiaie spaventose, stavano pian piano diventando da verdi a rossi a causa di tutto quel tempo passato davanti a uno schermo.
Le labbra erano secche e screpolate, questo perché spesso e volentieri era così presa dai videogiochi da dimenticarsi perfino di bere o mangiare, a volte anche per una giornata intera.

- Sto mettendo su un po' di pancetta. - Commentò passandosi le mani sulla ciccia in eccesso.

Dopo un attimo di silenzio, scoppiò a ridere nel rendersi conto di cos'avesse appena detto e, soprattutto, nel rendersi conto che alla fine non gliene poteva davvero fregare di meno.
Forse un tempo se ne sarebbe preoccupata e avrebbe provato a prendere provvedimenti, ma ormai che senso aveva?

Si diresse con passi stanchi e lenti verso il frigorifero.
Dentro c'erano solo tre bottiglie d'acqua e una piccola scorta di piatti già pronti.

GAME OVER //Yuri//Where stories live. Discover now