Pan per focaccia - prima parte -

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“Facile per te, non sei tu che porti in grembo il figlio di Cucciolo!” protesta giustamente lei, rabbiosa, asciugandosi una guancia.

“Questi test non sono sicuri al 100%!” cerca di tranquillizzarla Bet, ma la cosa non sembra rasserenare per nulla la nostra amica che, mettendosi a vagare per casa come un topo in trappola, puntualizza sconsolata:

“Lo sono per l’un sacco per cento, però.

Ecco, io la percentuale precisa non la conosco, ma un sacco per cento mi pare accurato. O, quantomeno, sufficientemente accurato da rendere il terrore sul viso di Jules più che legittimo.

“Sì, ma solo perché è uscito positivo non vuol dire che non possa esserci un errore, giusto Med?” risponde Bet, voltandosi verso di me e, d’un tratto, mi sento una merda ancora prima di aprire bocca, perché quello che ho da dire non piacerà a nessuna delle due. Non piace neppure a me.

Non essendo dell’idea di ricevere un sicuro insulto, quindi, resto in silenzio, causando evidente fastidio ad entrambe.

“Giusto?”

Okay, io sono la scienziata delle tre, quindi è giusto che metta la mia ignoranza al loro servizio: sono la peggior biologa della storia e chiedere un parere a me su qualcosa di scientifico è come domandare a un neonato di non rigurgitare post-poppata. È stupido e inutile.

“Veramente mi pare di aver sentito che i test di gravidanza possono dare falsi negativi, ma che falsi positivi sono rari.”

“Che cosa?!”

L’urlo angosciato delle mie due amiche è assolutamente all’unisono e, se mi posso permettere, è anche piacevolmente armonizzato. Ma questo è meglio che non lo dica.

“Cazzo, perché devi sempre peggiorare le cose?” sibila Bet.

Mi sento vessata: viene richiesto il mio scarsissimo parere professionale per poi rimproverarmi per aver diffuso la conoscenza. Echecazzo!

“Spiegati meglio, Med.” mi supplica Jules.

“Io non sono un medico né sono una grande esperta ma, da quello che mi risulta, sono test che evidenziano la presenza nelle urine dell'ormone gonadotropina corionica, che non esiste in una donna non incinta, ed è l'ormone prodotto dal trofoblasto nel momento in cui l'embrione si impianta nell'utero...”

“Non parlare strano. Usa una lingua umana o non tratterrò il mio istinto di prenderti a pugni!” mi rimprovera Jules. Io sospiro aprendo il suo pc, digitando “test di gravidanza positivo”, mentre cerco di spiegarmi meglio:

“In parole povere i falsi negativi possono esserci per tanti motivi. Tipo se lo fai troppo presto.”

“Oppure?” mi chiede Bet accucciandosi alle mie spalle e facendo scorrere gli occhi sullo schermo “Dai, ma cosa fai?! Lo chiedi a Google?”

“Ti sembro una ginecologa? Cercavo conferma... Diciamo che in linea di massima, da quello che so io, è molto raro un falso positivo, perché le cause sono più complicate e meno frequenti.”

Faccio scorrere le dita sul touchpad del pc di Jules: ispeziono ogni link che trovo, sperando di capire anche solo qualche parola e di trovare qualcosa a sostegno delle mie affermazioni. Sono sicura che qualcuno mi ha spiegato perché i falsi negativi sono più frequenti, ma non ricordo proprio chi. Soprattutto non riesco a rimembrare i casi in cui era possibile avere un falso positivo. E noi ora avremmo davvero un sacco bisogno di un falso positivo!

Esaminando la seconda pagina del motore di ricerca, sento Jules bofonchiare:

“Ti detesto quando fai la saccente!”

L'imbarazzante piacere del TuttoTondoWhere stories live. Discover now