tredici

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Mi fa male...mi fa male da morire! Che qualcuno mi cavi il cuore prima che mi scoppi in petto...
Vittorio mi ha scritto un messaggio, ma piú che parole le sue sono dardi! Mi odia...ed io ne sto per morire...

Da: Vittorio
A: me
É così facile dimenticare? Dove sono finite tutte quelle belle parole con cui mi hai preso per culo? Sono giorni che non ti fai sentire...e lo sai quanto io abbia bisogno di te! Ma immagino che sei troppo occupata a giocare a fare la dottoressa di sto cazzo! Brava, bella amica di merda! Io ti apro il mio cuore e tu te ne sbatti! Fammi un favore...non farti più sentire o vedere. Mi fai schifo!

Perché mi dice questo? Sono stata così egoista? Possibile che lo abbia ignorato a tal punto? Mi manca l'aria, non respiro...
Vorrei rispondergli, ma non so cosa dirgli, mi tremano le mani e le lacrime scendono a fiumi.
Mi butto sul letto e aspetto che il dolore mi stordisca, ormai i giochi sono fatti, l'ho perso.

Sono due giorni che non esco di casa ed ignoro chiunque mi cerchi di contattare, ad eccezione dei miei genitori, se non gli rispondessi al telefono manderebbero la troupe di " Chi l'ha visto" con loro al seguito.
Il cellulare squilla per l'ennesima volta, sul display leggo "Ilaria", lo lascio suonare, non ho voglia di parlare con nessuno, lo so che sarà preoccupata, ma non riesco ad alzarmi dal divano, figuriamoci ad intrattenere una conversazione, preferisco la compagnia silenziosa di Wisky e ringrazio il cielo che la mia coinquilina sia più assente del solito, credo sia partita.
Passo l'intera giornata in soggiorno, mi sembra di essere malata, non ho la forza di fare nulla, nemmeno di guardare la TV, alterno momenti di sonnolenza a crisi di pianto estenuanti.
Si fa sera ed io sono ancora immobile in poltrona come se il tempo ed il mondo non fossero reali, non sento più nulla, solo un colossale vuoto che mi sta divorando dall'interno.
Mentre mi crogiolo in questo stato di decomposizione spirituale qualcuno suona al campanello, ho la tentazione di non aprire, ma credo sia Ilaria, dopotutto l'ho ignorata per più di quarantotto ore, forse mi crede morta.
Mi alzo con indolenza e vado ad aprire, una parte di me spera che oltre quell'uscio non ci sia la mia migliore amica, ma Vittorio, corso qui in preda ai sensi di colpa e desideroso di ricominciare da zero...vedo davvero troppi film...
Apro.
"Ila, non dirmi nulla, ma non hai..." Alzo la testa e vedo il viso del dottor Ettore, resto come paralizzata, la sorpresa mi ha inchiodato al pavimento.
Si avvicina e con deciso mi prende tra le sue braccia.
" Grazie a Dio stai bene... nessuno ti vedeva o sentiva da due giorni...non é da te sparire così" mi sussurra in un' orecchio.
Non riesco a dire nulla, mi limito a restare ferma in quell'abbraccio, ma il calore che quel corpo emana sfonda le mie difese e contro la mia volontà inizio a piangere.
" Non ti preoccupare, qualunque cosa sia successa, ora ci sono io..." Le parole del dottore mi accarezzano l'anima, istintivamente rispondo a quell'abbraccio e mi aggrappo a lui come a voler risalire dal baratro in cui sono caduta.
" Che dici, entriamo?" Mi chiede liberandomi dalla sua presa e asciugandomi le lacrime con il pollice.
Annuisco e chiudo la porta alle nostre spalle.

Siamo seduti in cucina, non ho la forza di parlare, continuo a singhiozzare senza ritegno, mi sento come stordita, non realizzo che Vittorio mi ha tagliata fuori dalla sua vita, ma due mani grandi e un po' ruvide stringono improvvisamente le mie...
" Il cuore é una carogna..." Il dottor Ettore mi solleva il mento con le dita e mi sorride." Non sarò certo il più famoso esperto in materia, ma posso dirti che passa, fa male, ma passa.... erano giorni che ti vedevo fuori fase è solo l'amore sofferto rende così. Mi hai fatto preoccupare, non vederti in reparto é una cosa più unica che rara! Oltretutto so che ti cercavano, ma non rispondevi!"
Tiro su con il naso e senza pensarci salto al collo del dottore, lui non si ritrae, mi fa sedere sulle sue ginocchia e inizia a cullarmi.
"Quando passa?" Gli chiedo affondando il viso nel suo petto.
" Dipende..."
" Da cosa?" Continuo a singhiozzare.
" Da quanto lo ami...da come lo ami e dal perché lo ami."
" Lo amo immensamente e come se fosse il mio mondo..." Mi stringo sempre più a lui e poggiando il viso nell'incavo tra la sua spalla ed il collo sento il suo profumo di uomo solleticarmi l'olfatto.
" E il perché? Non me lo hai detto..." Lo sento parlare, ma non lo vedo, continuo a nascondere il viso in quella nicchia così rassicurante.
" Non lo so...lo amo senza un perché...é così e basta..."
" Allora ci vorrà un po'di tempo... stringi i denti." Mi sento circondare dalle braccia del dottor Ettore ed é come se una sottile malinconia mi stesse invadendo, mi sento così fragile e lui lo percepisce.
" Sai..." esordisce dolcemente. " Sono anni che non provo quell'amore senza un perché, forse vuol dire che sto invecchiando se cerco sempre un motivo per amare."
La situazione è strana, direi surreale, ma non voglio pensare a questo, ho altro per la testa, ora voglio solo godermi la sensazione di sicurezza che il dottore mi trasmette.
"Dottore..."
" Dimmi."
" Come ha saputo il mio indirizzo?"
" Ho chiesto ad Ilaria. Ero davvero in pensiero, ma più che provare a chiamare ho preferito venire di persona." Resto aggrappata a lui leggermente a disagio, ma senza nessuna intenzione di allontanarmi.
" Perché é venuto?" Chiedo.
" Te l'ho detto, ero in pensiero."
" Si, ma perché?"
Il dottore mi guarda, nei suoi occhi vedo il mio riflesso e sfiorandomi le labbra con il pollice mi risponde: " perché forse sei l'unica cosa che nella mia vita il perché non ce l'ha..." Siamo fronte contro fronte, le nostre bocche a momenti di sfiorano, ma non succede, tutto é in un equilibrio talmente precario che un solo respiro può far precipitare la situazione, il confine tra lecito e non é sottilissimo.

" Sara..."
" Si..."
" Io devo andare." Mi sveglio da quella trance in cui ero piombata rossa in viso.
" O-ok." Cerco di darmi un tono e lo accompagno verso l'ingresso.
Il dottore mi saluta e accenna ad andarsene.
"Oh! Quasi dimenticavo..." Si gira verso di me ed afferrandomi per la vita mi solleva, lasciandomi un bacio all'angolo delle labbra...come se volesse, ma non potesse andare oltre.
" Ricorda, Sara, non permettere a nessuno di trattarti come un avanzo del mondo...non permetterlo MAI!"
I nostri sguardi si incrociano ed i nostri silenzi riempiono l'esigua distanza tra noi...il dottore mi sorride e mi lascia andare.
" A domani, Sara..."
" A- a domani..." E voltandosi va via.

My surgical life [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora