dodici

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Sembro un rospo catatonico! Ieri sera mi sono pianta l'anima ed oggi ho gli occhi così gonfi da non riuscire, quasi, a tenerli aperti! I chili di correttore che ho usato per occultare il mio sguardo tumefatto sono stati uno spreco insensato!
Il povero paziente sotto di me mi guarda con compassione mentre lo tormentato con l'ablatore durante la seduta di igiene, non osa fiatare, probabilmente immagina che stia passando un momento tragico e non vuole infierire, sono in quella fase in cui situazioni a me estranee mi portano alla mente, ma soprattutto al cuore, Vittorio, basti pensare alla faccenda del dottor Ettore...a me cosa dovrebbe interessare? Eppure se lo immagino in una situazione sentimentale disastrata non posso fare a meno di sentirmi coinvolta.
Finisco l'ablazione e mi allontano dal box, mi sento strana, é come se tutto il disagio che ho accumulato in questo periodo stia esplodendo, lo ammetto, sono una tipa che tende a somatizzare molto, ma non pensavo fino a questo punto...
La storia del dottor Ettore potrebbe essere anche una esagerazione della mia mente, chi mi da la conferma che sia davvero in crisi con la sua fidanzata? La sera in cui mi ha detto quelle cose poteva essere semplicemente reduce da un litigio... fatto sta che questa faccenda ha funzionato come il tasto invio nella mia testa, é il fantomatico bottone rosso che porta all'autodistruzione! Sentendomi accomunata alle vicende di qualcun altro ho fatto catarsi e tutto quello che covavo dentro é straripato stile esondazione del Nilo!

Esco sul pianerottolo della scala di emergenza esterna, non so perché, ma mi manca l'aria, con lo sguardo attraverso lo spazio fino all'altra parte del giardino sottostante, la palazzina di neurologia mi si mostra in tutta la sua austera presenza, molti dei pazienti di quella struttura stanno passeggiando nel verde non proprio rigoglioso del cortile, vedo tanta sofferenza nei passi incerti di queste persone e poi c'è chi di passi proprio non ne può fare, ci saranno circa cinque sedie a rotelle ed altrettanti accompagnatori che cercano di dare ai propri assistiti una parvenza di normalità chiacchierando allegramente e sprecandosi in sorrisi, mi si riempie il cuore di tenerezza nel vedere tanta abnegazione per i propri cari...
Mi poggio sulla ringhiera e inspiro, si, avevo davvero bisogno di una boccata d'aria! Abbasso lo sguardo verso il basso...ma? Cosa!? Non ci posso credere!!!!!!
Lo sguardo mi cade su due persone, a differenza degli altri non si sforzano di mantenere una serenità di facciata, camminano muti, senza provare ad interagire, lui spinge la sedia a rotelle e lei guarda avanti.
Il professor Donizetti ha gli occhi spenti e il viso funereo, mentre prosegue il suo percorso al seguito di quella giovane donna sembra poco a poco allontanarsi dall'immagine che ho di lui, é come se ad ogni passo si consumasse.
Rientro in corridoio sconcertata, la ragazza sulla sedia é la stessa che ho visto quella mattina nella Chevrolet!

"Sara! Porca miseria! Vuoi fare attenzione!?" Il dottor Ettore mi sfila dalle mani il centratore di rinn, devo fare un'endorale e proprio non riesco a montarlo nel verso giusto! Sembro una bimba minchia che non ha mai giocato con i Lego.
" Chiedo scusa, ho la testa altrove..."
" Ma che altrove, la tua testa é proprio espatriata! Dai, faccio io." Il dottore rimonta correttamente il centratore e lo posiziona in bocca al paziente, io sono davvero poco concentrata, penso e ripenso al professor Donizetti, sarà davvero sua figlia la ragazza disabile che ho visto?
Grazie a Dio con quella radiografia si conclude la giornata, ho bisogno di tornare a casa e riassettare le mie idee, oltretutto vorrei farmi una bella dormita, l'altra notte non riuscivo ad addormentarmi. 
Appena uscita dallo spogliatoio mi fiondo verso le scale, vorrei evitare che lo Schiavista mi noti, essendo solo le 19 potrebbe rifilarmi qualche accidenti da sbrigare!
" Sara, dove fuggi?" Fuck! Mi ha beccata!
" Ehm... ecco io...si... pensavo avessimo finito, volevo tornare a casa..."
" Ok, ti abbono la serata, ma domani mattina puntuale, devi aggiornare le cartelle..." Schiavista del cavolo, non ti smentisci mai!
" S-si..." Biascico poco convinta.
" Comunque, dimmi una cosa....che ti prende di questi tempi? Sei poco concentrata e stamattina avevi una faccia tremenda. Sempre problemi di cuore?" Cavolo! Si ricorda lo sfogo di quella mattina!
" Ehm... più o meno..."
" Sara, abbiamo già fatto un discorso del genere, valuta bene a chi dare il tuo cuore, potresti uscirne molto male se decidi senza riflettere." Il dottore si avvicina e mette le sue mani sulle mie spalle, ultimamente sta prendendo il brutto vizio di abbattere le distanze tra di noi, soprattutto se siamo soli...
" Veramente... non è solo questo...si, ho un problema personale,ma..." Ok, mi é venuta un'idea, anche solo per deviare la sua attenzione da me, devo fargli una domanda.
" Ma?"
" Ecco...oggi dalla scala antincendio ho visto una cosa in giardino..." Il dottore solleva perplesso un sopracciglio. " Ho visto il prof Donizetti in compagnia di una ragazza in carrozzina...la cosa mi ha turbato perché so che ha una figlia...non sarà mica lei?"
Il dottor Ettore mi guarda con dolcezza e si avvicina sempre più a me, piano fallito! Sta invadendo sempre di più il mio spazio vitale, mi desse almeno una risposta, muoio di curiosità!
" É inutile dirti che quella é davvero Serena sua figlia...tra i due le cose non vanno bene e questo si riflette sulla quotidianità del prof, deduco dalla tua domanda che non li hai notati solo oggi, ma credo che ultimamente tu abbia fatto caso alle stranezze di Donizetti, nonostante lui cerchi di ricreare un rapporto non c'è verso di far cambiare le cose, lei lo odia..."
" Ma perché?" Mi sento una morsa allo stomaco, che cosa orrenda da sentire.
" Beh...i rapporti tra i due sono sempre stati precari, penso che hai notato l'età di Serena, ha compiuto vent'anni un paio di mesi fa e Donizetti ne ha quarantaquattro...la ebbe da una relazione ai tempi dell'università, ma tra lui e la ragazza di allora andò tutto a monte, Serena fu rifiutata dalla madre che decise, dopo il parto, trasferirsi in un'altra università, la poverina non ha mai accettato la cosa e ha incolpato il padre di non essere stato in grado di costruire una famiglia, poi dopo l'incidente dello scorso anno la situazione é precipitata ancora di più..."
"I-incidente?" Sgrano lo sguardo, é una storia incredibile, come ha fatto Donizetti a sopportare tutto questo?
" Sara.. non mi sembra il caso di dirti altro, sono cose che non ci riguardano, oltretutto se il solo vederli ti ha turbata, preferisco non infierire..."
"Ma..."
" Ma nulla! Ora preferisco concentrarmi su di te, su come tirarti fuori da questo stato depressivo in cui un ignoto idiota ti sta trascinando."

E detto questo mi tira verso di se e mi abbraccia.
"Sara...non posso permettere che tu perda la tua via..."

My surgical life [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora