Capitolo 10

186 11 0
                                    

La porta di metallo pesante si aprì nuovamente col suo stridente cigolio ed un paio di uomini entrarono nella stanza dove l'agente molto speciale Anthony DiNozzo era segregato, legato al soffitto e torturato.
"E' morto?" chiese il più anziano dei due all'altro.
Il secondo prese il tubo di ferro dal pavimento e lo poggiò sul corpo dell'agente all'altezza dello stomaco facendo una leggera pressione e provocando un gemito al prigioniero: "Direi di no".
"Tiratelo giù" ordinò colui che sembrava a capo della situazione.
"Ma colonnello è un agente, se lo lasciamo libero di muoversi, scapperà" obbiettò l'altro.
"E mi spieghi come diavolo farebbe? E' conciato così male che è un miracolo che respiri ancora, vi avevo detto di non toccarlo fino al mio arrivo o sbaglio?". Il giovane abbassò lo sguardo: "Mi ha provocato e ho perso il controllo" farfugliò quando sentì Tony ridere.
"Direi...che...dovrebbe...insegnare... un po' di... disciplina ai suoi... uomini" sussurrò faticosamente Tony.
"Chiudi la bocca!" tuonò Matis pronto a colpirlo.
"Basta così!" ordinò il colonnello afferrando il braccio del giovane. "Chi sei? Perché sei stato mandato qui?" chiese rivolto all'agente dell'NCIS.
"Pensavo sapesse chi sono..." rispose ansimante Tony, aveva la gola secca, le labbra screpolate e piene di ferite ed il corpo completamente irrigidito dalle percosse. Il sangue sembrava essersi fermato formando innumerevoli coaguli sul volto e sul corpo.
"Dimmelo lo stesso" ribatté il colonnello.
"Sono l'agente molto speciale Anthony DiNozzo e tu..." fece una pausa facendosi scappare una smorfia di dolore, "...tu presto finirai in manette insieme a questo branco di buffoni" sorrise provocatoriamente.
"Maledetto bastardo!" urlò il marine colpendolo con forza al volto.
"Matis!" lo richiamò il colonnello.
Tony lasciò cadere la testa in avanti, era esausto, aveva la nausea e quel colpo non aveva certo aiutato la situazione. Quante ore erano passate da quando l'avevano catturato? E Korghin stava bene? Aveva già raggiunto Gibbs? Socchiuse gli occhi, le palpebre erano pesanti sentiva che stava perdendo conoscenza... ed improvvisamente si ritrovò nella base militare alcune sere prima quando fu raggiunto da Korghin nella sua stanza.
Si sentì posare una mano sulla bocca e sgranò gli occhi: "Ehi, vieni con me" gli bisbigliò Korghin conducendolo fuori dal dormitorio in piena notte.
"Ti ascolto" rispose Tony incrociando le braccia sul petto.
"Grazie per oggi, mi hai retto il gioco davanti agli altri..." prese il giovane marine. Tony rispose con una smorfia a metà tra un sorriso ed un "va tutto bene".
"Mi aspettavo qualcosa di diverso dall'NCIS, pensavo sarebbero arrivati in massa ed avrebbero easeguito un po' di arresti e invece hanno mandato solo un uomo, tu!" continuò Korghin sconcertato.
"Dovresti ringraziarmi, sono il meglio disponibile sulla piazza" ironizzò Tony, "e poi come ti salta in mente una cosa del genere? Non possiamo fare irruzione in una base come questa senza prove e senza un mandato e tu sinceramente non ci hai dato molto su cui lavorare!".
"Sei qui per farti ammazzare? Se parteciperai a quelle lotte clandestine, morirai!".
"Sono qui per raccogliere prove e per portarti fuori di qui, questo è quanto" ribatté Tony, "piuttosto com'è che giochi a fare il cattivo qui?".
"Devo tutelarmi, tra i coinvolti in questo caso, si è sparsa la voce di una talpa e ora tutti controllano tutti, anche quel Jamie, non fidarti di lui!" rispose Korghin continuando a guardarsi intorno con aria furtiva.
"Io non mi fido di nessuno, ma ho bisogno di una mano per entrare nel giro" rispose Tony avvicinandosi, "puoi farmi entrare?".
Il giovane marine esitò guardandolo dritto negli occhi.
"Ascolta, l'unico modo per uscire da qui senza destare i dovuti sospetti è partecipare alle lotte, una volta che avrò raccolto prove a sufficienza, cercherò di fuggire e tu verrai con me, ok?" sussurrò l'agente dell'NCIS. L'altro annuì.
"Domani sera ci sarà un piccolo incontro, vieni con me, ti presento agli altri".
"Ottimo" sorrise Tony dandogli un buffetto sulla guancia.
L'altro sorrise preoccupato e si allontanò.


Fino all'Ultimo RespiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora