Rules

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«Portala fuori, Bellamy!» la voce di Murphy, al di fuori della tenda, risuonava come un'assordante trapano nella mente di Alexis, che s'irritava ogni secondo di più, camminando nervosamente avanti e indietro.

Quando era agitata, prendeva sempre a camminare in quel modo o a torturarsi le labbra insistentemente o anche solo a picchiettare le dita su una superficie.

«Perché l'hai fatto Charlotte?» chiese Bellamy alla bambina, stando in ginocchio di fronte a lei e tenendole le mani sulle spalle.

«Stavo cercando di uccidere i miei demoni, come mi hai detto tu..» piagnucolò lei, trattenendosi dal piangere a dirotto.

«Di che diavolo sta parlando?» chiese Clarke, con tono furioso.

Alexis la fulminò con lo sguardo: d'altronde era stata lei a creare tutto quel casino, non poteva di certo fare la parte di chi rimproverava. Chi aveva iniziato tutto questo era stata Clarke, chi si era precipitata frettolosamente fuori dalla tenda e accusato Murphy era stata Clarke, nessun altro. Di conseguenza, doveva solo che starsene zitta. Era lei la causa di tutto quello che stava accadendo.

«Charlotte ha solo frainteso le parole di Bellamy. Cerca di non arrabbiarti così tanto. Perché se siamo in questa situazione, è soprattutto colpa tua.» esordì Alexis, parlando al posto di Bellamy, che le rivolse uno sguardo riconoscente.

«Portatela fuori!»  Quelle urla stavano imbestialendo fin troppo Alexis, che aveva una furia omicida negli occhi.

«Giuro che lo ammazzo io adesso!» esclamò, ma Bellamy la trattenne per un polso.  La guardò taciturno per qualche istante e Alexis riuscì a calmarsi pian piano. Nella mente si ripeté di non cedere alla sua impulsività, poiché altrimenti avrebbe fatto solo che danni.

Bellamy guardò l'entrata della tenda, come se si aspettasse che Murphy piombasse al suo interno da un momento all'altro. E in effetti, era quello che sicuramente avrebbe fatto di lì a poco, d'altronde loro non erano rinchiusi in nessuna fortezza e nemmeno segregati in qualche stanza o abitazione.

«Se qualcuno di voi ha qualche buona idea, la dica ora.» disse Bellamy. Nessuno rispose: sembrava non esserci via di scampo. «Fantastico. Ora che dovete parlare, state zitti.»

«Sono i tuoi uomini quelli là fuori.» dichiarò d'un tratto Clarke, sotto lo sguardo innervosito di Bellamy. Alexis e Finn si lanciarono un'occhiata: entrambi sapevano che sarebbe scattato un litigio tra i due di lì a poco ma non avevano idea di come fermarlo. Clarke e Bellamy erano troppo infuriati l'uno contro l'altro, per essere tranquillizzati solo da Alexis e Finn. Perciò i due decisero che forse il miglior modo per farli calmare era farli litigare, farli diciamo "sbollire".

«Non è colpa mia! Se mi avessi ascoltato, quegli idioti starebbero ancora costruendo il muro!» ringhiò Bellamy.

«Vuoi costruire una società principessa? Costruiamola! Porta fuori Charlotte!» nuovamente Murphy si fece sentire.

L'ira ribollì in Alexis, mentre il suo istinto omicida si faceva strada dentro di lei. Tuttavia, si ricordò di doversene stare calma o avrebbe solo che peggiorato la situazione.

Charlotte invece era terrorizzata, tanto che si precipitò addosso ad Alexis, cingendole la vita con le braccia. «No! ti prego! Alexis!»

La ragazza scambiò, di scatto, uno sguardo con Bellamy, che le indicò l'entrata della tenda: Bellamy voleva far scappare Charlotte con Clarke e Finn, nel frattempo lui e Alexis avrebbero intrattenuto Murphy, così da far riuscire ad allontanare il più possibile gli altri.

In quel momento, Alexis e Bellamy cercarono quindi di mettere da parte l'astio che provavano l'uno verso l'altro, per riuscire a collaborare efficacemente. Entrambi volevano bene a Charlotte e non avrebbero lasciato che le loro incomprensioni interferissero con la riuscita del piano per salvarla.

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