Capitolo 56

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Nota d'autrice: voglio ringraziare colei o colui che ha segnalato la mia storia, come se in tutti i capitoli ci fossero scene volgari o di sesso. Ora ho messo il contenuto per adulti, ma sappi bellezza, che il fatto di non essere in classifica non mi scoraggerà.
Spero che la tua vita sia più casta di quella di una suora 😘😘😉

(Ovviamente questo non è riferito a tutti, scusate se chi non c'entra ha perso tempo a leggere, buona lettura 💖)

Quando apro la porta del appartamento, uno strano silenzio mi pervade. Solitamente la televisione era sempre accesa. Non trovo nessuno ne in cucina ne in salotto, però quando mi avvicino al frigo per prendere qualcosa da bere, noto un postit.

'Io e Jessica siamo uscite, lei mi ha pregato di avvisarti.' Leggo questo biglietto firmato da Laura. Jessica è uscita con lei? Questa cosa è molto strana. Sospiro continuando a guardare quell'insolito biglietto. Dopo aver bevuto, arrivo nella zona delle camere e trovo la porta chiusa della stanza di Andrea. Probabilmente sarà ancora a lavoro. Apro la porta e invece lo trovo affacciato alla finestra mentre fuma una sigaretta. Mi tolgo le scarpe ed infilo le ciabatte.

"Ciao..." Nonostante la mia presenza, continua a restare girato verso la finestra, come se nella stanza fosse ancora solo. Rimango in piedi e come una demente sto li a non fare niente. Decido di farmi coraggio e di avvicinarmi a lui.

"Andrea..." Gli appoggio una mano sulla spalla.

"Non mi toccare." Sbotta a denti stretti, rimanendo immobile. Tolgo immediatamente la mano, interrompendo il contatto, come se lui fosse un cane che mi ha appena ringhiato.

"Non è come pensi tu... Non è successo niente." La mia voce è flebile.

"Niente?" Ripete ridendo.

"Davvero." Affermo con serietà. Andrea finalmente si volta verso di me.

"Angelica, per te non succede mai niente. La gente ti bacia o tenta di farlo, e per te 'non è niente'!" Ripete l'ultima frase, imitandomi in un modo strafottente.

"Andrea, almeno lascia che io ti spieghi." Affermo cercando di mantenere il controllo di fronte alla sua provocazione.

"Dai, parla. Sentiamo che scusa trovi per essertela spassata con qualcuno dentro allo sgabuzzino del tuo posto di lavoro!" Sbotta spegnendo bruscamente la sigaretta nel posacenere.

"Non hai il diritto di dire queste cose." Affermo cercando di reggere il suo sguardo infuocato.

"E perché?" Ridacchia in modo sarcastico mentre incrocia le braccia e si appoggia alla finestra con la schiena.

"Perché lui doveva solo parlarmi." Mi giustifico. Noto crescere in Andrea la gelosia.

"E per quale cazzo di ragione doveva parlarti?" Chiede negando con la testa.

"Non lo so... Beh lui ha detto che voleva un'altra occasione." Affermo.

"E l'ha avuta, visto quello che stavate facendo." Sbotta Andrea, sciogliendo la posizione in cui si trovava e camminando velocemente in direzione della porta.

"No aspetta." Lo fermo per un braccio e lui blocca la sua camminata, restando però girato e dandomi così le spalle.

"A te sarà sembrato che ci stessimo baciando, ma in realtà è lui che si è fiondato su di me. Credimi Andrea." Dopo le mie parole, lui resta per qualche istante in silenzio.

"Ho visto che cosa stava succedendo, vai a raccontare questa balla a qualcun altro." Mentre dice l'ultima frase, bruscamente si divincola dalla mia presa. Esce dalla stanza sbattendo con violenza la porta. Rimango in piedi per qualche istante, con gli occhi che cominciano a pizzicarmi. Mi impedisco di piangere, è colpa mia. Sarei dovuta uscire da quella maledetta stanza appena Evan mi aveva baciata, anzi, non ci sarei neanche dovuta entrare. Non capisco perché oggi tutti i ricordi brutti stiano ritornando: Jessica con la gravidanza dovuta alla violenza, ed io con quel cretino dai vestiti costosi.

Non volermi, amami || COMPLETODove le storie prendono vita. Scoprilo ora