Capitolo 36

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Quando arriviamo al bar ed entriamo, questo ragazzo sconosciuto si fa strada davanti a me. Saluta la barista e ci andiamo a sedere in un tavolino per due, vicino alla grande vetrata. Dopo esserci accomodati, c'è un clima davvero imbarazzante, ed io mi maledico per non essermi truccata. Ci guardiamo entrambi negli occhi, e i suoi che prima pensavo fossero come quelli di Andrea, marrone scuro praticamente nero, adesso scopro che sono di un marrone chiaro con sfumature verdi. La luce proveniente dall'esterno gli illumina il viso.

"Nome?" Chiede all'improvviso.

"Nome?" Chiedo confusa, ma poi capisco.

"Ah! Come mi chiamo, si. Angelica piacere, e il suo?" Domando.

"Piacere mio Angelica, io sono Eric. Quanti anni hai?" Chiede mentre apre il menù.

"19, lei?" Domando copiando la sua azione.

"Ne ho 29. Anche se sono più vecchio di dieci anni, direi che ci possiamo dare comunque del tu, cosa ne dici?" Dopo aver sentito le sue parole, sorride sporgendosi in avanti sul tavolo ed io lo guardo per un paio di secondi.

"Ehm si! Certo, mi scusi, cioè volevo dire scusami, si insomma... Stamattina non sono in grado di parlare..." Ridacchio nervosa. Sembra affascinato dal mio atteggiamento maldestro.

"Beh lei, cioè tu che cosa prendi?" Domando tentando di deviare il discorso.

"Un caffè macchiato. Tu?" Dice chiudendo il menù che effettivamente non è servito a niente.

"Ristretto." Rispondo. A questa parola, davanti a me si materializza l'immagine di Andrea. Ricordo di quel giorno al bar a Londra, quando aveva comprato una cioccolata calda al bambino che se la era rovesciata addosso.

Dopo poco arriva la cameriera e  ordiniamo.

"Ciao Stella, vorrei presentarti Angelica, una botta di fortuna ci ha fatto incontrare." Scherza. Allungo la mano e la cameriera me la stringe mentre sorride.

"Io prendo il solito, lei invece ristretto." Dice Eric.

Dopo aver ordinato, fortunatamente si avvia una conversazione.

"Così hai una sorella o anche qualche fratello?" Chiede stando appoggiato con i gomiti al tavolo.

"Solo una sorella. Tu?" Domando prendendo la fine della mia treccia, e rigirandomela fra le dita.

"Io sono stato il primo e l'ultimo maschio, ho altre quattro sorelle, ma sono tutte più piccole." Sorride fiero.

"E questa mattina hai accompagnato una delle tue sorelle a scuola?" Chiedo.

"No, quella era mia figlia." Risponde guardando fuori dalla finestra. Mi pietrifico.

"Cosa?" Chiedo con il panico negli occhi.

"Eh si, adesso mia moglie sta aspettando anche un bel maschietto." Si volta a guardarmi sorridendo dolcemente.

"Ah... Ok..." Deglutisco. Giro anch'io la testa verso l'esterno per guardare l'ambiente fuori.

"Angelica?"

"Si?" Domando rivolgendogli subito lo sguardo.

"Ti sto prendendo in giro." Annuncia per poi mettersi a ridere. Il mio petto che fino a quel momento era teso, si sgonfia.

"Uoh... Non è stato divertente." Nego con la testa espirando e sorridendo allo stesso tempo.

"Perché?"

"Beh... Diciamo che uscire con un uomo sposato con figli, non è il mio sogno nel cassetto." Mi giustifico accennando un sorriso.

"Strano, eppure è il sogno di metà popolazione femminile." Si appoggia con la schiena alla sedia e incrocia le braccia.

Non volermi, amami || COMPLETODove le storie prendono vita. Scoprilo ora