3.

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.... HOLLY ....

Calum chiuse la porta della suite e non feci neanche in tempo a vederla perché si mise di fronte a me, baciandomi profondamente e facendo aderire il suo corpo con il mio.

Ricambiai subito il bacio: ci eravamo trattenuti in taxi e in ascensore e ora dovevamo recuperare il tempo perso.

Sentivo le sue mani dappertutto, e la cosa mi faceva impazzire: le sensazioni fisiche erano tutte amplificate, forse a causa dell'alcool.

Le mie mani erano fra i suoi capelli, quasi per avvicinare ancora di più il suo viso al mio, come se fosse possibile. Le sue cercavano un modo per togliermi quel vestito nonostante fossi schiacciata fra lui e la porta, e alla fine scesero lungo i fianchi fino ad afferrarmi le cosce.

Prima la destra, poi la sinistra, mi sollevò le gambe, portandole all'altezza del suo bacino, e mi spinse ancora di più contro la porta per tenermi sollevata, continuando a baciarmi.

Ignorai il vestito che si stava tirando pericolosamente e mi strinsi a lui talmente forte da non riuscire a respirare.

Calum indietreggiò verso il letto tenendomi sollevata e mi ci fece stendere, posandosi su di me e continuando a baciarmi.

Le sue mani salirono sulle cosce mentre sussurrava con un sorrisetto: "Buon compleanno, Holly".

Mi svegliai di scatto sentendo le prime note di Amnesia. Usavo sempre canzoni tranquille come sveglia, ma, dopo quel sogno, niente mi avrebbe calmata.

Spensi la canzone prima che Calum cominciasse a cantare e mi passai una mano sul viso, sospirando: lunedì. Bella merda.

Decisi di non tornare subito alla vita reale e mi alzai lentamente dal letto, mentre continuavo mentalmente il sogno.

Calum mi fissava dal poster sulla parete destra della mia stanza, circondato da poster di altre band, e io fissavo lui.

La mia camera era occupata per buona parte dal mio letto ad una piazza e mezza, appoggiato alla parete destra, mentre nella parete sinistra avevo una scrivania con sopra il portatile e diversi scaffali che arrivavano fino al soffitto, tutti pieni di libri.

Accanto alla finestra avevo un piccolo armadio dove avevo sistemato tutte le mie cose: da quando Lucy era andata a vivere con il suo ragazzo, avevo parecchio spazio.

Mi diressi verso l'armadio e presi un paio di skinny jeans chiari e una camicia a quadri blu, azzurri e neri.

Andai in bagno strisciando i piedi e mi rinfrescai il viso, evitando di guardare la mia faccia, probabilmente sconvolta, allo specchio.

Camminai a piedi nudi lungo il corridoio e arrivai in salotto, che era diviso dalla cucina solo da un bancone, dove mio padre beveva il suo caffè e leggeva il giornale, già vestito per il lavoro.

-Buongiorno Holly- mi sorrise alzando gli occhi dal suo giornale.

-'Giorno- borbottai sbadigliando mentre lui rideva: sapeva che il lunedì per me era un incubo. Sentii qualcosa sulla gamba e abbassai lo sguardo:

-Jake!- presi in braccio il mio cagnolino che mi faceva le feste. Jacob era stato il regalo del mio diciassettesimo compleanno da parte di Megan e Jamie: era un piccolo Carlino grigio con il musetto nero e ormai faceva parte della famiglia. Sì, il mio cane si chiamava come il licantropo di Twilight: coincidenze? Io non credo.

-Dormito bene?- mi chiese mentre io prendevo la bottiglia di latte dal frigorifero e ne versavo un po' sulla ciotola di Jacob.

Sorrisi fra me e me mentre rispondevo:

I Can't Remember || 5sos (OLD VERSION)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora