Capitolo 12

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Annie decise di risolvere il dubbio che aveva sul suo dottore Richard.
Continuava a pensare a quella chiamata senza aver più avuto risposta e a quella serata di Carnevale con Stefan, il suo Batman.
Annie andò in bagno, sì guardo allo specchio, si rimise il suo rossetto rosso,si pettinò i capelli che aveva piastrato e uscì.

Era diretta allo studio medico di Richard.
Prese un vestito a maniche lunghe e se lo portò dietro nella sua 500 gialla.
Quel vestito schifoso, di un colore Tiffany improponibile doveva essere usato per non ritrovarsi nuda dopo una trasformazione, lo posò nel porta oggetti e si avviò verso Richard.

Stranamente, non vi era una lista d'attesa lunga, solo una persona in coda.
"Certo se ha un carattere così di merda" pensò Annie.
La vecchietta in attesa entrò poco dopo, poi sarebbe toccato a lei.

Toccava a lei, che aveva sempre più ansia ad entrate, non sapeva come aprire il discorso con quell'uomo odioso.
La porta sì aprì e la vecchietta uscì.
Annie si prese di coraggio e entrò, subito si sentì gli occhi color mare puntati addosso.
Sentì un odore bruttissimo provenire proprio da quella stanza, un odore putrido, odioso.
Lui la guardava ancora più male e infastidito come se fosse lei a emanare un brutto odore.

«Cosa vuoi?» disse Richard infastidito.
«Primo portami rispetto sono una tua paziente e volevo informarti che me ne andò anche da tua paziente avvisando chi di dovere per questi comportamenti insulsi, secondo non nutro molto simpatica per te, ma volevo chiarire subito una mio dubbio e sappiamo entrambi di cosa si tratta.»
«Di cosa parli?» disse Richard facendo finta di niente.
«Parlo della tua chiamata in cui dicevi "Jessica", il nome che avevo detto a Stefan e sei tu Stefan!»
«Non so di cosa parli» continuò Richard indifferente, facendo finta di leggere dei fogli sulla sua scrivania.
«Smettila di fare lo stronzo, quegli occhi li riconosco.»
«Basta! Mi hai stancato, sì sono io Stefan e allora?» disse Richard.
«Brutto Stronzo, allora cosa?» urlò Annie con tutto l'odio che provava.
Annie iniziò a capire che stava per trasformarsi, lanciò la giacca e si trasformò, lacerando gli altri vestiti che indossava.
Richard era incredulo, era pietrificato.
Annie si lanciò dalla finestra del suo studio e si ritrovò in quel pezzetto di giardino dove aveva lasciato la macchina, per fortuna dietro un cespuglio.
Ma, in quel momento sentì i pensieri di Chris.
«Vieni subito qui!» urlò Chris nei pensieri di Annie.
Annie raggiunse il bosco lì vicino, dove sentiva provenire quei pensieri, capì di averla fatta grossa, aveva rivelato la sua natura, sarebbe stata esiliata anche lei.
«Non faccio nemmeno in tempo a dirti le regole, che già vai a scontrarti con un vampiro, ora verrai esiliata lo sai vero?»
«Richard é un vampiro?» pensò Annie.
«Si, non sentivi la puzza di carne morta? Poi ti preoccupi che Richard sia un vampiro, invece del tuo esilio»
disse Chris ridendo.
«Cosa ridi?» pensò Annie.
«Rido, perché se rilevi la tua natura a un vampiro, non si viene esiliati» continuò Chris divertito.
«Ti sembra forse divertente?» Annie era sconvolta, il suo Richard, Stefan, dottore o Batman, insomma lui, era anche un vampiro.
«Ma, Annie dimmi la verità non ti sarai mica innamorata di un vampiro?» pensò Chris sempre ridendo.
Annie si allontanò, sempre trasformata da lupo e pensò alla serata di carnevale, a Stefan, che purtroppo era quel odioso dottore.
Pensando a tutto ciò però, Chris capì tutto e capì quanto sua figlia fosse in pericolo.
«Trasformati e fatti trovare al mio hotel, vieni alla 515 Madison Street»

Annie tornò alla sua auto, pensò ai suoi piedi e si trasformò, mise quel vestito che per fortuna aveva messo nel porta oggetti e pensò subito alla giacca che aveva tolto, ma che aveva lasciato in studio di quello Stronzo.
Annie impostò il suo navigatore dalla
9th, Avenue Street alla 515  Madison Street, appena 5 minuti e si ritrovò davanti l'hotel di suo padre, che la aspettava.

«Sei in un bel guaio, tutto ciò che hai pensato, l'ho visto io e purtroppo anche la congrega, hai baciato un vampiro, provi dei sentimenti per lui e ti ci scagli contro, sei licantropo da due giorni e già hai invaso regole fondamentali.»
«Non sapevo fosse un vampiro, lo odio, non provo altro.»
«Ecco, anche odiare non va bene, potresti ucciderlo, violando un'alleanza che dura secoli.»
«Non voglio farlo!» disse Annie alzando la voce.
«Stai lontana dai vampiri, Annie. Te ne prego. Ed impara a gestire la rabbia e a trasformati a tempo debito, hai rischiato l'esilio se non fosse stato per il fatto che Richard é un vampiro.»
«Lo conosci?» chiese Annie.
«Certo che no, ho letto i tuoi pensieri e visto la tua festa. La dimora "Orion" é loro Annie.»
«Di chi?» disse Annie confusa.
«Di Richard, i suoi genitori, sua sorella e suo fratello.»

Finita questa interminabile discussione, Annie raggiunse casa sua, mangiò poco e andò a letto, anche quel giorno non andò a lavoro.
Annie aprì la finestra di camera sua e la lasciò socchiusa.
Era marzo, ma lei come tutti i licantropi sentiva caldo.
Dormì abbastanza bene, ma verso le 3 di notte si svegliò, si sentì osservata, ma poco dopo si riaddormentò, svegliandosi urlando.

«Non sono io Jessica, basta!» disse.
Aveva sognato ancora Richard che la uccideva e una donna che le urlava: «Non sei meglio di me» mentre le affondava i denti nel collo.

Annie era sconvolta non capiva, c'era qualcosa che non andava e doveva capire cosa.

Dannati per l'eternità #Wattys2017Where stories live. Discover now