4. Il P-30

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Nonostante fossi persa nel buio più assoluto, l'oscurità stessa non sarebbe stata tenebrosa come il tuo spirito. Il quale è nero, putrido, logoro...

Anche addormentandomi, sapevo perfettamente che non avrei più visto la luce.

E tu, Wesker? Cos'è che sogni quando chiudi i tuoi crudeli occhi iniettati di sangue?


***


Jill Valentine sbatté incessantemente i pugni contro la porta della cella, per tutta la notte.

Non si fermò un attimo, nonostante le mani fossero oramai piene di lividi. Abbassò il viso, rimanendo poggiata su di esso dopo l'ennesimo colpo.

Ansimò distrutta, mentre lentamente scivolò a terra. I capelli caddero sul suo viso, coprendolo interamente.

Strinse gli occhi, non avendo neanche più le lacrime per piangere, già ampiamente versate a suo tempo.

Si allontanò dalla porta, sedendosi definitivamente sul pavimento. A quel punto strinse le gambe e sprofondò la testa tra le ginocchia.

Ricapitolò gli ultimi ricordi che erano ancora abbastanza nitidi nella sua mente.

Il buio di quel giorno di tempesta, il suo compagno Chris Redfield, e poi... Albert Wesker, l'ex capitano della S.T.A.R.S. che aveva tradito tutti, ed oggi era un terrorista che pianificava chissà cosa, tradendo persino l'Umbrella e lavorando per conto suo, sui suoi loschi scopi.

Lo odiava... lo odiava profondamente.

Un odio che si propagava in ogni parte di se stessa, facendole contorcere le viscere.

Lei aveva creduto in lui.

Era stato un uomo molto importante nella sua vita in quanto, grazie alla stars, lei era riuscita ad uscire da un periodo della sua vita davvero brutto.

Questo, ovviamente, era stato molto tempo fa.

Gli incubi che aveva allora, non erano nulla comparati a quelli che aveva adesso, il cui volto di Wesker aveva segnato solo l'inizio.

Strinse le gambe più forte.

Quel ricordo la tormentava ancora profondamente.

Si riteneva stupida nel non essere mai riuscita a capire cosa in realtà si celasse dietro gli occhi di Albert Wesker.

Il suo volto oscuro era rimasto celato fino a quella maledetta notte del 1998, senza che nessuno avrebbe mai potuto sospettare chi egli fosse realmente e cosa stesse progettando.

Ricordava nitidamente quando, nei laboratori, trovò quella diapositiva in cui egli era ritratto vestito da dottore, e quel documento riguardo l'Umbrella Corporation ove era menzionato il suo nome.

Non ci aveva creduto, aveva sperato di non crederci fino all'ultimo, prima di solcare quella porta e dover costatare che invece era proprio così.

Lui...aveva fatto di tutta la S.T.A.R.S. soltanto un esperimento. Nulla di più.

Quel capitano non era mai esistito. Lei, come tutti, era stata ingannata.

Si chiedeva ancora incessantemente perché ciò la tormentasse ancora.

Alzando gli occhi rivedeva il suo volto celato da quelle lenti scure...le stesse che indossava anche quando credeva ancora in lui.

Forse per questo Wesker aveva sempre portato gli occhiali da sole, anche di notte...

Resident Evil - Le origini del maleWhere stories live. Discover now