2. Il risveglio e la condanna

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Una nuova razza umana superiore che vede la luce grazie al virus Progenitore. Ai fratelli Wesker fu affidato un potenziale infinito.

Di loro, solo uno sopravvisse. Tu.

Vuoi dire che sono stato fabbricato?

Stavo per diventare un dio, creatore di un nuovo mondo per un'avanzata razza di esseri umani. Eppure, tutto è andato perduto a Raccoon City.

Nonostante quella sconfitta, la tua creazione ha tutt'ora grande importanza. La mia ora si avvicina inesorabilmente. Destino beffardo per un uomo che ha il diritto di essere un dio!

Il diritto di essere un dio...



***



Wesker spalancò gli occhi, sconvolto. 

Completamente sudato, tocco la fronte con la sensazione di avere ancora addosso il caldo sangue di Spencer quando l'aveva trafitto.

Nonostante fosse solo un ricordo riportato nella sua mente attraverso un incubo, sentì nitidamente sulla sua pelle il corpo di quell'uomo trapassato dalle sue stesse mani.

Una sensazione devastante lo pervase, ancora incapace di accettare che dopo quell'episodio qualcosa si fosse scosso nella sua mente.

Buttò via le coperte e si alzò, avanzando verso la finestra.

Era forse normale essere tormentato dagli incubi? Da quanto effettivamente non dormiva serenamente?

Una coscienza macchiata come la sua non gli avrebbe mai concesso beato riposo, questo da molto tempo oramai.

Tuttavia la sua mente era sempre stata fredda e distaccata dalle sue ansie, e mai si era sentito così...

Un brivido tremendo lo attraversò in tutto il corpo di nuovo. Sentì che non rispondeva al suo richiamo di tornare in sé, e prese a tremare, a sudare freddo.

Digrignò i denti e scagliò un pugno contro il muro, frantumandolo in quel punto.

Ansimava, arrabbiato col mondo intero, arrabbiato con se stesso, arrabbiato con Ozwell Spencer!

Le parole di quell'uomo echeggiarono disturbanti nella sua testa con ossessione, ripetendosi a catena l'una dopo l'altra. Atroci, martellanti, come spade appuntite nel suo cranio.

Rivide quel vecchio nei suoi ricordi, il buio di quel castello, la sua indifferenza nel parlare a lui di quei suoi progetti, infischiandosene, e forse non notando nemmeno, di star devastando la mente di un uomo che aveva sacrificato tutto per rincorrerlo.

Lui...non era altro che un fabbricato? Un prodotto? La sua vita...era stata tutta una menzogna?
Tutta la sua esistenza era girata attorno ad un folle simile?

Sferrò un altro pugno, devastato da quelle parole che non stavano facendo altro che tormentarlo da giorni.

Il suo autocontrollo, la sua mente fredda e calcolatrice...stava tutto vacillando?
Stava... impazzendo?

Dopo anni di sacrificio... era questo ciò che lo stava facendo crollare? Perché? Perché non riusciva a dimenticare quelle parole? Perché lo avevano scosso fino a questo punto?
Aprì i pugni e guardò le sue mani. I suoi pensieri si fecero sempre più struggenti.

Nove anni... erano passati nove anni da quando aveva sacrificato la sua umanità per seguire Spencer...

Invece ne aveva appena diciotto quando era iniziato tutto... quando da giovanissimo scienziato era entrato per la prima volta nel laboratorio sui monti Arklay e aveva cominciato a lavorare per conto di Spencer senza mai poterlo vedere. Senza mai sapere nulla. Senza conoscere lo scopo della sua ricerca, trattato poco più di una macchina.

Resident Evil - Le origini del maleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora