14.

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Deirdre

Era sdraiata nel loro letto, quella fotografia in mano e i piedi gonfi. Faticava ancora a credere che quella serata fosse davvero avvenuta: prima la notizia di Marrok che si comportava da warg innamorato, poi la scoperta che sua figlia era una vilia, la triste storia di Elise e infine, come ciliegina sulla torta, la parentela tra suo marito e il segugio.

Non riusciva a staccare gli occhi dall'immagine che aveva davanti, la madre di Søren era stata una donna bella e solare, ora forse riusciva a capire un po' di più la follia di Wilheim. Studiò minuziosamente i loro lineamenti, suo marito aveva preso molto da suo padre, ma gli occhi, gli occhi erano quelli di Yulene, di un raro e puro verde scuro. Amava quegli occhi e fortunatamente Kilian li aveva ereditati.

Doveva essere stato un duro colpo per lui scoprire di non essere totalmente solo, di avere una famiglia alle spalle che non comprendeva solo lei e i loro figli. Trovarsi di fronte ad un cugino e venire a conoscenza di una famiglia intera di parenti di cui non avevi minimamente idea era qualcosa che poteva far crollare il tuo mondo e lei lo sapeva bene, aveva provato sulla sua stessa pelle quelle sensazioni quando aveva conosciuto Aonghus.

I passi pesanti dell'uomo le fecero alzare lo sguardo, sulla soglia della stanza suo marito si stava asciugando i capelli con un telo. Sentì le farfalle volarle nello stomaco e trattenne per un attimo il fiato, indossava solo i jeans che aveva indossato tutta sera e nient'altro. In quegli anni era rimasto magnifico come quando l'aveva conosciuto, convalescenza a parte si intende, e sorrise consapevole che era suo e lo sarebbe sempre stato.

≪Lo so a cosa stai pensando, piccola svergognata! ≫ Allargò il sorriso e fece vagare lo sguardo sul corpo muscoloso del warg.

≪Ne ho tutto il diritto. Balena felice? ≫

≪Già ≫ sospirò. Trattenne a stento una risata, da quando lo avevano portato all'acquario Kilian era rimasto affascinato dagli spruzzi provocati dal respiro delle balene. ≪Ricordami: perché ci siamo fermati a vedere quel documentario? ≫ Si chinò in avanti per baciarlo.

≪Per cercare di farlo appassionare a qualcosa di istruttivo. ≫

≪Giusto. ≫ Le diede un bacio veloce per poi finire di cambiarsi. Deirdre lo studiò fare quei movimenti che ormai conosceva a memoria. Lo guardò infilarsi i pantaloni grigi di una tuta e lasciare i jeans sulla sedia insieme al resto del mucchio di indumenti. Fece frusciare le lenzuola e mentre si mordicchiava l'interno di una guancia, si chiese se fosse il caso di parlarne subito. La reazione che aveva avuto non era stata delle migliori.

≪Cosa pensi di fare? ≫ Aveva spento la luce, ma la lampada sul comodino illuminava quel tanto che le bastava per vedere la sua espressione imbronciata. Lasciò la porta socchiusa per Kilian e si sistemò sotto le coperte insieme a lei.

≪Tu gli credi? ≫ La guardava con quei suoi occhi ferini e capì che in fondo, per quanto potesse essere diffidente, sperava che la storia di Fenris fosse vera.

≪Sì e credo anche che dovremmo rifare quel discorsetto che ti ho fatto un po' di tempo fa. ≫ Lui la guardò male e le sorrise subito dopo.

≪Non ricordo nessun discorsetto. ≫

Sollevò un sopracciglio scettica, certo che lo ricordava, lo ricordava benissimo e questa volta fu lei a guardarlo male. ≪Dico sul serio Søren, Elise ci ha dato la più bella notizia che potessimo avere e tu gli hai ringhiato contro. ≫

≪Non gli ho ringhiato contro! ≫ un'occhiata bastò per farlo sospirare. ≪Va bene, forse ho ringhiato, ma solo un po'. Kilian non si è neppure spaventato. ≫

HuldraWhere stories live. Discover now