12.

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Shireen

≪Ho chiuso con Anice. ≫ Quelle parole rimasero sospese tra di loro nel silenzio della notte. Reen era ancora sul portico e a causa della luce fioca della lanterna, riusciva solo ad intravedere i lineamenti nel warg. In compenso, però, lo sguardo che le stata rivolgendo l'aveva notato eccome. La guardava così intensamente e con così tanto desiderio e tormento che le farfalle riempirono il suo stomaco e l'ansia il suo petto. Teneva ancora le braccia strette al corpo, stringendo la stoffa del cappotto per evitare di tremare dall'emozione.

Lui avanzò di qualche metro. I passi pesanti erano attutiti dall'erba, ma nel silenzio irreale che si era creato le parvero rimbombare intorno a lei. Sembrava diverso, più imponente e sicuro di sé. Aveva fatto allungare la barba che ora gli ricopriva gran parte del viso rendendolo meravigliosamente stropicciato. Gli occhi verdi parevano due fari nella notte e non accennavano a staccarsi da lei. Deglutì, socchiuse le labbra pronta a dire qualcosa, ma lui la precedette.

≪Deirdre dice che potresti essere tu quella giusta ≫ Fece un passo indietro, portandosi una mano alle labbra per lo shock. Sapeva che Deirdre ne era convinta, l'aveva intuito dai suoi discorsi e da come tutti gli altri le parlavano, ma mai avrebbe pensato che ne avesse parlato anche con Marrok. E meno che mai che lui andasse a dirglielo in faccia. Cercò di mandare via la tensione che le si era formata in gola e abbassò gli occhi, incapace di guardarlo ancora. I pensieri le si affollarono in testa, tornò a stringere il cappotto con più forza e strinse le labbra in una linea dura.

≪Sei sparito per tre settimane. ≫ Credeva davvero che sarebbe stato così facile? Che sarebbe bastato un "potresti essere tu quella giusta" per scusarsi e mettere a posto le cose tra loro? Che poi, quali cose tra loro? Faticava anche solo a capire se fossero amici o solo conoscenti!

≪Ho avuto da fare. ≫

≪E noi no, vero? ≫ Lo fulminò ≪Noi non abbiamo avuto da fare. Deirdre è sempre stanca, il branco era dannatamente preoccupato per te, Biast ci sta col fiato sul collo e Søren sembra aver perso la ragione dopo quello che accaduto. ≫ Non si era nemmeno resa conto di essere così arrabbiata con lui. Non avrebbe voluto essere così dura, ma ormai il danno era fatto e di certo non si sarebbe tirata indietro. ≪Non ti sei degnato di chiamare. Non ti sei degnato nemmeno di lasciare un cavolo di messaggio. Pensavo che fossimo amici, a quanto pare mi sono sbagliata. ≫

Il lampo di dolore che attraversò gli occhi del warg durò meno di un secondo, ma lei riuscì a notarlo comunque. Non le piaceva vederlo così dopo tutto quello che era successo, dopo quella terribile crisi, ma dentro di sé ribolliva di collera. Si sentiva tradita, abbandonata, ferita.

≪Se fossi rimasto avrei potuto fare del male a qualcuno. ≫ Era serio come la morte. Si avvicinò ancora, lento e guardingo fino a raggiungere l'ingresso del portico. ≪Avrei potuto far del male a te o, peggio ancora, a Ivie. ≫ Lo studiò, mantenne le distanze e lui non sembrò avere l'intenzione di avanzare ancora.

≪Dove sei stato? ≫ Le mani le tremavano lungo i fianchi. Grazie agli scalini lo superava almeno di una ventina di centimetri, ma questo non smorzava il disagio che provava sotto la densità del suo sguardo. Non lo aveva mai visto in quel modo, era sempre stato gentile e premuroso con lei, non che in quel momento fosse aggressivo o altro, ma tutto in lui trasudava serietà e determinazione. A pensarci meglio, solo una volta era riuscita ad avere un assaggio di quello che aveva di fronte, quella sera all'Avilon quando lo aveva trovato senza maschere.

Era questo che gli era successo? Si era finalmente liberato delle maschere che portava sempre con sé?

Trattenne il respiro attendendo la sua risposta. ≪Ho viaggiato con Aonghus per un po'. Avevo bisogno di trovare un nuovo equilibrio. ≫

HuldraWhere stories live. Discover now