Capitolo 23: Banana Pancakes

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Poi quella figura abbassa un coltello e infilza Jason

-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!- urlo alzandomi a sedere.

Le lacrime occupano la mia visuale.

-Alisia che succede?- mi chiede una voce femminile conosciuta.

-Jess? Sei tu?- chiedo incredula.

-Sì, sono io- dice lei sconvolta.

È viva!

-Oh santo letto! Sei viva! Sei viva!- non mi importa se sveglierò qualcuno e le salto addosso.

-Ehmm... Sì, sono viva, siamo tutti vivi- dice ovvia e sbigottita, ricambiando la stretta.

Mi stacco dall'abbraccio, mi asciugo gli occhi e mi guardo intorno: sono tutti qui!

Tranne Chiara.

=================================================================Pov Jason

È stato divertente e un grande aiuto per il mio ego vedere Alisia intenta a mangiarmi con gli occhi gli addominali. Ha guardato me e solo me per un sacco di tempo.

~Ora non gongolare eh~

~E chi gongola?~

~Tu~

~Beccato ahah~

~Siamo contenti, eh~

~Molto, magari anche lei prova quello che provo io~

Mentre lo penso mi vado a lavare e mi metto il pigiama, fortuna che mio padre ha riportato con me anche la valigia che mi ero portato in viaggio. Quando arrivano i ragazzi, si lavano e si cambiano. Guardiamo quasi disgustati il letto, non perché sia brutto o perché fosse quello in cui dormiva la mortale, no, ma perché ci dobbiamo dormire in quattro! Va bene che è grande, ma non così grande! Vincendo il disgusto proviamo a sdraiarci e a dormire un po'. Niente. Non ci riesco. Mi alzo, andrò a dormire sul divano.

Esco dalla camera lasciando i ragazzi a dormire uno sopra l'altro e m'incammino verso la sala, ma devo obbligatoriamente passare davanti alla camera di Alisia: chissà se starà dormendo?

Mi fermo un secondo davanti a quella porta, mi piacerebbe guardarla mentre dorme, ma devo ricordarmi che non è sola e potrebbero prendermi per maniaco. Proprio quando sto per andarmene, sento delle grida provenienti dalla camera in cui stando dormendo le ragazze: Alisia!

Apro la porta e la vedo che scalcia, da pugni e grida come una pazza. Le ragazze la stanno guardando non sapendo cosa fare, ci raggiungono anche i ragazzi: siamo tutti shoccati.

Entra, tutta trafelata, anche la padrona di casa.

-Oh, no! Un altro incubo!-

L'incubo!

Oh no!

A un certo punto grida un no lunghissimo mettendosi seduta. Ancora ha gli occhi chiusi, é tutta sudata e piange ininterrottamente.

-Alisia che succede?- chiede Osbourne.

-Jess? Sei tu?- chiede Alisia aprendo gli occhi di scatto.

-Sì, sono io- dice lei sconvolta.

-Oh santo letto! Sei viva! Sei viva!- grida Ali abbracciando, meglio dire stritolando Jessica.

-Ehmm... Sì, sono viva, siamo tutti vivi- dice ovvia.

Alza lo sguardo e lo posa su tutti noi, mi pare che su di me l'abbia posato per un po' più di tempo, sarà vero?

Sua madre le corre incontro e l'abbraccia.

-Stai bene tesoro?-

-Sì mamma, era solo un incubo-

-Sicura piccola?-

-Sicurissima-

Esce e se ne torna in camera sua.

-Ragazzi sto bene, era solo un brutto sogno, davvero. Tornate pure a dormire-

I ragazzi escono dalle stanze, le ragazze, eccetto lei, si rimettono nel letto, esco e vado in salotto.

-Non riesci a dormire?-

Sobbalzo.

Mi volto e c'è Alisia dietro di me che sghignazza.

-Mi farai venire un infarto! Comunque no, non ci sto con i ragazzi-

-Lo sapevo, per questo vi ho preparato anche il divano!-

-Sei un genio! Ma ora non ho molto sonno- dico.

Lei si siede al mio fianco.

-Nemmeno io- dice sospirando.

-Stesso incubo dell'altra volta?-

-Simile, il succo è sempre lo stesso, voi che morite a causa mia e io dentro una gabbia-

-Tranquilla, non è niente, lo sai-

-Lo sapevo, fin quando non hanno rapito Chiara- sussurra convinta che io non l'abbia sentita.

Non so come consolarla, non sono bravissimo in queste cose, non so cosa dirle, cosa fare. Un secondo dopo mi ritrovo a tirarla a me e farmela cadere addosso per poterle dare un abbraccio che spero la consoli.

Lei non dice niente, inizialmente è tesa, molto tesa, poi si scioglie e mi abbraccia stringendo, forse, anche un po' troppo, ma la lascio fare, si deve sfogare. Io mi godo il suo calore, il suo piccolo corpo che abbraccia il mio e mi sento molto bene e molto fortunato. Si stacca ed è tutta rossa.

-Grazie- mi dice.

Stiamo ancora qualche minuto qui, senza dire niente, poi lei esordisce dicendo:

-Dai che è tardi! Vai a letto o domani non ti alzi più-

Poi si alza e si dirige in cucina, un secondo dopo sento dei rumori strani e la raggiungo, tanto non riuscirei a dormire sapendo che lei non dormirebbe.

-Che stai facendo?- chiedo.

Ora tocca a lei sobbalzare.

-Mi farai prendere un infarto!- ride.

Ha una bellissima risata.

-Touché- dico sorridendo anch'io.

-Preparo la colazione per la mattina, tu non dovevi andare a dormire?-

-Non ho sonno, posso aiutarti?-

-Se vuoi certamente!- mi risponde felice.

-Non sono molto bravo in cucina, ma, spero, che con la tua supervisione, riuscirò a non farti andare a fuoco la casa- dico a metà tra il serio e lo scherzoso.

Lei, come risposta, si mette a ridere e mi lancia un grembiule. E così iniziamo a preparare brioches e pancakes per tutti.

The Her Saga #1 - The DaughterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora