1. Runaway

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ALY

<<"I don't want to hurt you, you don't want to hurt me.
I can't stand you and you can't stand me.
We can't rearrange you can never change me...
Say goodbye, nothing I say could change your mind, because..">>

Mi asciugai le guance, cercando di ricompormi mentre le parole di I Won't Be There dei Simple Plan mi accompagnavano nella ricerca di un parcheggio, ma in quel labirinto di SUV e auto sportive non sembrava esserci nemmeno un posto.

<<"...I can't stay, tomorrow I'll be on my way... So don't expect to find me sleeping in my bed, 'cause when you wake up... I won't be there">>

Passai ancora qualche minuto a girare a vuoto, finché non scorsi l'auto di mio padre parcheggiata accanto all'entrata e, visto il mio umore di quel giorno, decisi che posizionargli la mia davanti non sarebbe stata poi una grande cattiveria.

Spensi il motore e, dopo essermi resa più o meno presentabile e aver tolto i residui di trucco che si erano sciolti a causa delle lacrime, scesi dalla mia Mercedes, ancora ammaccata dall'ultima volta in cui avevo fatto guidare Daphne, e mi diressi verso la gradinata dell'edificio, lasciando di proposito i tacchi in auto, per protesta.

Salii frettolosamente le scale, sapendo di essere in ritardo, e ringraziai con un sorriso i due ragazzi che mi aprirono molto gentilmente la porta, per poi posizionarmi sul fondo della sala, ignorando le persone presenti e tutto lo sfarzo con cui erano state decorate le pareti per l'occasione, sapendo che non avrei apprezzato a prescindere.

Nonostante il mio umore alterato per il litigio con i miei di qualche ora prima e nonostante mi sentissi un pesce fuori d'acqua in quel posto sfarzoso, non riuscii a trattenere un sorriso nel vedere Daphne salire sul palco con sicurezza, con i capelli castani raccolti in un'acconciatura impeccabile e con il corpo fasciato in un vestito verde scuro che si intonava perfettamente ai suoi occhi.
Era bellissima, come sempre d'altronde.

I presenti scesero in un religioso silenzio quando la mia migliore amica si avvicinò al microfono e io mi appoggiai con la schiena alla parete, mettendomi comoda per ascoltare il suo discorso.
Sapevo cosa avrebbe detto di lì a poco, visto che lo aveva provato per la prima volta con me, per assicurarsi di risultare il più credibile possibile.

<<Grazie. Grazie di cuore a tutti quanti. Sono davvero contenta di essere qui, oggi, a condividere con voi l'ultimo giorno di una lunga avventura vissuta all'interno di questo edificio scolastico. Ringrazio tutti i miei compagni di corso che mi hanno accompagnata dall'inizio alla fine in questo meraviglioso percorso universitario. Colgo inoltre l'occasione per ringraziare la mia famiglia, senza la quale non avrei mai frequentato questo prestigioso istituto. Ringrazio mia madre per l'appoggio che mi ha sempre dato, e mio padre per aver contribuito ad incrementare le risorse finanziarie della cassa scolastica. Il mio grazie va, infine, ai miei docenti, che mi hanno guidata e istruita fino a questo giorno molto speciale.>>

I vari amici e parenti si alzarono in piedi, battendo forte le mani, mentre Daphne si congedava con un finto sorriso e scendeva con fin troppa agilità dal palco, camminando senza sforzo su quelle trappole mortali che la gente chiamava tacchi e preparandosi ad affrontare l'ondata di congratulazioni da parte di tutte quelle persone che probabilmente nemmeno la conoscevano veramente.

Osservai attentamente gli invitati e con lo sguardo cercai i miei genitori, che non tardai a trovare: si trovavano ovviamente nei posti d'onore, visto che mio padre e quello di Daphne erano soci in affari, e con loro era presente anche il rettore della scuola, che parlava con i due uomini come se fossero dei vecchi amici... quando in realtà l'unico interesse da parte sua era il denaro, e forse anche un po' di fama.
D'altronde, poter dire che la figlia di Peter Rossman aveva frequentato quell'università era molto più di una semplice pubblicità per il suo istituto.
Poco importava che Daphne in realtà avrebbe dovuto iscriversi al corso di Economia Manageriale e che aveva tenuto nascosto per ben due anni interi il fatto che stesse studiando Lingue Orientali, da sempre la sua vera passione.
Suo padre divenne furibondo quando lo venne a sapere, ma l'idea che la figlia non si laureasse e rinunciasse agli studi lo spaventava troppo per costringerla a ritirarsi dall'università e tagliare i fondi scolastici, perciò alla fine aveva vinto lei.
Ecco perché era il mio idolo.

Blood, Sweat & Tears || BTSWhere stories live. Discover now