7. Blood

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ALY

<<AAAAAARGH>>

Sobbalzai sul letto, che cigolò rumorosamente sotto il mio peso, e non ebbi nemmeno il tempo di svegliarmi completamente che la mia testa picchiò violentemente contro la rete malmessa del letto di Daphne, posizionato di poco sopra il mio.

<<Porca puttana...>> imprecai a mezza voce, strizzando le palpebre in una smorfia di sofferenza e portandomi una mano alla fronte, sentendo il dolore pulsare nel punto in cui ero sicura sarebbe uscito presto un bernoccolo. Dovevo ancora abituarmi a quella sottospecie di cripta che doveva essere il mio nuovo letto. Inutile dire che avevo provato in tutti i modi possibili a persuadere Daphne nel lasciarmi dormire in quella che era la parte superiore del letto a castello, ma non c'era stato modo di convincerla davvero, ed ero arrivata ben presto ad arrendermi contro la sua testardaggine- non che fosse una novità, comunque.

<<A-A-Alyy!>> mi richiamò poi con urgenza la voce tremante di Daphne, che mi aveva svegliata di soprassalto pochi secondi prima con il suo urlo acuto apparentemente ingiustificato; socchiusi gli occhi spostando lo sguardo ad ispezionare il monolocale, e non faticando a individuarla, visto che lo spazio in cui cercare era decisamente ridotto.

Dovetti però assottigliare maggiormente lo sguardo per individuare quello che era il suo viso, perché la prima impressione che ebbi nel momento stesso in cui la intravidi nella penombra, fu quella che un'intrusa si fosse intrufolata all'interno della casa e avesse preso il posto della mia cara amica.

La ragazza era rintanata accanto alla porta, le braccia tremanti strette al petto, e faticai a riconoscerla sotto quell'insieme di vestiti scombinati che aveva addosso: portava i miei vecchi pantaloni della tuta neri, che utilizzavo per fare le pulizie viste le macchie scolorite di candeggina; un paio di anonime scarpe da ginnastica che non avevo mai visto, di un colore panna opinabile, che le facevano sembrare quasi vissute o di seconda mano; un giaccone marrone da uomo che avevamo trovato nell'armadio dell'appartamento e che puzzava di naftalina; infine un'enorme sciarpa a quadri grigi e neri che avevo comprato io stessa nel centro di Seoul per ripararmi dal freddo, insieme ad un berretto color crema che arrivava direttamente dalla collezione di Daphne, ben affondato sulla testa, fino a coprirle quasi interamente la fronte, mentre il resto dei lunghi capelli era nascosto dai vari strati di vestiti.

Corrugai la fronte, ignorando il fastidio che sentii nel farlo a causa della botta, assistendo a quello spettacolo più unico che raro: Daphne non si sarebbe vestita così nemmeno per andare a buttare fuori la spazzatura, era veramente irriconoscibile. Mi sembrava un fenomeno da baraccone, e il che mi fece quasi soffocare nelle mie stesse risate... nemmeno sotto tortura avrebbe ceduto a indossare delle cose così malridotte e quasi nauseanti - era impossibile non sentire il naso bruciare all'odore acre che proveniva da quel giaccone che mi ero ripromessa di far sparire il prima possibile da quella casa.

Continuai ad osservarla, sempre più confusa dal suo aspetto, fino al momento in cui incrociai il suo sguardo, che da dietro gli occhiali trasmetteva una sensazione di panico puro. Se ne stava in punta di piedi sulla soglia, respirando quasi impercettibilmente, immobile come se il resto del pavimento fosse cosparso di lava.

<<Che ti prende ora?>> borbottai raucamente, la voce ancora impastata dal sonno, strofinandomi gli occhi con la mano sinistra per provare a far sfumare via le ultime tracce di sonno.

<<S-s-s>> deglutì sonoramente, non riuscendo a parlare <<S-scarafaggio. Sul p-pavimento. È uscito ad una velocità supersonica appena ho aperto la porta.>> balbettò mentre i suoi occhi si muovevano veloci da una parte all'altra della stanza, cercando in ogni anfratto la presenza di quei disgustosi insetti neri.

Blood, Sweat & Tears || BTSDonde viven las historias. Descúbrelo ahora