Sono riscossa dai miei tristi ricordi dal ragazzo al mio fianco.

-Scusa, non volevo farti intristire.-

-Non preoccuparti, non è mica colpa tua.-

-Ti va se ci scambiamo i numeri? Così possiamo sentirci e puoi chiedermi aiuto, se ne hai bisogno.- propone per cambiare argomento.

-Molto volentieri, mia guardia del corpo segreta, anche se non più di tanto- gli faccio l'occhiolino.

Lui mi passa il suo telefono ridendo e io gli passo il mio. Salvo il mio numero sotto il nome "Perfetta principessa dei cieli", non mi sono mica dimenticata la nostra precedente conversazione.

Ci scambiamo nuovamente i telefoni e vedo che lui si è salvato come "Il Pianista". Che inventiva!

-Gran soprannome!- ci diciamo insieme e scoppiamo a ridere.

Vedo la mia via e capisco che questa è la mia fermata, saluto Jason e, appena il pullman si ferma e apre le porte, scendo e mi avvio a casa.

Vado in cucina per prendermi qualche spuntino e vedo, sul frigorifero, un post-it di mia madre che mi avvisa che stasera rientrerà un po' più tardi, questo vuol dire: PIZZA, libertà e il pomeriggio per fare tutto ciò che voglio! SIIII!

Vado in sala e mi lancio sul divano, accendo la televisione e sblocco il telefono. La mia migliore amica mi ha risposto! EVVAI!

Mi ha mandato una sua foto: ha i capelli mori e lisci più degli spaghetti tirati indietro in una coda alta, gli occhi color caramello sono truccati leggermente, come il suo solito, le labbra le ha pitturate con quel suo lucidalabbra alla pesca che mette da... bè... da sempre! Indossa una maglietta rossa con scollo a V a maniche lunghe e un paio di jeans neri aderenti. Come descrizione della foto ha scritto *mood depressione*

Scoppio a ridere e le rispondo immediatamente chiedendole quando posso chiamarla su Skype per sentirla e vederla, visto che mi manca un macello. Dopo, forse, una manciata di secondi mi risponde:

"Ti chiamo io appena finisco, comunque, probabilmente, verso le tre, conosci gli orari qui, no?"

Faccio un rapido conto, alle tre da lei corrispondono le nove da me, perfetto!

Ho tutto il pomeriggio libero, nessun compito e nessuno scocciatore. Sentire la mia migliore amica mi ha ricordato una mia passione che ho scoperto grazie a lei: il canto!

Lei dice che sono bravissima, ma io continuo a pensare di stonare delle note così mi esercito in segreto, sì, non voglio che nessuno lo sappia per non sentirmi fare richieste del tipo <<Mi fai sentire come canti?>> o cose simili. Nemmeno mia madre sa di questa mia passione e Chiara non sa che mi esercito in segreto, altrimenti mi ucciderebbe, lei vorrebbe iscrivermi in qualche club di musica o cose varie come fa lei.

Metto in sottofondo la base della prima canzone che mi accingo a cantare, inizierò con una non molto difficile, senza acuti o varie difficoltà per scaldarmi la voce. Inizierò con "Mad World" di Gary Jules, che è la prima canzone che ho cantato con la mia migliore amica, quel famoso pomeriggio.

^Flashback^

Ero a casa della mia Chiara per una giornata tra ragazze, i suoi erano in vacanza così ne abbiamo approfittato. In un momento di calma e serietà, lei ha tirato fuori il suo strumento musicale, il violino e ha iniziato a suonare un paio di note a caso per scaldarsi, poi ha attaccato a suonare questa canzone, è una delle mie molte canzoni preferite, conosco tutto il testo a memoria e suonata da lei era così dolce che non sono riuscita a resistere: ho chiuso gli occhi e ho iniziato a cantare. Quando è finita, ho riaperto gli occhi e ho trovato la mia violinista preferita che mi guarda con gli occhi che, come grandezza, paiono due palle da bowling e con la mascella che tocca le fondamenta della casa (voi direte, dai è normale, sì, lo sarebbe se fossimo al piano terra, ma noi, qui, siamo al sesto piano! Ripeto SESTO!), mi ha guardata come se fossi una specie a lei sconosciuta e poi ha sbiascicato:

-Ma... Ma... Ma...-

L'ho interrotta, tanto, in quel momento, era un disco rotto.

-A parole tue, Chia, per piacere-

Lei, a questo punto, si riprende e mi lancia un'occhiata così cattiva che se gli sguardi potrebbe uccidere, io sarei morta già una decina di volte solo con questa occhiata, bè, in fondo so quanto lei odio il soprannome Chia.

-Sei bravissima Ali! Perché non mi hai mai detto quanto sei brava?-

La guardo esterrefatta e scoppio a ridere.

-Grande Chicca! Questa sì che era una barzelletta meravigliosa!-

Mi asciugo le lacrime agli occhi e la fisso.

-Ma sei seria?- dico sconcertata.

-Certo Frankestein! Ovvio che sono seria! Sei davvero spettacolare!-

^Fine Flashblack^

Mi risvegli dai miei pensieri perché la canzone che stavo cantando è terminata e sta iniziando la seconda. Ho fatto una playlist con sole basi delle mie canzoni preferite da utilizzare per gli esercizi di canto, ogni tanto ne aggiungo qualcuna, cioè quando qualche altra canzone diventa un'altra delle mie preferite, sì, avrete ben capito, ormai, che ho un sacco di playlist, eheh, non posso farci nulla, amo la musica.

La canzone che parte ora è "A Thousand Years" di Christina Perri.

Mi fa sognare un amore così bello che ti fa aver voglia di averlo a tutti i costi, di combattere ogni singolo giorno per esso, di non lasciarlo andare mai più, da riempirti il cuore di amore e di paura, paura di perdere questo amore tanto straordinario da sapere, con certezza assoluta che ti spezzeresti il cuore, che la devastazione diventerebbe parte di te e la depressione ti farebbe un baffo perché entreresti in uno stadio ben peggiore della depressione e, infine di dedicare questa meravigliosa canzone al tuo amore per la vita.

Inizio a cantare e immagino che, forse, molto forse, anch'io avrò un amore così. Inizio, anche, a seguire il ritmo con il ritmo con il corpo e, senza accorgermene, ballo in salotto. Il tempo sembra non scorrere più, la mia mente è in volo libera dal mio corpo e sogna, sogna un amore che, probabilmente, io non avrò mai.

Purtroppo, il tempo ricomincia a scorrere e, in men che non si dica, la canzone è finita e il mio corpo si blocca.

Citofonano alla porta. Ma chi sarà mai?Non aspettavo nessuno a quest'ora. È ancora troppo presto.

Spengo la musica e apro la porta.

-Avevi dimenticato qualcosa tu-

Oh santissima cacca!

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