EPILOGO

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Si era girata e rigirata tutta la notte nel letto senza riuscir a prendere sonno. Aveva bevuto un infuso che le avevano consigliato Athi e Lia per riposare e dormire ma non aveva funzionato. Forse era il caldo, forse era la luna che proiettava la sua luce all'interno della camera o forse erano i pensieri ma lei aveva gli occhi sgranati che non ne volevano sapere di chiudersi.

Si girò alla sua destra e vide Loki dormire.

Beato lui.

Lei erano notti che non riusciva a dormire mentre il giorno crollava sempre, stremata anche se trascorreva le sue giornate a leggere o a camminare nei giardini. Aveva voglia di cavalcare, perché aveva scoperto che la rilassava e le scaricava la tensione ma per il momento non poteva assolutamente farlo.

Si alzò sbruffando, tanto anche per quella notte non avrebbe dormito e le dispiaceva svegliare suo marito con i suoi molesti spostamenti, e si diresse verso l'enorme finestra aperta che lasciava entrare una piacevole aria fresca, in quella notte asgardiana afosa.

Stava ammirando il cielo stellato,un cielo che ancora riusciva ad incantarla, quando un fruscio alle sue spalle le fece voltare appena la testa.

Sorrise, vedendo che Loki l'aveva raggiunta e rimanendole dietro le aveva delicatamente abbracciato la vita.

"Tutto bene?" le domandò un po' allarmato, in un filo di voce.

"Si." rispose lei, sorridendo alla luna e alle stelle, per tranquillizzarlo.

Lui le posò le mani sulla pancia e un dubbio si insinuò nella sua mente; a lui, che i dubbi li insinuava nelle menti altrui.

E se avesse commesso gli stessi errori che suo padre aveva commesso con lui? E se non fosse stato in grado di amarlo come meritava? E se fosse stato stato diverso, sarebbe riuscito a quel punto ad amarlo?

Sospirò profondamente solleticando l'orecchio della sua compagna che si girò verso di lui avvolgendoli le braccia al collo e, come avesse letto i suoi pensieri, disse "Sarai un ottimo padre." sorrise, dolce ed intenerita.

Solo lei aveva il dono di saperlo rendere tranquillo, di indovinare i suoi pensieri e i suoi sentimenti.

Sorrise il Dio nascosto dalla penombra e avvicinò sua moglie per abbracciarla, divisi soltanto dalla pancia pronunciata di lei.


***

Si potevano sentire le urla di Caterina riecheggiare per tutto il palazzo, benché la porta fosse chiusa. Loki camminava nervoso su e giù per il corridoio aspettando il momento in cui le guaritrici fossero uscite per dargli il permesso di entrare.

Le fiammelle delle candele che proiettavano ombre distorte sulle pareti, venivano smosse dallo spostamento d'aria che il suo andar avanti e dietro produceva.

All'interno si potevano sentire le grida della ragazza e le voci delle donne che la stavano assistendo. Poi, ad un certo punto, tutto tacque avvolto dal silenzio e dall'oscurità della notte. Per un momento il cuore di Loki smise di battere, temendo che fosse successo il peggio, ma ecco che, dopo un momento apparentemente infinito, un vagito ruppe quel silenzio divenuto assordante nel cuore del principe e delle risa sommesse provennero dalla stanza.
Non aspettò che lo chiamassero ed entrando dentro cercò con lo sguardo le due cose più importanti della sua vita.

Erano lì sul letto, una vicina all'altra.
Caterina era stremata e tremendamente sudata, con i capelli attaccati alla fronte imperlata di gocce d'acqua che le guaritrici le avevano versato per darle sollievo, ma sorridente. Tra le braccia aveva un piccolo fagottino bianco che si muoveva appena.

Loki si avvicinò con cautela, dubbioso, timoroso di vedere chi ci fosse rinvolto e come fosse. Quando lei scostò il panno per mostrargli chi ci fosse al suo interno, il cuore del Dio perse un battito e i suoi occhi vennero punti da lacrime di gioia.

Non era un mostro.
Non era blu.
Non era uno Jotun.

Era una bellissima bambina molto somigliante alla madre tranne per i primi e pochi capelli, che erano neri come quelli del padre. La prese goffamente quando gliela misero tra le mani, per paura di farle male o di farla cadere.

La guardò e non si sentì mai tanto orgoglioso di qualcosa che poteva dire suo, come in quel momento.

Ancora non ci poteva credere ma tra le sue braccia stava stringendo la piccola Aki.

Stava stringendo sua figlia.




*NDA*

Perdonoooooooooooooooooooooooooooooo..!!! chiedo umilmente perdono!

Lo so che vi ho fatto aspettare tanto per un capitolo così corto, ma non ho avuto un attimo di tempo. Volevo correggerlo e migliorarlo ma purtroppo non ce l'ho fatta e ho deciso di lasciarlo così.
Spero che vi piaccia ugualmente.

Fatemi sapere tramite stelline, commenti, corvi e segnali di fumo...

Besos :*

La Gemma dell'AnimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora