DOPO TANTO TEMPO

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"Oh bambina mia, grazie al cielo sei sana e salva." urlò sua madre appena ebbe varcato la soglia di casa. Le corse incontro abbracciandola, riempendola di baci e piangendo. "Eravamo così in pena per te. Appena abbiamo visto quello che stava accadendo a New York abbiamo cercato di chiamarti, ma tu non rispondevi." fece una pausa per baciarla di nuovo. "Non sai che spavento!"
La liberò dall'abbraccio per permettere anche al padre di fare la stessa cosa.
Cat si fece abbracciare dai genitori, felice di rivederli dopo quello che le era sembrata un'eternità. Quando anche suo padre si staccò, giunse il momento che la ragazza avrebbe volentieri evitato: le spiegazioni.

"Tesoro cosa è successo? Te stai bene?" chiese sua madre mentre si torceva le mani. "Ci ha chiamati il signor Stark per avvisarci, ma voglio sapere da te cosa ti è accaduto." stava per mettersi di nuovo a piangere dalla felicità di rivedere sua figlia sana e salva.

Si misero tutti e tre a sedere e a Cat non rimase altro che spiegare cosa fosse realmente accaduto.

"Il signor Stark vi ha chiamati?" chiese stupita.

"Si." rispose il padre. "Ci ha chiamati ieri sera per dirci che eri con loro, che stavi bene e che ti avrebbero riportata a casa." sorrise accarezzandole una guancia.

La figlia spostò lo sguardo prima dal padre alla madre e poi viceversa. Come faceva a dire tutta la storia? Era così complicata da accettare pure per lei che l'aveva vissuta, figuriamoci a raccontarla a terzi. Prese un profondo respiro e iniziò la sua storia.
Raccontò loro tutto, tralasciando solo il fatto che erano solo loro due, dal suo soggiorno tranquillo nella Grande Mela, all'invasione aliena e alla fine del conflitto, guardando le loro espressioni attonite quando disse che Loki era, beh, un Dio. Le ci volle un po' prima di convincerli della cosa.
È stato più facile insegnare a mia nonna ad usare il cellulare. Pensò in quel momento.
Quando ebbe finito di parlare, sopraggiunse un momento di imbarazzante silenzio. Cat si sentiva un po' più leggera dopo aver raccontato loro tutta la verità, anche se una parte di lei era convinta a non aver fatto bene e dire proprio tutta la verità.

"E adesso lui dov'è?" chiese sua madre.
Aveva intuito dalle parole usate dalla figlia per parlare di Loki, che tra loro ci doveva essere più di una semplice conoscenza. Quello però rimaneva, per la ragazza, ancora un tasto dolente.

Fece spallucce, come a dire che non era una cosa importante e disse "E' ritornato a casa sua. Ad Asgard." e fece un mezzo sorriso.

"Comunque sia, siamo così contenti che tu sia qui." e si abbracciarono tutti e tre.


Dopo tante ore passate in auto, tra la veglia e il sonno, fu svegliata dal rumore elettronico di un cancello.
La palla di fuoco che stava incendiando il paesaggio e che le colpiva gli occhi, scomparve. Erano entrati dentro ad un bosco, con le chiome rigogliose degli alberi che facevano filtrare solo leggeri fili di luce, disegnando strane sagome per terra e dentro l'auto. La strada era dissestata, il che equivaleva ad una strada poco transitata o abbandonata.

Davanti e dietro a loro c'erano ancora le autovetture nere e minacciose. Si girò e vide che nel SUV che listava seguendo c'era l'agente Fury, con quella sua aria seria, seduto al lato del passeggero, che pareva la stesse guardando.
Si stiracchiò e abbassò il finestrino per svegliarsi. La sensazione del vento tra i capelli e l'aria fresca ed umida, tipica del bosco, le fece ritornare il buonumore, anche se per poco.
L'avevano portata in una base militare, trasformata in casa. O viceversa. Però non le piaceva e sentiva già di odiarlo.
Tutto il perimetro era circondato da un muro altissimo, ogni cinque metri era stata posizionata una telecamera a circuito chiuso, che periodicamente spostava il suo obbiettivo da un punto ad un altro. Per non parlare poi delle guardie armate fino ai denti che perlustravano la zona.

La Gemma dell'AnimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora