≪E ci sei riuscito? ≫ Lei sperava di sì.

≪Ci sto ancora lavorando e ci vorrà ancora del tempo per abituarmi alle novità che comporta, ma sì, ci sono riuscito. ≫ Non accennava ad abbassare lo sguardo, la teneva inchiodata sotto a quel portico con quei suoi occhi verde Irlanda facendola sentire così vulnerabile da alimentare la fiamma della sua ira. Indurì lo sguardo e strinse i pugni.

≪E in tutto questo gran bel da fare scommetto che tu non abbia trovato un dannatissimo minuto per mandare un messaggio, vero? Non chiedevamo l'impossibile Marrok, non ti chiedevamo un'intera telefonata. ≫

≪È complicato. ≫

≪No. Non lo è. ≫ Se ne avesse avuto le capacità, lo avrebbe ridotto in cenere con il solo sguardo. ≪Potevi chiedere ad Aonghus di farcelo sapere. Potevi chiederlo a chiunque dei warg che erano lì con te, ma tu hai deciso di non farlo. Sai cosa si prova? Sai almeno quello che ho dovuto passare?! ≫ Si portò le mani alle labbra, scioccata da quella sua uscita. Gli occhi spalancati puntati nel vuoto, troppo codarda per guardare la reazione dell'uomo a quelle parole che rivelavano un po' troppo dei suoi sentimenti. Deglutì a fatica e strinse le labbra in una linea dura.

≪Reen... ≫

≪No! ≫ Si era avvicinato ancora ed ora era così vicino che poteva percepire il suo profumo nell'aria. Lo fermò bloccandolo con una mano, impedendogli di avanzare ancora. Gli aveva permesso di avvicinarsi già abbastanza con la sua gentilezza e i suoi modi rassicuranti, non lo avrebbe fatto andare oltre. Non poteva permetterlo. Non poteva permetterselo.

Marrok si frenò e rimase ad osservarla. Il suo volto era granitico, ma nei suoi occhi poteva comunque leggervi lo sconforto di quel rifiuto. Abbassò le imponenti spalle sconfitto e chinò il capo.

≪Quel giorno ≫ parlò, ≪quando Deirdre è stata male, prima che Søren venisse a dirmi che lei e la bambina stavano bene, ho creduto di morire. Avevo ucciso la figlio dell'Alpha, del mio migliore amico, di mio fratello. Io e la mia stupida mancanza di controllo avevamo ucciso l'innocente tra gli innocenti. Mi sono sentito un mostro. Io non sto bene Reen. Non sto bene qui dentro ≫ si indicò la testa ≪e non sto bene nemmeno qui ≫ si massaggiò il petto come se cercasse di darsi sollievo.

≪Quando mi sei corsa dietro e mi hai trovato in quello stato... ≫ Scosse il capo stringendo gli occhi come a scacciare un brutto ricordo. ≪Mio Dio, non voglio nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se non ti avessi riconosciuta. Avrei potuto ucciderti. Avrei potuto uccidere chiunque. ≫ La guardò con gli occhi pieni di supplica. ≪Capisci? Capisci perché dovevo andarmene? Non volevo farti male, non volevo causarvi altro dolore. ≫

Il vento fischiava intorno a loro e Shireen per un attimo volle pensare di poter correre da lui e rassicurarlo, di poter essergli amica, di poter soffocare quei sentimenti che a suon di calci e pugni si erano fatti strada tra la paura e la diffidenza, ma sapeva che così non sarebbe stato. Se lui si fosse avvicinato, se gli avesse permesso anche solo di toccarla, sarebbe crollata e avrebbe fatto di lui il suo pilatro e proprio da questo derivava la sua paura.

Da sola era forte. Era il pilastro di se stessa e di Ivie, riusciva a reggere bene i colpi e fino a quel momento non era caduta, ma se avesse fatto affidamento su un uomo, se gli avesse permesso di essere il suo pilastro e poi lui fosse caduto, non sarebbe caduta solo lei, non si sarebbe fatta del male solo lei, ma avrebbe trascinato con sé anche sua figlia. Era un rischio che non voleva correre.

≪Non vai bene per me Marrok. ≫ La frase gli uscì in un sussurro. Le parole le grattarono la gola come cartavetrata e sperò che il warg non percepisse il dolore celato dalla sua finta sicurezza.

≪Lo so. ≫ Alzò lo sguardo di scatto. ≪Sono instabile e sto cercando di riappropriarmi delle mie emozioni. Non sono mai sicuro di niente quando centrano i miei sentimenti, ma per quanto odi ammetterlo: hanno ragione. Tutti quanti. Deirdre, Søren, Rosemary, mia madre, Anice... ≫

HuldraWhere stories live. Discover now