Ventunesimo capitolo

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Quel bacio, quel bacio, quel bacio...
I miei pensieri vengono interrotti da qualcuno.
Davanti a me trovo Matt che mi sorride.
Lo fulmino con lo sguardo.
"Che c'è?"
Mi chiede.
"Non voglio vederti mai più neanche per sbaglio, sparisci."
Dico freddamente.
"Cos'ho fatto?"
"Ma niente, ti tratto male perché tanto so che saprai con chi consolarti.
Ora sparisci."
Sgrana gli occhi e si allontana silenziosamente, arriva alla porta dell'aula e prima di uscire mi lancia uno sguardo.
Il suo viso sembra implorare pietà ma io rispondo freddamente fulminandolo di nuovo.
Esco dall'aula e tanto per migliorare la giornata incontro Sophia.
Mi guarda altezzosamente e ride con un gruppetto di ragazze, ride di me.
Sento di nuovo la rabbia che ribolle e non riesco a trattenermi.
Vado da lei e la insulto pesantemente davanti a tutti, non è da me.
Lei corre in bagno piangendo e le sue amichette le vanno dietro, se lo meritava.
L'ha voluto lei.
Uscendo da scuola mi sento osservata, tutti mi stanno fissando.
Li ignoro e vado a casa, per oggi ne ho abbastanza di queste persone.
Ne ho abbastanza di questa vita.
Mi rinchiudo subito nella libreria e sto lì per un po' senza far nulla, osservando solo i vecchi libri che mi fanno compagnia nella grande stanza.
Finalmente mi decido ad aprire il diario, ho ancora un mistero da svelare.
Di James nemmeno l'ombra, da ieri non l'ho più visto...
Mi concentro sulla lettura e metto la pagina che mi aveva incuriosita l'altra volta.
"10/09/1904
La mia esistenza trascorre in tranquillità, sono solamente un piccolo essere umano che vuole avere una vita serena e gioiosa.
Negli ultimi tempi però ho una strana sensazione, mi sembra che mia moglie sia seguita da un individuo a me sconosciuto.
Ho avuto occasione di vederlo almeno tre volte e in ognuna di queste sembrava intento ad osservare la mia consorte.
Spero che sia solamente una coincidenza."
Un uomo che seguiva sua moglie? Cosa stava succedendo?!
Volto la pagina e subito mi salta all'occhio che questa è stata scritta cinque giorni dopo.
"15/09/1904
Lo continuo a vedere ovunque c'è lei, mentre facciamo passeggiate, quando sto uscendo da casa per recarmi a lavoro, l'ho visto persino fuori dalla nostra finestra.
Mia moglie non mi crede, lei dice di non aver mai notato la sua presenza.
Abbiamo avuto più di una discussione per questo.
Forse ne sto diventando ossessionato.
Per questo terrore ho anche mandato William in una scuola privata lontana da qui.
Non so cosa stia succedendo ma ho intenzione di svelare questo quesito."
Credo di essere quasi arrivata al punto del trauma.
Devo continuare a leggere.
Questa pagina è stata scritta in modo più disordinato e veloce, è diversa dalle altre.
"19/09/1904
Oggi ho fatto una cosa terribile, una cosa che segnerà il resto della mia esistenza...
Quell'uomo ha seguito mia moglie nella nostra dimora e io l'ho visto, giuro di averlo visto.
Charlotte, oh Charlotte ti prego perdonami.
Io ho sparato si è vero, ma non dovevi essere te il bersaglio!
Mia amata, dolce, Charlotte.
Potrai tu mai perdonarmi per averti fatto questo?
Quell'individuo mi ha sconvolto la vita e per disgrazia ha fatto terminare la tua così preziosa.
Non penso di riuscire a vivere senza la tua presenza.
Mi manchi Charlotte, perdonami..."
L'ha uccisa... ha ucciso la donna che amava perché pensava fosse la persona che la seguiva...
Non posso dirglielo, come faccio?
Magari potrei cercare di fargli tornare la memoria persa in qualche modo... ma non ora.
Non sono in grado di leggere il resto per adesso... credo che uscirò con Maya, non riesco più a stare qui.

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