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"Non riesco proprio a capire!!" esclamo esasperata.

Sono almeno dieci minuti che non riesco a risolvere questa equazione. Nemmeno con l'aiuto di Cameron, che fa il quinto, ci riesco!
Penso di essere proprio negata per la matematica, eh.

"Dai, riprovaci Ryan." mi incoraggia il castano.

"Per la quarta volta? No, grazie signorino!" dico io ridendo.

Se ci fosse stato Alex, mi avrebbe sicuramente presa in giro per la mia grandissima affinità con le equazioni.

Al suo pensiero sorrido ancora di più.

Ed ecco che parlando del diavolo spuntano le corna. Intravedo il biondo che sta entrando dalla porta sul retro che è collegata al giardino.

In un primo momento pare felice di vedermi, poi si avvicina di più e il suo sguardo si rabbuia. Come se avesse visto qualcosa che gli da fastidio, qualcosa che non sopporta o che non gli piace.

"Hey Alex." lo saluto io sperando in un altro saluto di ricambio, che però non arriva.

Anzi, stringe i denti, come se stesse cercando di resistere a qualcosa, e con le mani chiuse in due pugni se ne va.

Rieccolo. Il biondo lunatico è ritornato.

Mi da fastidio che non mi saluti. Fino a poche ore fa era gentilissimo, eravamo così vicini che potevo quasi sentire il suo cuore battere. Era riuscito a farmi uscire delle frasi e dei sentimenti che non pensavo avrei mai rivelato a qualcuno. Lui mi ha detto delle frasi che mi hanno fatto riflettere.

Ma ovviamente tutte le cose belle devono finire...

Sono stufa di questa situazione. Prima è dolce e simpatico, poi è capace di dirti cose che ti fanno andare in bestia.

A questo punto mi alzo e lo raggiungo in cucina. Mi accorgo di aver spinto un po' troppo la porta solo dopo aver sentito il forte rumore.

Eccolo. È di spalle, sta bevendo un bicchiere d'acqua.
Si sta girando di poco. Ora è di profilo. Riesco a vedere i muscoli del suo collo contrarsi e rilassarsi mentre deglutisce l'acqua. Questa cosa mi fa morire dentro.
Una parte di me vorrebbe sbavargli dietro, mentre l'altra, quella in maggioranza, vuole dirgliene quattro.

"Dallas. Tu ora mi dici cosa hai." so di essere stata un poco dura, ma se lo merita.

"Non voglio parlare." non si é nemmeno girato verso di me. Le cose me le dici in faccia.

Allora lo prendo per un braccio, così facendolo girare verso di me e un poco dell'acqua che ha nel bicchiere cade.

"Senti, se c'è qualcosa che non va, o qualcosa che ti da fastidio di me, me lo dici."

Sembra corrugare la fronte.

"Vattene, Ryan. Vattene." è freddo e distante. Mi fa star male questa parte di lui.

Ma questo è troppo.

"Sei un idiota." gli dico con la voce leggermente più bassa.

Detto questo mi giro, e cacciando una lacrima salgo in camera e mi ci chiudo a chiave dentro.

Mi sento arrabbiata, delusa e triste.

Arrabbiata sia con me stessa, perchè sono debole e sto male per qualsiasi cosa, e con Alex perchè non riesco a capirlo, per il suo comportamento. Mi ha profondamente deluso, e tutto questo mi rende anche triste.

Mi butto sul letto e sento il mio viso accaldarsi piano piano, per poi farci scendere alcune lacrime innocenti.

Ma perchè sono così debole? Perchè ogni cavolata mi ferisce? Vorrei essere forte, vorrei riuscire a superare tutto con la massima facilità, ma a quanto pare non mi è stata riservata questa qualità..

Piano piano mi addormento. Mi perdo in un prato pieno di fiori e di animali, è una giornata serena, non c'è nessuna nuvola. E il cielo è azzurro, è colorato dello stesso azzurro degli occhi di Alex.

Quante volte ho detto questo nome oggi?

•Un'ora dopo•

Vengo svegliata da un rumore. O meglio, più rumori uno dopo l'altro. È qualcuno che sta bussando alla porta della mia camera.

"Ryan, sono Cameron. Aprimi." è davvero lui. Lo riconosco dalla sua voce profonda.

Piano piano mi alzo, schiavo la porta e poi lo invito ad entrare. Non riesco a capire la sua espressione.

"Ryan..." inizia lui.

Chiudo la porta.

"Che c'è?" gli chiedo io provando a non mostrare la mia rabbia per il fratello.

"Mi dispiace per A-"

"Tranquillo. Non fa niente. Sono io che non ne faccio una giusta." dico mettendomi le mani sulle tempie e scuotendo la testa.

"No. È lui chè... è così."

"È lui che è cosi? Fino a poco fa era un ragazzo totalmente diverso. Sono stanca dei suoi frequenti cambi d'umore. Le persone ci stanno male."

"Lo so. È che spesso tende a spegnere i sentimenti e le emozioni. È come se avesse un telecomando per accenderle e spegnerle a suo piacimento. Poi quando torna come prima si pente di quello che ha fatto."

Quindi è uno che è umano quando gli pare e piace? Dio, sto peggio. Ed io che mi sono innamorata di lui. Bel pasticcio, eh.

"Beh, sai che ti dico? Dopo tutte le cose che ci siamo detti non penso che possa fare questo con me. Non glielo permetterò." dico mentre tiro su con il naso.

"In che senso "dopo tutto quello che ci siamo detti"?"

Io arrossisco e abbasso lo sguardo.

"Non è che qui abbiamo una coppia di innamorati, eh?" dice facendo la faccia perversa.

La cosa che preferisco di Cameron é che riesce sempre a cambiare discorso e renderlo un poco più divertente.

Non rispondo. A me Alex piace, ma non so se il sentimento è ricambiato, ed onestamente non voglio nemmeno saperlo. Ho paura di avere un rifiuto, e non ci tengo.

"Innamorati? Ma cosa dici. Siamo solo amici, tutto qua." devo convincermi di questa cosa.

"E allora perchè ti da così fastidio che non ti abbia rispettato? Perchè lo guardi come se sperassi in un suo sguardo di ricambio?"

Ha ragione.

"Ma..." sto tremando. Non so cosa dire, non so cosa fare.

In questo momento vorrei sprofondare in una buca, vorrei non esistere. Essere invisibile.

Per fortuna veniamo interrotti da qualcuno che bussa alla porta.

"Mamma mi ha detto di avvisarvi che la cena è pronta." è Alex. Nemmeno riesco a vederlo, è in penombra, ed ha parlato a bassa voce. È già tanto che l'abbia sentito.

Si rigira e scende.

Io e Cameron ci alziamo e facciamo per uscire dalla stanza, quando mi ferma.

"Vedi? Si è pentito. Dovresti parlargli."

Non gli rispondo e raggiungiamo la signora Moris nella sala da pranzo.

Caro Cameron, sapessi quante volte gli ho parlato...

One Year || Collins-DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora