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Alex.

Gli rispondo facendogli un sorrisetto finto.

Quindi il ragazzo a cui sono andata addosso è l'amico di cui mi parlava Anne.
Probabilmente stava accompagnando il biondo a casa.

"Quindi è lei Ryan?" chiede il castano.

In che senso? Alex gli ha parlato di me?
Per un momento qualcosa dentro di me si accende.

"Già, lei è la rottura di scatole proveniente dall'Inghilterra di cui ti parlavo." dice facendomi l'occhiolino.

Ricordate cosa vi stavo dicendo prima? Ecco, fate finta che io non abbia detto niente.

"Alex. Dallas. Incomincia a correre oppure ti sbrano subito."

Lui scoppia a ridere, e di seguito anche il suo amico, ed io ne approfitto per avvicinarmi a lui e dargli un pizzicotto sul braccio.

"Che male, eh!" mi prende in giro.

Gliela faccio pagare, tranquilli, ma non ora. Escogiterò qualcosa di più malefico questo pomeriggio.

"Lui è Lucas." mi presenta il suo amico.

Momenti mi dimenticavo del castano davanti a me. Tutta colpa di Alex.

Ora che ci penso potrei scrivere un libro con tutte le cose che mi sono accadute in queste settimane per colpa di Alex. Verrebbero minimo 500 pagine, ne sono strasicura.

"Piacere, mi chiamo Ryan." mi presento io. Ah, giusto. Già sapeva il mio nome.

Arrossisco e scoppiano a ridere.

"Dove stavi andando?" mi chiede poi il biondino.

"Cercavo te. Devo parlarti."

Cala il silenzio ed iniziamo la strada per casa, che io stavo facendo proprio meno di dieci minuti fa.

Noto con la coda dell'occhio che mi sta osservando. Vorrei ricambiare il suo sguardo, ma con l'amico accanto non sembra l'occasione.

"Ragazzi, io vi lascio qui. Il viale per casa mia è questo. Ci vediamo domani Alex, a presto, Ryan." dice sottolineando il mio nome.

Lucas ci saluta e si gira per andare in un viale abbastanza curato. Si intravedono alcune case, di cui la maggior parte sono sul giallo sabbia chiaro chiaro, con giardinetti pieno di diversi tipi di fiori.
È abbastanza simile al nostro viale, solo che è più grande.

Ora siamo soli. Io e lui.

"Ryan." richiama la mia attenzione.

Io non mi giro per non incrociare i miei occhi con i suoi, ma gli faccio comunque capire che lo sto ascoltando.

"Di cosa mi volevi parlare?" mi chiede dolcemente.

Fisso la strada. Non so come parlargliene senza fargli capire che alludo a lui e Lety, perchè ho paura che se glielo dicessi direttamente l'Alex dolce e protettivo faccia spazio all'Alex lunatico e prepotente...

"Lo sai che per qualsiasi cosa io ci sono, no?"

Lui si gira e come fa sempre mi alza il mento con le sue dita.

"Hey," mi costringe a guardarlo. "Se c'è qualcosa che ti turba, o qualcosa di cui vorresti parlarmi puoi."

"È che..." ho paura a dirglielo. Non voglio che cambi d'umore.

"Cosa?" si avvicina di più e mi posiziona una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro.

"Ho paura di perderti. Ho paura di perdere Lety. Ogni volta che sono con te mi sento come se stessi tradendo Lety, ed ogni volta che sto con lei accade lo stesso con te. Ho paura di perdere uno di voi a causa dell'altro... Senti, so tutto del vostro passato, e mi dispiace molto."

"Sai tutto cosa?" chiede allarmato.

"So che l'anno scorso stavate insieme e che da un po' vi siete lasciati. Ho paura, Alex. Ho paura. Non voglio perdervi. So che sono qui da solo un mese, ma mi affeziono molto velocemente alle persone. Sono arrivata qui che non conoscevo nessuno ed adesso mi ritrovo con degli amici che mi accettano per quello che sono. Già sono terrorizzata dal fatto che tra undici mesi tornerò in Inghilterra e non vi vedrò mai più, non voglio che in questi undici mesi ci allontaniamo tutti. Sto così bene qui... È che tengo così tanto a te, Lety, Jack..." ho gli occhi lucidi.

Ma perchè un discorso deve sempre attirarne un altro?

Adesso penserete che tutto questo sia insensato, ma per me non è affatto così. Tendo ad attaccarmi fortemente alle persone a cui mi affeziono, e questo è uno dei miei tanti difetti.

"Ryan... io non so che dire." mi toglie una lacrima dal viso con il pollice. "Non devi preoccuparti, niente ci allontanerà, stanne sicura. E penso che lo stesso valga per Lety, anche lei ti vuole molto bene. E non devi pensare a quello che accadrà fra undici mesi, troveremo un modo. Pensa al presente. Vivi ogni attimo come se fosse l'ultimo e non lasciare che qualche brutto pensiero ti rovini le giornate."

"Si, ma Alex... io tengo tantissimo a tutti voi. Tengo a Lety come migliore amica, a Jack come migliore amico, anche a Cameron come "fratellastro", e anche a te." non so come sia riuscita a dire tutte queste cose. Giornata strana oggi, eh?

"Ed a me? A me come tieni?" È sempre più vicino. Non ce la faccio. Devo togliere la tensione prima che io dica una cavolata, anzi che è strano non sia già accaduto...

"A te tengo come..." mi guarda "Come rompiscatole americano acquisito."

All'inizio mi fissa, come se non avesse capito niente, poi fa una faccia ancora più confusa e infine sorride.

Ancora quel suo sorriso micidiale.

"Allora siamo rompiscatole a vicenda, eh." dice mentre mi prende la mano e riprende a camminare.

"Rompiscatole a vicenda." rispondo io stringendo la sua mano a mia volta e camminando a fianco a lui.

One Year || Collins-DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora