L: cosa vuoi?
M: vengo in pace....
L: pace tu? Cosa vuoi?
M: ehi ehi, calmina bimba. Voglio solo che tutti sappiano quello che non hai il coraggio di dirmi
L: cosa ?
M: che ti piaccio tanto....
Disse ridendo.
Io rido e dissi
L: no guarda ti sbagli di grosso
M: so che non è così
L: a me non piaci!
Dissi furiosa.
M: se se....allora obbliga te stessa a dire che ti piaccio
L: mai....
M: non ti rifiutare!
L: perché?
Dissi con aria preoccupata.
M: hai visto come ho fatto circolare quella foto e come tutti ci hanno creduto, ho un altra foto, e fidati è una bomba, se non vuoi che ti prendano per troia ti consiglio di fare quello che ti dico
L: ma cosa vuoi?
Dissi ormai stremata.
M: lo scoprirai
L: mat....
Non riuscì a finire quella frase che se ne andò e mi rifugiai con le lacrime agli occhi tra le mie braccia.
-basta, basta, BASTA!- pensai, ormai distrutta.
Sono stanca, stanca ti tutto ed è poco che sono in questa città, ma non ne posso già più.
Vidi Ben uscire dalla classe e mi nascosti dietro la porta antincendio.
E lo sentì dire alla prof che non c'ero e la prof era preoccupata.
Erano ormai venti minuti che ero fuori e non avevo intenzione di rientrare.
Scesi giù in cortile di soppiatto e sono stata li per un ora e passa, in silenzio, io solo io, da sola.
Prendo il telefono e mi specchio con lo schermo e vedo un orrore.
Occhi gonfi e rossi, sotto di essi tutto il nero del trucco, mi sono ritrovata così per un idiota che mi vuole sfruttare per andare a letto con lui, perché su è capito che è per quello.
Ora dice di avere un altra foto, chissà com'è, sono terrorizzata.
Da una parte direi di no a lui, ma se ha davvero una foto pericolosa sarà la fine per me stessa e la mia reputazione.
Dall'altra se dico di sì beh....alla fine mi ritroverò a letto con lui, e non voglio, ma se mi rifiuto di farlo sicuramente pubblica la foto.
Se ce l'ha.
Vidi varie chiamate da Camilla, Fede e anche da Ben, pensavo che fosse arrabbiato con me, insomma, così mi pareva, immagino che ha visto la foto e come tutti penserà a cose sconce e che stiamo assieme.
Sentì la campanella dell'intervallo e mi nascosi proprio dietro la scuola, dove non sarebbe venuto nessuno.
-spero che non mi scoprano, o sarà la fine. Io che sono sempre stata un'alunna quasi perfetta e studiosa mi ritrovo così, che merda! Sto per fare una pazzia, dove mi pentiró subito, ma so che ne ho bisogno-
Appena suonò la campanella della fine dell'intervallo rientrai nella scuola, come nulla fosse, come se dovessi andare in classe, ma no, andai in bagno e staccai la prima cosa tagliente che trovai li, una cosa tipo di metallo, feci un paio di tagli picco sopra il polso, passai il braccio sotto l'acqua fredda e mi accasciai a terra e dopo che sentii che una lacrima mi rigó il viso, pensai -perché, perché sono arrivata a questo punto-
Con le mani nei capelli e la disperazione scritta sulla fronte (metafora) piansi, ma non era un pianto perché ero triste, ma di disperazione e di paura, perché se davvero Matteo avesse una foto compromettente di me, la mia reputazione andrebbe nel cestino.
-paura, una parola che fino ad ora non avevo mai preso in considerazione. Lara Rossetti, non ha mai avuto paura e ora?- pensai con la testa tra le gambe e le lacrime che ormai si erano impossessate di me.
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«Vicini ma lontani» Benjamin Mascolo
FanfictionSono la solita ragazza. Quella che prendono un po' in giro, ma che se fai incazzare ti uccide. Quella che se può ti da anche l'anima. Quella che vuole tutto, ma non sa cos'è 'tutto'. Quella che non fa parte del gruppo popolare della scuola, ma di qu...