Non ti lascio solo

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Mi piange il cuore vederlo disteso su questo letto bianco, in questa stanza d'ospedale che trasuda da ogni parete odore di medicine e malattia.

Lui ora è di fronte a me, inerme, con la pelle bianca come la ceramica, attaccato alle flebo, e io non posso fare a meno di sentirmi terribilmente in colpa. Non avrei mai dovuto dirgli quelle cose, non avrei mai dovuto cacciarlo in quel modo.

Mi avvicino ancora di più, e le lacrime che mi solcano il viso si fanno sempre più insistenti. Prendo la sua mano nella mia e sento che è fredda più del normale.

Stiles ha sempre avuto delle mani particolarmente fredde, specialmente sui polpastrelli, ma sfiorandole ora la sensazione che provo è totalmente diversa. E' come se la vita gli stesse scivolando via, come se il suo corpo non riesca più a trattenere il calore.

Avvicino la sua mano al mio petto, stringendola per cercare di scaldarla. Continuo a piangere e a guardare continuamente il suo volto e i suoi occhi, come se avessi la speranza di vederli aprire da un momento all'altro.

-Ehi..sono io. Forse sei sorpreso di vedermi e spero che tu riesca a sentirmi, perchè c'è una cosa che ho bisogno di dirti- sussurro nel suo orecchio, singhiozzando.

Devo dirglielo, devo dirgli quanto lui sia importante per me e quanto lo è sempre stato. Perchè è stato l'unico a credere in me dall'inizio, anche quando tutti mi consideravano una ragazzina viziata. Lui c'era e c'è sempre stato, come semplice conoscente, come amico e come primo vero amore della mia vita.

-Quello che ti ho detto ieri notte non era vero. Io ti amo Stiles, alla fine l'ho ricordato- sorrido tra le lacrime, pensando a quale potrebbe essere la sua risposta. Probabilmente una battuta sarcastica delle sue.

-Hai visto? Ti sei tanto preoccupato per nulla. Sono riuscita a tornare la Lydia di sempre, la tua Lydia-

Gli scosto un ciuffo di capelli dalla fronte, accarezzandogli la guancia che fortunatamente ha ancora un pò del suo colorito.

La mia espressione torna seria, e la vista è annebbiata dalle troppe lacrime. Mi avvicino al suo volto fino a sfiorarci la punta del naso.

-Ora tocca a te tornare da noi..da me. E' tutto nelle tue mani, amore mio- dico prima di poggiare le mie labbra sulle sue, ora fredde ma nostalgiche.

Finalmente mi sento di nuovo a casa, ma senza Stiles non è lo stesso.

Mi sollevo da lui, cercando di non schiacciarlo con il mio peso e mi asciugo le lacrime con il palmo della mano. Devo essere forte per lui, devo avere speranza.

-Adesso devo proprio andare, sai com'è, la secchiona deve studiare- ridacchio immaginando la sua adorabile espressione da cucciolo offeso.

-Ma ti prometto che verrò tutti i giorni. Non ti lascio solo, ok?-

Gli poso un bacio sulla fronte, prima di alzarmi e dirigermi verso l'uscita. Rivolgo l'ultima occhiata al ragazzo che amo e mi chiudo la porta alle spalle.

Ecco la tristezza assilirmi di nuovo, ce la farò a mantenere la parola? Vederlo cosi oggi mi ha distrutto, chissà se riuscirò ad affrontare tutti i giorni questa situazione.

Mentre mi incammino verso casa, incontro Stilinski che sta invece entrando in ospedale per andare, sicuramente, a trovare suo figlio.

-Sceriffo- lo saluto dedicandogli un timido sorriso

-Lydia ciao, sei venuta a far visita a Stiles?-

Annuisco e osservandolo bene noto quanto sia provato, il volto segnato da profonde occhiaie e non ha affatto una bella cera. Poverino, dev'essere a pezzi.

-Mi dispiace per quello che è successo- dico ad un tratto, come se infondo dovessi delle scuse anche a lui.

-Dev'essere difficile anche per te, immagino. So' quello che c'è tra te e Stiles-

Inavvertitamente sento uno strano calore invadermi le gote. E' un argomento cosi imbarazzante da discuterne proprio con lo Sceriffo.

-Già. Ci tengo molto a suo figlio e mi auguro che vada tutto per il meglio- accenno, torturandomi le mani.

-Lo spero anche io, Lydia-


***

Il tempo passa e io, come promesso, ogni giorno dopo la scuola vado a trovare Stiles in ospedale. E ogni giorno lo trovo sempre peggio, sempre più cadaverico, sempre più magro.

E' passato un mese ma la situazione non sembra essere affatto migliorata. Lo sceriffo è ormai sull'orlo di una crisi e potrebbe crollare da un momento all'altro, tra lavoro e ospedale non ha un attimo per riposarsi.

-Sceriffo, vada a casa a farsi una doccia e una dormita. Resterò io qui con lui- dico a voce bassa, avvicinandomi a lui praticamente appollaiato sulla sedia accanto al letto di Stiles.

Si massaggia il collo dolorante, mentre si alza dal suo posto.

-Ti ringrazio Lydia. Lo lascio in buone mani allora- mi appoggia una mano sulla spalla e mi sorride in segno di gratitudine.

Attendo che lo Sceriffo esca dalla stanza per rivolgere la mia attenzione a Stiles.

-Ciao Stiles, come stai oggi? Guarda cosa ti ho portato- dico, mostrandomi allegra anche se dentro vorrei morire.

Tiro fuori dal mio zaino il portatile con annesso film di Guerre Stellari. Non so da quanto tempo insisteva che io vedessi questo film e credo che finalmente sia giunto il momento.

-Ricordati che lo faccio solo per te, mio caro. Sai quanto io non sopporti questo genere di film, quindi dovrai ringraziarmi quando ti sveglierai-

Ma il sorriso mi muore sulle labbra e un pensiero fisso continua a tormentarmi la mente.

"E se non dovesse svegliarsi?"

Stupida Lydia! Cosa vai a pensare, Stiles ce la farà.

Lui è un eroe, lo è sempre stato e riuscirà a superare anche questa.

An emotional tetherМесто, где живут истории. Откройте их для себя