Capitolo 15

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Rimasi immobile, pietrificata.
Il mio cervello ne stava passando molte ultimamente, troppe nozioni per essere apprese tutte insieme.
Con la poca luce presente, potevo vedere parte del suo volto, gli occhi erano puntati su di me, trasmettevano tristezza, rassegnazione, delusione.
Fece un altro passo, era vicinissimo, potevo sentire il suo respiro sulle mie guancie.

<<Non ci credo, non voglio crederci.>>
Queste parole rappresentavano la pura realtà, in poche ore mi era crollato il mondo, prima Ferre, poi lui, mi stavano voltando tutti le spalle, dal primo all'ultimo.

<<Ascoltami,>> disse lui, cingendomi il viso.

Una lacrima in silenzio si fa spazio, scorrendo giù, fino alla mandibola.

Lui prontamente me l'asciugò.
Mi prese una mano e mi guidò nell'oscurità, fino ad una superficie morbida, in cui vi ci sedemmo.

Ero talmente abbattuta e ferita che non avevo neanche la forza di andarmene, in diverse circostanze sarei scappata, ma ora, avevo come un macigno sulle spalle e l'unica cosa che volevo, era farmi sopprimere dal suo peso, sprofondando, sempre di più.

<<Ti prego dimmi cosa pensi, non sopporto il tuo silenzio>> avanzò lui.

Cosa si aspettava, che l'avessi presa bene? una botta del genere, dopo tutte quelle che avevo ormai incassato, era solo un livido in più.

<<Va bene, allora inizio io>> disse fermamente convinto.

<<Io insieme a centinaia di altri demoni, così come angeli, frequentiamo la scuola da noi ormai familiare. Li dentro, non c'è neanche l'ombra di un umano, essa è stata creata apposta per noi, nessuno però, compresa tu, sa di essere circondata da altri suoi simili, esclusi i fidati di Lucifero e Michele, gli altri sono ignari, pensano di relazionarsi con umani.>>

Un altro battito perso dal mio cuore. Sabrina e Sharim erano demoni o angeli? Per tutto questo tempo lo sono state ed io non ho mai sospettato nulla.

<<Ma... La mia pietra,>> dissi più a me che a Mark, cercando di ragionare, per quanto mi fosse possibile.

<<La struttura ne annulla tutti i poteri.>>

<<Ma io uscivo con te, così come con le mie amiche, come è possibile?>>

<<La pietra che tu hai non capta a fondo i poteri dei demoni umanizzati, ovvero, come tu sai i demoni di questa categoria sono coloro che si sono stabilizzati sulla terra, anche se alcuni rimangono in contatto con l'inferno, per cui, se loro non espongono i loro poteri, la pietra non li percepisce. Mentre per me il discorso è diverso, io semplicemente sono stato nascosto, grazie ad un incantesimo di occultamento.>>

La magia. Me ne hanno sempre parlato come una cosa mistica, fiabesca ed ora invece ne ho le prove.

<<Qual'è il tuo ruolo in tutta questa storia?>> chiesi con lo sguardo perso nel vuoto.

<<Inizialmente l'unico mio scopo era sorvegliarti, ma poi con il tempo mi sono innamorato. Lucifero era d'accordo ad una mia relazione con te, non credeva fossero inclusi anche i sentimenti, perciò mi disse che andava bene, almeno ti avrei potuto controllare più da vicino.
Poi venne Cassandra. Lei è la figlia di Lucifero, io avevo già una relazione con lei e fu scaltra a capire le mie vere intenzioni, perciò fui costretto a lasciarti. Qui esiste una specie di classificazione dei demoni, in base al loro numero di camera, dall'uno alla dieci vi alloggiano Lucifero con i suoi discendenti, dal 10 al 60, il secondo rango piu alto, di cui ne faccio parte anche io, siamo i puri, coloro che derivano dai primi demoni creati da Lilith e Lucifero, le principesse Cassandra e Ferre, così come Lux, possono scegliere il loro compagno di vita solo fra di essi.>>

<<Scommetto che Cassandra, fra i tanti, ha voluto te>> dissi ormai per nulla sorpresa.

<<Già, all'inizio ne ero entusiasta, era tutto ciò che un demone come me avrebbe potuto volere, lei era molto dolce, cortese e soprattutto, poco altezzosa, però da quando io conobbi te, lei cambiò, diventò tutto l'opposto di come te l'ho appena descritta. Iniziava ad essere molto paranoica, ti vedeva come un ostacolo d'abbattere e fidati lo avrebbe fatto se non l'avessimo dissuasa dal suo intento io e suo padre. Quando ti lasciai, le cose fra noi si riappacificarono, ma cova ancora profondo odio verso di te. Devi stare attenta, soprattutto ora che sei qui.>>

<<Ormai sono nella tana del lupo, qualsiasi cosa voglia farmi, può farla quando vuole, non ci sarà nessuno a proteggermi.>>

<<Non è vero, io ho cercato di proteggerti fino ad oggi e continuerò per sempre a farlo.>>

<<Se tu mi avessi protetta realmente, ora non sarei qui>> dissi alzando la voce.

<<Io ho tentato, ti ho detto di stare lontana dal principe, di più non potevo>> mi rispose anche lui alzando la voce.

<<Senza il tuo aiuto non avrei proprio saputo come fare!>> dissi ironicamente. <<Non mi hai dato motivo per crederti, non era un vero aiuto il tuo>> detto ciò, mi alzai, ne avevo abbastanza di questa ridicola situazione.

Non esitai ad aprire la porta e scappare.
Le raccomandazioni di Beleth in questo momento erano futili, corsi, non sapendo neanche dove stavo andando, era tutto un susseguirsi di corridoi.

Andai a sbattere contro qualcosa di duro e caddi a terra, le lacrime che avevano iniziato a scorrere mi impedivano una visuale limpida e ci misi un po' a capire che davanti a me avevo il bestione poc'anzi incontrato, Corson.

<<Ehi angioletto,>> disse avvicinandosi.

<<Stammi lontano>> risposi acida.

<<Cos'è successo, non è il tuo momento migliore?>> ovviamente si riferiva alle lacrime, era evidente che non sprizzavo gioia da tutti i pori.

Non risposi, così lui si avvicinò, tentai di arretrare, ma trovai il muro ad ostacolarmi.
Corson rise sornione.
Era sempre più vicino, la mano era a pochi centimetri dal mio braccio e poi, nel momento in cui avrebbe dovuto toccarmi, qualcosa alle mie spalle si aprì ed io caddi all'indietro, non era un muro, bensì una porta. Chiunque l'avesse aperta colpì Corson in pieno volto e subito dopo ne venni trascinata all'interno,  la misteriosa figura mi aveva risparmiato un'altra ennesima brutta situazione.

Sfida EternaWhere stories live. Discover now