Capitolo 1

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*nella foto Clehael*

Regali, luci, dolci, rosso, confusione.

In poche parole, il mio Natale.

<<Clehael vieni qui!>> Esatto, questo è il mio nome. Molte persone, tra cui anche alcuni miei parenti, lo trovano strano e di poco gusto. Ma non immaginano quanto sia speciale e prezioso, ho avuto il privilegio di riceverlo da Lui.

Mi avvicinai a colei che mi aveva chiamato.

<<Mamma, dimmi,>> lei invece è, da come avrete capito, mia madre. Ci assomigliamo molto, occhi verdi, naso al'insù, sorriso a 32 denti e per finire i capelli un po' mossi. I miei sono color carota, mentre i suoi sono leggermente più scuri, con alcuni riflessi marroni.
L'unica cosa che ho ripreso da mio padre carnale, è il fisico atletico, che ho sviluppato grazie alle svariate corse che faccio la mattina prima di andare a scuola.

<<Aiutami con i regali,>> dice porgendomene due. <<Questi sono per i tuoi zii, Dan e Tessa, portaglieli per favore.>>

Così mi diressi nell'ampia sala da pranzo, li trovai in piedi accanto alla finestra.

<<Ciao, auguri Zia>> dissi, mentre mi apprestavo a stampargli due baci su ciascuna guancia. <<Auguri>> dissi questa volta a mio zio. Mi stavo mettendo in punta di piedi per baciarlo, ma delle strette e calde mani mi cinsero i polsi in malo modo, facendomi male. Erano troppo calde, più del normale. Iniziava a bruciarmi la pelle.

<<Zio, ma che fai?>> urlai. Tutti si girarono verso di noi.

<<Non amo il contatto fisico.>>

Questa frase mi lasciò un po' perplessa, fino all'anno scorso mi consumava le guance per quanti baci vi ci stampava.

<<Ma che dici!>>

<<DI-CO>> la stretta divenne più forte e mi caddero i regali dalle mani.

<<Dan cosa fai?>> urlò qualcuno alle mie spalle.

<<CHE>> il dolore aumentava.

<<Dan basta.>> d'un tratto il nostro contatto cessò.

Era bastato un sussurro di mia zia per farlo calmare.

Ma cosa era successo?

Mi guardai immediatamente i polsi, erano letteralmente bruciati. Indietreggiai intimorita dalla figura che mi sostava davanti.

<<Queste non sono cose da esseri umani>> esclamai.

<<Oh, piantala. Parli come loro, peccato che tu sei altro>> mi rispose mia zia.

Rimasi ad occhi sbarrati. Solo mia madre conosceva la verità.

<<Andiamo, ancora non l'hai capito?>> e in quel momento i suoi occhi diventarono rosso fuoco, mentre un'aurea rossastra si espandeva intorno al suo corpo.

Un attacco dall'inferno.

Ora dovevo capire solo chi si celasse all'interno dei loro corpi.

Rimasi immobile ad aspettare.

<<Beh, Michael non sono degno della tua presenza angelica?>>

Vuole che mi trasformo. Tanto vale compiacerlo, tanto ne sarei stata costretta ma prima gli risposi: <<Hai scambi di personalità? Sono femmina se non l'avessi notato, e mi chiamo Clehael.>>

I miei occhi divennero di un verde intenso, i miei capelli si schiarirono, intorno a me un'aurea bianca si diffuse e mi sentii pervadere dalla forza. Infine la parte più spettacolare, le ali, soffici e di un arancione chiarissimo. Cosa molto rara fra gli angeli.

Le bruciature sui polsi scomparvero.

Mi concentrai sulla mano destra e li, vi apparve una spada, l'elsa riprendeva tutte le sfumature dell'arancione e la lama che risplendeva era di un azzurro cenere .

<<Lux...>> sussurrai. Ogni volta rimanevo incantata dalla sua bellezza.

Essa era un dono da parte di mio padre.

<<E così sono esposto di nuovo alla magnifica, quanto pericolosa, lama di Michael.>>

Oh no, ha proprio detto di nuovo.

Sono in seri guai, solo un'unica persona può averla già vista.

Lucifero.

Sfida EternaOù les histoires vivent. Découvrez maintenant