Capitolo 5

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Posai il cellulare e raggiunsi Luca in cucina. Era seduto a tavola con in mano il suo cellulare e stava messaggiando

- si cosa c'è Luca? - chiesi io avvicinadomi a lui

- dei miei amici mi hanno chiesto di andare al mio vecchio paese oggi per passare un pomeriggio con loro e io gli ho detto di si. Spero che non ti dispiaccia Lucia, ma ho voglia di rivedere i miei vecchi amici. Andrò la in treno, e tornerò prima delle nove di sera, non aspettarmi a cena perché ceneró fuori con i miei amici - mi disse lui mostrandomi lo schermo del telefono con la conversazione sua e dei suoi amici.

Beh perché no? Dopotutto anche lui aveva il diritto di stare un po con i suoi amici, perciò acconsentì, lui mi diede un bacino sulla guancia e uscì; spero tanto che oggi si diverta...

Ma intanto io ero da sola. Che cosa potevo fare a casa da sola per tutto il pomeriggio e per tutta la sera? Si prosperava una serata noiosa...
Dopo un paio d'ore che stavo guardando la televisione, decisi di uscire a fare una passeggiata. Le passeggiate mi fanno sempre schiarire le idee.

Uscì di casa e mi diressi verso il parco pubblico. Il parco pubblico della mia città è bellissimo, perché è grande ed è tenuto benissimo. Perciò appena arrivai, mi sedetti su una panchina e cominciai a leggere il libro che mi ero portata da casa.

Ero completamente assorta nella lettura del libro, quando ad un certo punto sentii qualcuno che si sedeva accanto a me. Istintivamente alzai lo sguardo e vidi il ragazzo che mi era venuto addosso oggi; dovevo ammettere che era un bellissimo ragazzo: aveva degli occhi azzurri chiaro misto verde, i capelli biondi tirati a lucido e indietro con il gel, era alto e magro e indossava una t-shirt da calciatore e un paio di jeans neri interi.

Quei vestiti gli stavano divinamente, ma in un ragazzo c'è anche da considerare il carattere; e il carattere di questo ragazzo è veramente brutto... era uno sbruffone che pensava che ogni ragazza che si trovasse davanti fosse innamorata di lui e non desiderasse altro che essere la sua fidanzata. Era per questo che oggi era venuto da me così sicuro, e non riuscendo a diventare il mio ragazzo aveva intenzione di riprovarci ora. Che palle!...

- hei ciao bella, credo che oggi io e te abbiamo cominciato con il piede sbagliato - mi disse lui con un sorriso provocante

- Io e te oggi non abbiamo cominciato niente, scusa ma ora devo andare a casa ciao, ciao ci vediamo quando ci vediamo - mi affrettai a salutarlo io per andarmene il prima possibile

- no tu adesso stai qui con me, e io e te ci conosceremo a fondo - disse ancora lui, prendendomi per un braccio e obbligandomi a sedermi di nuovo accanto a lui.

- senti io non voglio conoscerti, senza offesa ma non mi va di conoscere una persona che mi obbliga a stare con lui - dissi seccamente

- oh ma ti prego, tutte le ragazze vogliono conoscermi - disse lui. Con un gesto fulmineo premette le sue labbra sulle mie, e mi baciò.

Ma come si permetteva? Mi stava baciando... adesso basta pensai. Lo spinsi via lontano da me, e tentai di correre via, ma lui mi rincorse e mi si parò davanti, cercando di schiacciarmi contro il muro, e ci riuscì. Ero in trappola ancora una volta!

- baciami ancora Lucia - mi sussurrò lui all'orecchio
Io scostai il viso - ah, non vuoi baciarmi? Bene ti bacerò io allora - e così dicendo mi poggiò di nuovo le sue labbra sulle mie, e questa volta non riuscii a spingerlo via, perché mi aveva bloccato le braccia contro il muro.

D'improvviso lui si staccò da me in modo molto violento. Aprii gli occhi e vidi un ragazzo che lo stava prendendo a calci; lui era a terra, e a malapena riusciva a respirare. Il ragazzo urlava insulti contro quella specie di mostro, mentre il mio aggressore cercava di farsi scudo con le mani.

Riconobbi immediatamente il ragazzo che lo stava attaccando: era Paolo, un mio compagno di classe! Per fortuna mi aveva salvato, era stato così gentile... però gli stava dando troppi calci per i miei gusti. Va bene che stava avendo quello che meritava, ma la sua faccia era quasi ricoperta di sangue... mi misi in mezzo e fermai Paolo.

Lui si fermò e mi salutò, come se non fosse successo nulla; lo salutai anch'io, e lasciando quella specie di ragazzo mostro per terra a massaggiarsi le parti dove Paolo l'aveva preso a calci, cominciammo a parlare del più e del meno

- ciao Lucia, scusa se ho preso a calci il tuo amico, ma mi sembrava che tu non fossi d'accordo con il fatto che lui ti baciasse - disse lui con un misto tra il tono mortificato e contento

- no ma figurati Paolo, anzi grazie, senza di te chissà cos'altro avrebbe fatto quel ragazzo - dissi io ringraziandolo

- lo conosci? - domandò poi Paolo, indicando il ragazzo che aveva appena preso a calci a terra

- nono, non so proprio chi sia... - risposi, cominciando a camminare con lui a fianco

Ci fu qualche attimo di silenzio imbarazzante tra di noi, fino a che io non parlai ancora

- ehm allora grazie per avermi "salvato" da quel ragazzo... allora ciao scusa ma devo andare - dissi io e andandomene lo salutai con la mano, e lui mi ricambiò avviandosi per il vialetto del parco.

Raccolsi il mio libro da terra e me ne andai anch'io. Erano oramai quasi le otto di sera e Luca sarebbe stato a casa tra poco.

Innamorata di mio cugino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora