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Seduto su una delle due sedie presenti sul terrazzino del suo appartamento, stava fumando quella che si era ripromesso essere l'ultima, al massimo la penultima sigaretta della giornata. Michelle sarebbe arrivata a breve e la sua intenzione era di non distaccarsi da lei durante il corso della cena, e poi per il resto della serata e magari anche per tutta la notte.

Sarebbe dovuto tornare a Parigi il giorno prima, in serata, ma un'intervista l'aveva trattenuto più del dovuto e aveva dovuto rimandare la partenza al giorno dopo. Ovviamente Michelle non si era dimostrata per nulla entusiasta di quell'imprevisto, ma nei giorni che erano intercorsi dal loro ultimo istante insieme, in generale, lei non si era mai mostrata felice o anche semplicemente di umore tendente al positivo. Comunque non avevano mai smesso di sentirsi tramite cellulare in quei giorni, anche se, ancora di più, si era tenuto in contatto con Connor, l'unico che gli potesse realmente dire come andassero le cose a casa, come stesse Michelle, cosa pensasse e quali fossero i suoi atteggiamenti.

Connor non gli aveva risparmiato alcun dettaglio e, nonostante non fossero notizie positive quelle che gli erano giunte dall'amico, gliene era comunque grato poiché sapeva cosa aspettarsi, conosceva già l'uragano che stava per presentarsi alla sua porta e avrebbe quindi saputo come affrontarlo.

Michelle era divenuta molto irrequieta, sin da quando l'aveva lasciata per tornare in Italia. Connor gli aveva riferito degli incubi della ragazza, incubi che ancora non erano terminati e che le impedivano di dormire tranquillamente. Gli aveva poi riferito delle parole di Michelle, di come più volte avesse espresso la volontà di lasciarlo, ma non perché lui avesse fatto qualcosa di sbagliato. Piuttosto era lei che non si riteneva all'altezza di quel genere di situazione, di stare con qualcuno, era qualcosa che ora la terrorizzava perché non credeva di essere in grado di tenere tutto sotto controllo, le sue ansie e le paure, che ora erano dettate dal terrore di ciò che era successo a Nizza da soltanto pochi giorni.

Si era preoccupato di quelle notizie giunte da Connor, ovviamente, ma poi ci aveva ragionato a mente lucida, arrivando alla conclusione che Michelle fosse scossa e, forse, ancora sotto shock. E questo era plausibile, non poteva darle tutti i torti. Spettava a lui ora aiutarla a riprendersi e a capire che si trattasse soltanto di pensieri negativi, niente di più, e che questi non potevano compromettere ciò che stava nascendo tra di loro. E, allo stesso tempo, non dovevano farle credere che non fosse capace di stare con qualcuno poiché non riusciva a tenere tutto sotto controllo, perché era normale preoccuparsi delle persone a sé care, e le preoccupazioni spesso potevano generare ansie e paure, timori, ma che non c'era nulla di sbagliato in questo.

Michelle suonò direttamente al campanello dell'abitazione, quello dietro la porta d'ingresso, segno che la ragazza dovesse avere trovato il portone aperto al piano terra. Nello stesso istante in cui si alzò per andare ad aprire, un'auto della polizia stava correndo, con le sirene accese, proprio nel viale dove si trovava il suo palazzo. Quante ne erano passate da quando era arrivato? Quante ne sarebbero passate ancora? Erano passati pochi giorni e Parigi, e più in generale la Francia, non si era ancora ripresa dallo shock dell'ultimo attentato, motivo per cui il livello di allerta era al massimo.

Sul tavolo della sala c'era la loro cena, ancora chiusa nel sacchetto del ristorante cinese, dove si era recato per comprarla meno di mezz'ora prima, quando Michelle lo aveva chiamato avvisandolo di avere appena finito la lezione di danza e che quindi, dopo una veloce doccia, si sarebbe recata da lui.

Aprì la porta d'ingresso senza domandare chi avesse suonato ad alta voce, non ce n'era bisogno. I capelli di Michelle erano ancora bagnati e ricadevano sul petto della ragazza, su una maglietta bianca in cui l'unico accenno di colore era un piccolo cuore rosso con due occhi, probabilmente il logo della marca. Un jeans non troppo stretto, le Converse bianche ai piedi.

Ricorderai l'amore (#2) - Marco Mengoni Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora