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Il cellulare, che teneva stretto nella mano destra, a sua volta appoggiata sulla coscia, sembrava impazzito, non smetteva di illuminarsi. Le telefonate erano poche, perché a informare i familiari e le persone a lui più vicine, affinché potessero stare tranquilli, ci aveva pensato non appena era riuscito a recuperare il cellulare. Si trattava per lo più di messaggi e quasi tutti recitavano le stesse parole. I suoi amici e altri conoscenti gli chiedevano dove si trovasse e se fosse al sicuro. Si chiese che genere di agitazione ci fosse in quel momento tra i suoi fan e si sentì sollevato all'idea di non doversi occupare lui dei suoi profili social, perché nel leggere i loro messaggi, ne era certo, avrebbe dato di matto.

Lui era vivo e vegeto, anzi, non era mai nemmeno stato in pericolo. Durante il pomeriggio lui stesso aveva domandato al suo staff e alla sua band se non preferissero spostarsi per quella sera e godersi i festeggiamenti per il 14 luglio in qualche altra località non troppo distante da Saint-Tropez. Ma poi tutti, lui per primo, arrivati all'ora di cena avevano avvertito la stanchezza e avevano saggiamente deciso di restare lì, in zona, così da poter tornare in hotel subito dopo lo spettacolo pirotecnico locale.

La notizia di ciò che era accaduto a Nizza era stata appresa per prima da Marta. Qualcuno, probabilmente dall'Italia, le aveva mandato un messaggio. In un istante ciascuno aveva preso in mano il proprio cellulare per capire meglio cosa fosse successo, magari seguendo qualche sito editoriale italiano oppure locale. Tutti, tranne lui. Infilata la mano nella tasca dei jeans, si era accorto che non aveva il cellulare con sé, probabilmente lo aveva dimenticato, era una cosa che accadeva spesso quando era spensierato e senza preoccupazioni.

A Michelle aveva pensato ancora prima di comprendere e metabolizzare cosa fosse accaduto di preciso a Nizza. Lei lo avrebbe chiamato non appena avesse appreso la notizia, sempre che non lo avesse già fatto, e lui non avrebbe potuto rispondere. Si era poi guardato attorno. Si trovavano sul lungomare di Saint-Tropez, disposti quasi in cerchio. Gli occhi degli altri erano incollati sugli schermi dei cellulari. Alcune volanti passarono a gran velocità e con le sirene accese. Che stesse accadendo qualcos'altro? O forse, più semplicemente, si trattava di semplici controlli per mantenere tranquilli i cittadini?

Si era guardato attorno spesso dall'istante in cui Marta aveva comunicato la notizia. Per un attimo aveva avuto l'impressione che loro fossero stati i primi a sapere, ma non era così, perché sui volti di alcuni presenti si era già calato un velo di sgomento, su altri di terrore, su altri ancora di tristezza. Negli occhi della maggior parte aveva letto quella consapevolezza di essere stati attaccati, ancora una volta, dalla cattiveria e dalla scelleratezza di alcuni esseri umani. Che fossero francesi o turisti, tutti sembravano ora essere arrabbiati e indignati, e allo stesso tempo tristi e terrorizzati.

Le linee telefoniche avevano poi iniziato a essere più lente. La maggior parte del suo staff non riusciva più a utilizzare internet se non a bassissima velocità. Doveva rintracciare Michelle, rassicurarla, dirle che stava bene e che non aveva nulla da temere, perché presto avrebbero fatto ritorno in albergo.

Avevano iniziato a camminare, uno a fianco dell'altro, verso l'albergo. Non c'erano parole, non c'erano nemmeno sguardi, neanche per cercare di rassicurarsi. Ognuno sembrava rinchiuso nella propria incredulità, ognuno nel proprio sgomento. Il loro hotel si trovava proprio sul lungomare, avrebbero percorso quindi buona parte di quel lungo viale insieme a altre persone, altri esseri umani, che come lui si guardavano attorno come a voler immaginare cosa fosse accaduto a Nizza su una strada molto simile a quella.

Sui volti di molti aveva visto scendere lacrime di disperazione e di amarezza, anche sul viso della stessa Claudia, che aveva poi abbracciato e stretto forte a sé. Aveva cercato di rincuorare sua cugina, ma che cosa si poteva dire in situazioni del genere? Parlava per frasi fatte, sorrisi finti. Non c'era nulla di rassicurante.

Ricorderai l'amore (#2) - Marco Mengoni Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora