'Acquamarina-Racconti e segreti di una Fata' di Anna Guerra

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Ma che vuol dire "contraddizione"? Che vuol dire "madre", o "figlia"? Se giocassimo al gioco dei contrari, scopriremmo che nostra figlia è colei che ci ha generati.

Allora la domanda diventerebbe: chi è mia "figlia"?

Ecco, non lo so bene neanch'io. Una donna che non conosco. Se anche dicessi qualcosa su di lei, so per certo che dieci secondi dopo cambierei idea.

Nella fantasia, è una Fata di Spuma, come ho già detto. Nella realtà è una madre come tante altre, ma dalla dolcezza degli angeli.

In Acquamarina, è la mia Autrice. Quella donna - quella ragazzina - che guardando la vita con occhi diversi ha deciso di farmi nascere.

Colei che Scrive. Tiene in mano la penna come se temesse di romperla. Il calamaio le fa paura. È stato proprio esso ad ispirarle il mostro degli abissi che vuole annerire le piume ancora immacolate di Soffìolo. Per questo è importante non sprecare neanche una goccia d'inchiostro. Scrivere l'essenziale. Poche parole intervallate da una moltitudine di punti, come piccoli bracciali di perle. Ognuno di essi, però, è speciale. Non sta a me dirvi il perché. Tocca a voi azzardarlo.

Del resto, io non so nulla. Non so neanche come mi chiamo. Potrei essere Marina, così come Andrea, o Celeste, o qualunque personaggio di questo libro. Potrei essere NinaBlueStar, uno dei molteplici account di Wattpad. O la ragazza che si cela dietro tale nickname, ancora troppo giovane e inesperta del mondo.

E se fossi quella fantomatica Autrice? Se tutto ciò che scrivo fosse un mio inutile farneticare? Il dolce sogno in una vita molesta?

Non aspettatevi risposte in Acquamarina. I Sette Saperi, che cercherò con tanta insistenza per tutta la vicenda, non vogliono mica offrirvi delle certezze. Io stessa sono stata in grado di smentirli più e più volte. Tanti sono stati i blocchi dello scrittore.

Sappiate solo questo: il dubbio muove gli ingranaggi di questo universo. Dubbi insistenti che vi faranno girare la testa.
Cos'è vero? Realtà? Fantasia? Entrambe? O nessuna?

Non lo saprete mai, a meno che non vogliate darvi una risposta.

Non basta leggere. Io sono solo un Libro. E voi, solo voi, ne siete gli Autori.

Estratti dalla storia:

Sono cresciuta così. Tra il bianco immacolato della carta e il nero profondo dell'inchiostro. Il naso incollato tra le rilegature sempre più fragili di volumi usurati dal tempo. I miei occhi correvano da una parola all'altra del rigo. La mia mente vagava, si estraniava, immaginava. E quando chiudevo le pagine di un libro, quelle del mondo si aprivano dinnanzi al mio cuore assetato di vita.

****

«Anche a te sembra che nel buio ci sono tanti puntini colorati?»

Mi voltai verso di lui [Andrea], colta alla sprovvista. Quel congiuntivo mancato mi faceva male, ma decisi di lasciarlo perdere. «In effetti hai ragione...»

«A me succede sempre».

«Perché, secondo te?»

Rifletté imbronciato. «Sarà qualcosa che si trova nei nostri occhi. Sembra polvere magica».

Il mio cuore sussultò. «Come?»

«Sì, polvere magica che sta nei nostri occhi!» rise. «Tanti anni fa c'era un vecchio bacucco che viveva nella foresta e di notte vedeva i folletti degli alberi. Tutti quanti lo sfottevano dicendo: "Vecchio bacucco rimbambito! I folletti non esistono!" Ma lui li vedeva davvero, e un giorno rispose a tutti quanti: "Siete voi i rimbambiti che non li vedono, e questo perché non avete la polvere magica negli occhi!"»

****

Un'altra folata di vento sbatté violentemente contro il mio viso. Sembrava volermi portare via. Spirava nei pori della mia pelle.

Una minuscola chiazza bianca si disegnò sulla mia spalla.

Il vento soffiava. Sentivo i peli delle braccia rizzarsi uno ad uno. Sempre più bianchi. E ispidi.

Una piuma. E subito dopo un'altra. Centinaia di piume.

Bianche. Minuscoli pezzi di carta.

Soffìolo.

Il vento si dimenava ancora. Lo sentivo fremere tra le mie ali. Nutrire le mie ossa di una nuova forza. Le piume si gonfiarono. Il mio corpo perse consistenza. I miei piedi non toccavano terra.

Non avevo più dubbi.

Volavo.

****

Voglio tornare nella vera realtà, se è possibile.

"Non scegliere tra la realtà e la fantasia. Scegli tra la felicità e l'infelicità".

Esitai. È impossibile! Come posso rifugiarmi nella fantasia e rifiutare la realtà? Come posso rassegnarmi alla realtà e dimenticare la fantasia?

"Come puoi, piuttosto, dare per scontata l'una e accantonare l'altra? La realtà e la fantasia sono inscindibili. Senza l'una l'altra non è niente. Inseparabili, come Castore e Polluce. O come due terre separate da un muro, ma nonostante ciò sempre in conflitto. Il sottile filo che separa il sonno dalla veglia. Quell'istante in cui non sai se sei desto o tra le braccia di Morfeo. Quell'istante in cui dubiti. Il saggio sa bene di non sapere. Il problema è crogiolarsi nelle proprie convinzioni. Solo gli ingenui e gli arroganti credono di conoscere la verità".

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