Capitolo 25

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Stavo tornando al villaggio sperando di ottenere ospitalità da qualcuno che non avrebbe mandato subito a dire a mio marito dove mi trovavo, ma non avevo idea di cosa avrei potuto raccontare una volta arrivata, che mi facessero domande era inevitabile, ma cosa avrei raccontato io era meno scontato. Era ormai primo pomeriggio quando bussai alla porta della donna che ci aveva ospitati in precedenza. Mi accolse con un sorriso e l'offerta di un boccone, doveva vedere chiaramente quanto fossi spossata, solo quando fui dentro casa sua e lontana da orecchie indiscrete mi domandò:

"Tuo marito?" non vedevo nei suoi occhi la curiosità divorante che mi ero aspettata, lei era una vedova piuttosto giovane che, sebbene il figlio glielo avesse chiesto più volte, si era sempre rifiutata di risposarsi. Così viveva in una casa tutta sua con un piccolo orto sul retro e vendeva uova al mercato, adorava i suoi nipoti e rideva con bonarietà delle idee strampalate sempre nuove del figlio.

"Hmph, lui! L'ho lasciato dove ci eravamo stabiliti perché non mi ha interpellata per una questione che mi riguardava." avrebbe capito? Lei ci aveva raccontato di essersi sposata per amore, ma abbandonare il proprio uomo non era una cosa su cui passare sopra leggermente.

La donna si mise a ridere, ma non mi offesi perché realizzai che non stava ridendo di me; mi invitò a sedermi sulla panca davanti al tavolo spoglio e posare la bambina perché potesse gattonare un po', io lo feci con sollievo perché dovevo ammettere di sentirmi stremata.

"Da quanto sei sposata?" chiese dalla piccola cucina.

Mi mise davanti un bicchiere di vino diluito e del pane. Giocherellai un po' con il cibo prima di risponderle.

"Sei, sette mesi..." mentii. Era l'età approssimativa di Elpis a quel punto, noi eravamo sposati da appena quattro mesi.

"Beh, dovresti sapere una cosa, mi meraviglio che tua madre non te lo abbia mai detto. L'uomo è la testa, ma la donna è il collo e fa girare la testa dove vuole."

Sospirai, quella frase la conoscevo bene grazie ad un film, ironico che dovesse ripresentarsi proprio ora, ma a lei non potevo certo dirlo, non avrebbe potuto capire e magari avrebbe anche pensato che avevo preso troppo sole.

"Il mio è un ufficiale, è impossibile tenergli testa." borbottai fissando il liquido scuro che avevo nel bicchiere.

"Niche, nel caso in cui non te ne fossi accorta, l'hai appena abbandonato in mezzo al nulla in compagnia di soli uomini. Gli do fino a domani per venirti a cercare." sembrava così sicura.

Le offrii un'alzata di spalle, e lei rispose con un occhiolino complice come se conoscesse già il futuro. Mi arresi. Sapevo benissimo che se la mia ospite pensava che l'unica cosa di cui l'avevo privato era la mia compagnia a letto, lui non si sarebbe di certo fatto vivo: non dormivamo insieme, sebbene Jean avesse provato un paio di volte nell'ultimo mese a convincermi. Se fosse tornato, sarebbe stato per riportarmi al mio posto, quello di una brava e ubbidiente mogliettina che di certo non lascia il marito, meno che mai se sta difendendo la sua virtù. Assolutamente inconcepibile per lui. Mi avrebbe riportata là per i capelli se fosse stato necessario, era pur sempre un medievale, no?

Dormii placidamente nell'ampio letto della mia ospite abbracciata alla mia bambina, conscia di essere al sicuro e lontana da qualsiasi minaccia si potesse annidare nel buio. Tuttavia mi mancava il caldo abbraccio di mio marito che si metteva sempre alle mie spalle, scudo impenetrabile, anche se in quel momento avrei voluto strozzarlo. Mi svegliai con un raggio di sole che mi solleticava il volto ed Elpis che portava le mani a coprire il volto, avesse potuto avrebbe dormito tutto il giorno. Mi alzai allegra con l'impressione di essere tornata alla mia vecchia vita quando i pensieri che avevo non erano così gravosi, quando le mie decisioni riguardavano solo me. Aiutai Deianira con alcune faccende di casa, poi andai al mercato con lei e mi meravigliai dell'aria serena che vi si respirava, ero proprio allegra a niente avrebbe potuto rovinarmi il buon umore. Persino Elpis era tranquilla sebbene l'avessi vista cercare il padre un paio di volte la sera prima e passava di braccio in braccio tra carezze e buffetti, oltre a pezzetti di formaggio e frutta; tutte le ragazze erano ben felici di poter tenere una bambina. Mi chiesi come poteva una ragazza desiderare così ardentemente sposarsi e avere figli a quindici anni quando io, quasi a diciotto, mi sentivo braccata.

Rintocchi d'eternitàOn viuen les histories. Descobreix ara