9

7.1K 364 14
                                    

Quello fu uno dei risvegli meno piacevoli della mia vita. Mi ritrovai un braccio apparentemente 'sconosciuto' attorno al collo, una gamba sopra le mie e una testa bionda sulla mia spalla. Il collo dolorante e le braccia rigide mi fecero rimpiangere uno dei risvegli cliché degli innamorati descritti nei romanzi che, non si sa come, si alzano sempre di buon umore e dolcemente. Non che io e lui fossimo innamorati, ma eravamo comunque compagni. Emisi dei mugolii di fastidio che inevitabilmente fecero scostare il ragazzo che mi era praticamente addosso. La sua voce arrochita dal sonno mi fece aprire gli occhi ancora pieni di sonno. Per quanto me lo potessi permettere rivolsi uno sguardo a Ígor. Me lo scrollai di dosso, il più delicatamente possibile, e con fatica mi misi in posizione eretta. Alla fine, nonostante la notte precedente avessi disprezzato totalmente l'idea di stargli accanto anche solo per dormire, era comunque successo. La cosa che mi sconvolse fu ritrovarmi coperta dal mio piumone, ma senza vestiti addosso. Mi ritornò in mente il mio risveglio dopo la prima trasformazione, avevo ancora il vestito da cerimonia che giaceva ai miei piedi, ormai ridotto in brandelli.
Un movimento alla mia destra attirò la mia attenzione e fulmineamente mi girai verso Ígor. "Buongiorno." Disse. "Ciao." Mormorai. "Alla fine abbiamo dormito insieme eh?" Questa sua affermazione mi fece irritare non poco, era come se mi rinfacciasse che ciò che era successo lo fosse stato contro la mia volontà. "Se la tua idea di dormire insieme sarebbe quella di distruggermi piano piano l'osso del collo e starmi addosso, allora mi sa che io non avrò più nulla a che fare con te. Ci tengo alla mia salute fisica, e una delle cose da fare per mantenerla, è dormire comodamente." La sua espressione alquanto confusa mi fece esultare mentalmente, cosa abbastanza frequente, dato che la maggior parte del mio tempo libero la passavo a pensare. Preferivo parlare con la 'me interiore' piuttosto che con le persone in carne e ossa.
"Non ho detto questo." Un breve sorriso, una carezza sulla nuca ed un bacio in fronte e Ígor lascio la mia camera, ancora ciondolante, dicendomi. "Preparati. Noi due. Soli. Dobbiamo parlare. Tra mezz'ora. Fuori da questa casa. Intesi?" Ma come si permetteva? Mica ero la sua schiava. Pensai subito che a causa del tono con cui mi si era rivolto, avrebbe aspettato il triplo del tempo, per lo meno. Mi sforzai di non far trapelare l'irritazione dalla mia espressione, nascondendola con uno sguardo apatico, del tutto in contrasto con quello che in realtà stavo provando in quel momento. A parte il fatto che ero rimasta tutto il tempo a cercare di coprirmi con il mio piumone e cercare di mascherare l'imbarazzo. Quindi, dopo essermi vestita, sollevai il famigerato libro dalla mia scrivania. Presi due respiri profondi e lo aprii. Le parole della profezia mi ritornarono alla memoria, gelate come il ghiaccio più solido, ma allo stesso tempo brucianti come la fiamma più ardente, lasciandomi un marchio indelebile in mente. Presi a sfogliare le pagine ingiallite e logorate dal tempo, consumate ai lati, con estrema cautela, ma con mia grande sorpresa notai caratteri a me sconosciuti. Mi invase un senso di frustrazione talmente acuta che cominciai a sfogliare e a cercare freneticamente un indizio qualunque scritto in caratteri moderni, non più curante della fragilità della carta. Si stava parlando delle mie origini, ero così vicina alla verità, ma avevo scoperto che la strada per arrivare ad essa era ancora molto lontana. Dentro di me sapevo di stare esagerando, di star avendo una reazione troppo improvvisa, ma non riuscii comunque a fermarmi quando scaraventai per terra quel libro, lanciandolo dall'altra parte della stanza. Nonostante fosse di dimensioni ridotte, era anche abbastanza pesante e quando l'oggetto cadde sul pavimento, provocò un suono cupo e sordo che mi fece sussultare e diventare lucida. Mi alzai, perfettamente consapevole, e mi precipitai a raccoglierlo. Proprio mentre mi stavo piegando a raccogliere il libro, la porta sbatté contro il muro e io venni presa di peso molto rudemente. La mia natura di predatore mi fece scattare sull'attenti, così subito iniziai a dimenarmi assestando calci e colpi che dopo qualche momento fecero perdere al mio aggressore la presa su di me. In fondo, la trasformazione era servita anche a potenziare le mie capacità fisiche, già sviluppate per il mio essere lupo mannaro. Mi girai per dare il colpo di grazia al mio avversario, ma mi ferma i quando vidi che era Ígor. Gli urlai: "Sei completamente fuori di testa! Ma come ti permetti di trattarmi in questo modo! Non sono mica un burattino che puoi manovrare e spostare a tuo piacimento? Inoltre, mi devi anche delle spiegazioni!" La rabbia e l'incredulità che provavo in quel momento non si fermarono neanche davanti ai suoi occhi verdi e alle sue sopracciglia aggrottate in un cipiglio non molto amichevole, la situazione non prometteva nulla di buono. "Ho tutto il diritto di fare ciò che ho fatto, invece. Per prima cosa, sono il tuo mate per questo sei una mia responsabilità, secondo, mi stavo stufando di aspettare che tu finissi le tue cazzate da ragazza e terzo io faccio quello che voglio con te, hai capito?" L'ira mi accecò e, nonostante fosse innaturale fare del male al proprio compagno di vita, mi trasformai e gli salta i addosso, cercando di morderlo, incurante delle conseguenza che le mie azioni avrebbero provocato.

Finalmente ho aggiornato! Scusate per l'immenso ritardo. Ora che è cominciata la scuola, aggiornerò una volta a settimana molto probabilmente, se ce la farò, occasionalmente, potrebbe succedere che possa riuscire a postare una volta in più. Tornando alla storia, Alesha e Ígor litigano sempre di più a causa dei loro caratteri contrastanti. Nel prossimo capitolo si capiranno molte cose, non ci anticipo nulla!! Alla prossima
Non so se riuscirò a postare, sarò in Inghilterra!!

IcelandDove le storie prendono vita. Scoprilo ora