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Ancora prima di aprire il libro misterioso che avevo tra le mani, osservai i volti dei miei genitori, non sapendo cosa aspettarmi. Mio padre era immobile, il viso che non tradiva nemmeno un'emozione, ma conoscendolo, stava cercando di non far trasparire nulla, come nelle cerimonie ufficiali del branco che lo vedevano come protagonista.

Mia madre invece, molto più emotiva, diventava sempre più nervosa sotto il mio sguardo attento e a tratti anche diffidente.

Sconsolata e con un insolito senso opprimente che mi premeva sullo stomaco, osservai la copertina. Nera, semplice e un po' sgualcita ai lati, come se fosse stata maneggiata più e più volte.

Sfiorai la rigida stoffa con movimenti circolari trovandola ruvida al contatto con i polpastrelli e un brutto e sconosciuto senso di consapevolezza e amarezza mi colpì.

Lessi la prima pagina, sulla quale era stato fissato precariamente con un pezzo di scotch ormai ingiallito dal tempo, e vidi scritto il mio nome in caratteri un po' confusionari e imprecisi. Sotto, invece, una scritta più chiara e leggibile che recitava:

Nella notte del solstizio d'inverno, notte fredda e impossibile, una creatura nascerà

Diversa da tutti lei sarà

Benedizione per uno e maledizione per l'altro si dimostrerà

Solo uno lei sceglierà

Nel giorno del solstizio d'estate, giorno lungo e giocondo, una scelta avverrà.

"Che cosa significa tutto questo?" chiesi.

"Cosa significa nella notte del solstizio d'inverno? E' oggi ed è il giorno del mio compleanno... perché 'notte impossibile'?" Mia mamma mi si avvicinò con gli occhi lucidi e le labbra che tremavano leggermente.

"Vedi tesoro, le risposte sono tutte nel libro che ti abbiamo dato, non lo abbiamo letto, quando ti trovammo c'era scritto di non farlo, non sappiamo nulla nonostante le ricerche che abbiamo condotto. Sta a te ora scoprire tutta la verità e spero che un giorno ci perdonerai per averti confessato tutto solo ora."

Mio padre mi guardava e io per un lungo momento sostenni il suo sguardo, ma poi lo distolsi, consapevole di non essere più quella che credevo.

Le lacrime cominciarono a fare capolino agli angoli dei miei occhi neri. I miei genitori, sorpresi dall'esternazione delle mie emozioni, mi si avvicinarono subito e mi circondarono in un abbraccio che non ricambiai, troppo impegnata a ricacciare indietro le piccole gocce che avrebbero tanto voluto uscire e liberarsi rigando le mie guance.

Riacquistai il controllo appena in tempo per sentire mio padre dire: "Alesha, tu sei nostra figlia a tutti gli effetti, hai capito? Non cambierà nulla perché tu sei e sarai sempre la mia principessa, anche se non ti è mi piaciuto questo nomignolo."

Osservai i loro sguardi pentiti e timorosi, in cui lessi solo semplice e pura sincerità. E allora capii: aveva ragione mio papà. Non mi hanno mai trascurata, cresciuta in modo impeccabile, ricoperta di attenzione e sicuramente la nostra non somiglianza fisica non sarà ciò che spezzerà il legame più vero che ho da quando sono nata.

Per loro avrei rinunciato a tutto ciò che possedevo e loro mi avevano già dimostrato più volte che valeva la stessa cosa.

Per la seconda volta li stupii e li strinsi lievemente, in un contatto leggero ma importante.

Loro erano le uniche persone dalle quali mi lasciavo toccare senza irrigidirmi o scostarmi.

Comunque, mi restava un grosso punto interrogativo per quanto riguardava il libro misterioso, ma l'avrei letto subito dopo l'incontro, anche se avrei voluto non andarci per scoprire le mie origini. Mi staccai e loro mi sorrisero speranzosi.

"Mamma, papà, non dovete scusarvi, comprendo le vostre ragioni e io sono vostra figlia, come lo sono stata e sempre lo sarò. Probabilmente se me l'aveste detto prima sarei saltata a conclusioni affrettate e sono contenta che l'abbiate fatto ora. Vi chiedo solo di rispondere alle domande che vi porrò più avanti perché conoscendomi so di aver bisogno di calma per poter assimilare il tutto." Sollevati, mi dissero di andarmi a preparare e che avrei trovato una sorpresa.

Salii le scale che portavano alla mia camera da letto senza rivolgere la parola a nessuno, troppo intenta a rigirarmi il libro tra le mani in modo nervoso, smaniosa di saperne di più.

Aprii la porta cercando di ignorare la mia curiosità, riposi il libro sulla scrivania e andai verso il mio bagno per azionare l'acqua della doccia. Dopodiché mi svestii ed entrai sotto il getto caldo che subito mi fece rilassare i muscoli e accantonare per alcuni attimi i pensieri che mi perseguitavano.

RAGAZZI, AVVISO IMPORTANTE: PER LE PROSSIME DUE SETTIMANE NON POTRÒ AGGIORNARE PERCHÉ NON AVRÒ IL COMPUTER A DISPOSIZIONE... POSTERÒ UN ALTRO CAPITOLO IL 22 LUGLIO. POI, AL TERMINE DELLE DUE SETTIMANE, CONTINUERÒ A POSTARE NORMALMENTE.

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