7. Scontro o Incontro?

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Insieme a Mete, io, mia madre e mia sorella ci andiamo a sedere sulle poltrone di fronte alla scrivania di Onem dove sono seduti tutti gli ospiti, Ayaz entra nella sala come se stesse sfilando, ha una mano nella tasca del pantalone e l'altra la passa tra i capelli neri voluminosi, tutte le ragazze che sono presenti sembrano sciogliersi alla sua vista.
Appena Ayaz prosegue la sua camminata stile modello e ci passa davanti sento una scia di profumo che mi arriva sotto al naso, é una bella fragranza, non saprei distinguere il gusto, è abbastanza agrodolce, addirittura Seyma che è follemente innamorata di Mete guarda Ayaz come se fosse Dio sceso in Terra, chissá se anch'io ho proprio la stessa epsressione in viso di tutte queste sciocche.
Si siede affianco a sua madre, Onem tiene appoggiata la mano su quella di suo figlio, si scambiano dei dolci sguardi, devono avere davvero un bel rapporto.
Onem richiama l'attenzione di tutti con un soave picchiettio delle unghie vicino al calice di prosecco che ha davanti a lei, e prosegue il suo discorso -"Vorrei anche dare il benvenuto al mio fedele braccio destro, lui è Olcay"-
Tutti gli occhi degli invitati compresi i miei si voltano verso l'entrata provocando un leggero rumore, è un uomo abbastanza minuto, porta degli occhiali da vista ed è vestito tremendamente alla moda, sicuramente tutta opera della signora Onem, gli sguardi sono abbastanza disinteressati, proprio il contrario di quelli di due minuti fa quando a varcare la soglia era l'architetto Ayaz Dincer.
Ci alziamo tutti, e decidiamo di dare un'occhiata al nuovo atelier, è molto grande e all'interno è tutto ben disposto, ci sono due piani e si riesce ancora a sentire l'odore della vernice fresca e degli attrezzi da lavoro nuovi, la mamma ormai si è invaghita di tutte quelle macchine da cucire, Mete chiacchiera insieme a Seyma con un uomo di mezza etá con i baffi molto ben vestito e dai suoi gesti sembra anche molto cordiale, l'unica rimasta sola mi sa che sono io, mi manca molto Burcu, non la sento da tanto, ho subito un'idea, prendo un taxi e vado da lei, la mamma potrá restare ancora qui con Seyma, tornerò a casa più tardi, tutte queste persone mi rendono nervosa e questo abito e queste scarpe sono davvero smocodi.

Esco fuori dall'atelier dopo aver informato mia madre che sarei andata via, ci sono tantissimi sassolini qui fuori e la strada è tortuosa, cerco di chiamare un taxi e appena ne trovo uno sento una voce dietro di me che me lo fa perdere di vista
-"Che ci fa una ragazza tutta sola qui fuori?"- mi giro di scatto e vedo Ayaz appoggiato con i fianchi sulla porta dell'entrata che mi guarda
-"Stavo per prendere un taxi, ma l'ho perso, grazie a te"- sottolineo con il timbro di voce le ultime parole
-"Bene, allora vado via, ricorda che in questa settimana ho bisogno di incontrarti, tu lavori per me adesso"- fa uno sguardo malizioso e allo stesso tempo mi fa sentire inferiore, ma poi gira i tacchi e rientra di nuovo nel suo mondo.
Non so come fare per andare da Burcu, di certo non posso andarci a piedi, a metá strada sarei sfinita, decido di chiamare Emre, infondo lui fa il taxista e a quest'ora dovrebbe essere ancora in turno...
Il mio migliore amico è sempre molto premuroso con me, e come avevo premeditato mi ritrovo nel suo taxi mentre esaudisce i miei desideri.
-"Dove la porto signorina?"- ridacchia girandosi verso di me.
-"Direi su una stella, ma puoi portarmi anche semplicemente da Burcu"- gli do una pacca sulla spalla.
Quando pronuncio il nome di Burcu lo sguardo di Emre si fa cupo, quasi malinconico..
-"Ah, da Burcu"- si rigira e mette in moto l'auto.
Capisco che qualcosa con va, cosa sarà successo?!
-"Che succede Emre?"- mi avvicino nello spazio tra i sediolini anteriori
-"Oh nulla tranquilla, ti porto subito da lei"- capisco che non ha voglia di parlarne, ma non mi do per vinta, Burcu sará costretta a dirmelo.
Dopo un quarto d'ora sono fuori casa di Burcu, vive da sola, suo padre è abbastanza ricco quindi le ha dato questa possibilitá, ha una casa bellissima arredata proprio con lo stile di ogni tipica ragazza della nostra etá, saluto Emre e busso al campanello.
-"Chi è?"- sento la voce di Burcu in lontananza.
-"Sono Öykü, aprimi"- dico mentre mi aggiusto il vestito.
Quando apre la porta e me la ritrovo davanti stento a credere che quell'esemplare in pigiama e ciabatte, con i capelli scompigliati e un barattolo di nutella tra le mani sia la mia migliore amica, entro subito in casa e mentre chiude la porta e percorriamo il corridoio le chiedo che diavolo succede, sembra triste e quando si lascia cadere sul letto della sua camera e piange a perdifiato sono ancora più confusa.
-"Si può sapere che succede?"- mi siedo accanto a lei guardandola negli occhi.
-"Emre...tra me ed Emre non c'è più nulla, ero andata a fargli visita a lavoro, ma l'ho visto mentre abbracciava una ragazza, ha un'amante ne sono sicura, così l'ho lasciato ma non gli ho detto il motivo"- dice con la voce rotta dal pianto.
Le passo un fazzoletto per asciugarsi le lacrime, e quando lo fa inizio a parlarle
-"Ma ti rendi conto che potrebbe essere un'amica? una cugina? Dov'è finita la mia Burcu che riflette prima di agire? Emre sta male, me ne sono accorta prima quando mi ha accompagnata qui"- le sorrido accarezzandole il viso, fa scivolare la testa sulla mia spalla e continua a piangere, guardo la sua espressione, so che è pentita e riuscirò a risolvere questa situazione, non posso permettere che i miei migliori amici stiano male così.
Tra risate e spuntini notturni a base di gelato e nutella ci addormentiamo come due sacchi di patate, sono davvero stanca e dopo tutte quelle lacrime deve esserlo anche lei.

7:00 a.m.
Sento qualcosa che vibra sotto la mia faccia, mi sveglio subito e mi ritrovo in una camera che non è la mia, quando inizio a connettere, i ricordi della serata precedente riaffiorano nella mia testa: Burcu, lacrime, Emre, inaugurazione.
Prendo il telefono e vedo sullo schermo la parola "Mamma".
Sono una sciocca, ieri ho dimenticato di dirle che sarei rimasta a dormire qui e adesso sará preoccupatissima.
-"Bene Oyku, sei un'idiota, dannazione!"- dico mentre mi do degli schiaffi da sola sul viso, sono completamente andata fuori di testa ma mi piace parlare da sola, è un'abitudine che non perdo mai.
Burcu dorme ancora, allora faccio colazione e indosso dei suoi vestiti almeno per oggi, la taglia è la stessa, preparo un succo anche a Burcu e lo appoggio sulla scrivania della sua camera in modo delicato per non fare rumore e affianco aggiungo un biglietto in cui le scrivo che vado subito a lavoro.
Esco di casa e mi ricordo di mia madre, non ho risposto alle sue telefonate, è meglio che vada da lei.
Appena arrivo fiori la porta della mia casa non riesco ad entrare, non sono psicologicamente pronta ai rimproveri di mia madre, faccio un lungo respiro e infilo la chiave nella serratura, quando entro trovo mia madre seduta sul divano col cellulare tra le mani, conoscendola so giá che ha chiamato tutto quelli che mi conoscono per sapere dove sono.
Mi avvicino e a testa bassa dico -"Mamma..."-
Si gira di scatto e mi guarda -"Oyku ma che ti è saltato in mente? non ti trovavo più, dove sei stata? hai fatto preoccupare anche Mete"- dice nervosa.
"Hai fatto preoccupare anche Mete", ho un fremito, queste parole rimbombano nella mia testa, so che non è nulla ma lui si preoccupa per me, fantastico..
-"Sto parlando con te, non mi ascolti nemmeno? Bene Oyku"- dice guardandomi fissa negli occhi, la sua voce mi riporta alla realtá.
-"Sono andata a dormire da Burcu, ti prego scusami, ho dimenticato di avvisarti perchè ero troppo preoccupata per lei, sai ha litigato con Emre."- cerco di farla calmare e a quanto pare ci riesco, brava Oyku, uno a zero per me, palla al centro.
-"Bene, fallo di nuovo e vedi che cosa ti succedere carina"- dice con aria di sfida ma abbozza un sorrisetto.
Finalmente ho risolto anche questa questione, adesso devo andare a lavoro, sono talmente in ritardo che non trovo mezzi pubblici ed inizia la mia corsa contro il tempo, corro a più non posso e sento il vento che mi passa tra i capelli, ho un momento di libertá ma poi rifletto e comincio a correre più forte, sono quasi arrivata alla Casa Editrice quando giro l'angolo e mi scontro con qualcuno, bene, tempismo perfetto, la mia borsa è caduta e ha rovesciato tutto il suo contenuto, il piede mi fa un pò male ma non é nulla che non sia curabile, mi giro di scatto per urlare contro la persona che in un certo senso mi ha investita ma non vedo nessuno, l'ombra di questo qualcuno è giá troppo lontana, sembra che stia correndo, proprio come me..

Ayaz's pov's.

Ho letteralmente scaraventato a terra una ragazza, non ho intenzione di girarmi dietro e di aiutarla a rialzarsi altrimenti sarei troppo in ritardo per la riunione che avevo fissato oggi esattamente mezz'ora fa.
Sono sempre il solito, non ricordo nemmeno il numero della ragazza che mi sono portato a letto, almeno quello potevo segnarmelo, ci avrei guadagnato qualcosa e per giunta il carro attrezzi mi ha anche portato via la mia meravigliosa Mustang rossa perchè era parcheggiata in doppia fila, verrò a riprenderti piccola mia, promesso.

Cuore SelvaggioWhere stories live. Discover now