2. Tristezza o felicitá?!

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È proprio lui, il direttore di una Casa Editrice a cui avevo indirizzato i miei primi manoscritti circa tre mesi fa, sono felice ma allo stesso tempo in ansia, quest'ultima é la mia migliore amica da quando ho aperto gli occhi per la prima volta, non riesco a liberarmene e questa ogni tanto rovina le cose a cui tengo di più.
-"Stai calma Oyku, stai calma"- ripeto nella mia mente.
"-Prego, entri"- dico, con la voce tremolante.
-"No signorina, mi scusi, non ho tempo da perdere, sono solo venuto a dirle, che i suoi manoscritti non sono stati accettati, deve fare ancora tanta pratica per poter far parte degli autori della mia Casa Editrice, arrivederci"-
Rimango davanti alla porta aperta per qualche minuto, i miei sogni sono stati infranti nel momento stesso in cui ho aperto questa porta, sono delusa di me stessa, non riuscirò mai a diventare una vera e propria scrittrice, questa è un'umiliazione per me, credevo di riuscirci stavolta, ma ho fallito.
Non faccio in tempo a chiudere la porta che Seyma spinge per entrare.
-"Sono tornata, ehi che cos'é questa faccia?"- dice accarezzandomi la guancia.
-"Vabbe vado di sopra a cambiarmi, sono troppo stanca, ho voglia di dormire"- dice andando verso la cucina.
Sto male, ma voglio che nessuno lo sappia, solo il pensiero di dire a tutti che sono una fallita mi fa sentire peggio.
Meglio che vada a dormire, tutto questo dolore passerá con un pò di tempo.

Sono le 07:30 del mattino e sono giá sveglia, non ho chiuso occhio stanotte, ho ripensato e ho pianto tanto, spero che Seyma non mi abbia sentita, altrimenti quando si sveglierá chiederá spiegazioni e non sono propensa a dargliele, né a lei, nè a chiunque altro.
Accendo il cellulare ed ho un messaggio in posta.
-"Salve signorina Acar, sono Mete Uyar, uno scrittore turco. Seyma mi ha parlato tanto di lei, e mi ha detto che è molto brava a scrivere, sono interessato a lei, gradirei un appuntamento stasera verso le 21:30, verrò a prenderla io con Seyma ovviamente, porti i suoi manoscritti, spero che lei sia disponibile. Arrivederci."-
Non posso crederci, quante cose mi stanno capitando in sole 24 ore, non capisco più nulla.
Scendo subito di sotto e informo la mamma di questa grande notizia.
-"Sono tanto contenta per te tesoro mio, ora prepareró una bella colazione per festeggiare"- sorride, mi abbraccia e mi sento subito al sicuro, la mamma é sempre la mamma.
-"Mi avete svegliata, ma che diavolo sta succedendo, quanto baccano"- Seyma é infastidita e si stropiccia gli occhi dal sonno.
Corro ad abbracciarla e la ringrazio per questa grande opportunitá che grazie a lei ho poruto ricevere, infondo Burcu aveva ragione ieri sera, forse Seyma davvero mi aiuterá stavolta.

Sono giá le 21:00, e cerco di essere più presentabile possibile con un filo di trucco, dei tacchi neri, e un vestito bianco a palloncino.
Seyma é sempre bellissima, lei è molto più eccentrica di me e a volte credo di voler essere come lei, così spigliata e sempre pronta ad affrontare le situazioni senza panico come me.
I miei pensieri vengono interrotti da una telefonata di Burcu.
-"Allora? Tutto bene? Stai tranquilla e non farti prendere dal panico, sarai meravigliosa, questo è il suo primo colloquio di lavoro signorina Acar"- ridacchia dall'altro capo del telefono.
-"Certo Burcu, grazie per avermi chiamata, ti farò sapere tutto stasera, ora vado"- dico mentre io e Seyma scendiamo le scale.

Ad aspettarci c'é una bellissima Mercedes nera, non posso crederci, io che ho sempre usato autobus o taxi mi ritrovo in una macchina del genere.
Mete è molto elegante, scende dall'auto e saluta Seyma con un bacio sfuggente sulle labbra aprendole lo sportello.
-"Piacere, sei Oyku giusto? Possiamo darci del tu"- dice avvicinandosi.
-"Si, sono io. Certo, é un onore per me."- dico mentre entro in auto.

Il ristorante in cui arriviamo è davvero magnifico, la cameriera appena vede entrarci si avvicina e dice
-"Il vostro tavolo è qui, signori"-
Ci sono posate d'argento, e dei candelabri meravigliosi color bianco e verde smeraldo.
Durante la cena Mete mi pone diverse domande sulla letteratura, su ciò che penso di essa, come me ne sono appassionata e da un'occhiata ai miei manoscritti, è davvero rilassante parlare con lui, è molto gentile ed anche bello, ora capisco perchè Seyma ieri sera era così entusiasta di vederlo.

-"Bene, credo che adesso possiamo andare"- dice Mete alzandosi dalla sedia.
-"Si certo, non vorrei essere indiscreta, ma cosa ne pensi dei miei manoscritti?"- dico impaurita.
-"E me lo chiedi anche, sono bellissimi, sei assunta nella mia azienda, puoi iniziare anche domani se vuoi"- dice Mete con aria soddisfatta.
Sono così contenta, ma evito di parlare, potrei non finirla più, guardo Seyma e tra noi c'è uno sguardo di complicitá.
Ha proprio ragione mio padre quando dice che mai nulla è perduto, anche quando lo sembra davvero!.

Cuore SelvaggioWhere stories live. Discover now