2. Psicologia

1.1K 104 4
                                    

*LAUREN'S POV*

«Perciò come avrete capito, Shakespeare è ritenuto il più eminente drammaturgo della cultura occidentale.»

La campanella trillò, interrompendo quella che era la lezione di letteratura più noiosa dell'ultimo secolo.

«Andate a fare la vostra pausa, e ricordate che la classe di psicologia è quella in fondo all'ala est.»

Ormai erano già tutti in piedi in procinto di andarsene e lasciare il Professor Natter da solo in quella cupa stanza.
Non fui per niente contenta della lezione appena passata, la letteratura era sempre stata la mia materia preferita ma con quel professore avrei potuto dimenticare di conoscere a fondo i segreti dei più grandi autori della storia.
Io e Dinah, la mia compagna di banco, lasciammo l'aula per recarci alle macchinette in fondo al corridoio.

«Ho bisogno di un caffè o dormirò per tutta la lezione di psicologia.» Dissi sospirando assonnata, non mi ero ancora abituata ai ritmi scolastici.

«Io non vedo l'ora di iniziarla! Amo la psicologia, o almeno, amo parlare dei miei problemi a qualcuno che li risolve al posto mio.» Mi rispose Dinah ridendo.

«Andresti d'accordo con mia sorella, lei adora la psicologia.»

«Qualcuno parlava di me?» Una voce inconfondibile vibrò dietro la mia schiena.
Alexis comparve al mio fianco poggiandosi sulla macchinetta. Ovviamente dietro lei c'era anche Camila, che era la sua affiatatissima compagna di banco.

«Allora? Cosa ne pensi del nuovo professore di letteratura sorellina?» Mi chiese Alexis.

«Io dico che è proprio un bel fusto.» Rispose Dinah.

«Okay lo ammetto è stato noiosissimo.» Continuai selezionando il mio caffè nero dalla macchinetta.

«Io l'ho trovato interessante.» Fu Camila a parlare.
«Ha un modo particolare di esporre le sue idee. E poi è solo la sua prima lezione, diamogli tempo.» Disse scrollando le spalle.

«Hai ragione, chi lo sa magari è il nuovo Amleto.» Rispose Alexis sfottendolo. Tutte quante sorridemmo, come accadeva ogni volta che mia sorella parlava, era incredibile quanto riuscisse a coinvolgere la gente.
Presi la una cioccolata calda e la porsi ad Alexis che, come sapevo, avrebbe preso da sola se non l'avessi fatto io.

«Alexis, Dinah ama la psicologia proprio come te. Forse dovreste sedervi insieme per questa lezione.» Le dissi alzando un sopracciglio e sorridendo. Sapevo che non avrebbe apprezzato la cosa, in quanto voleva restare seduta con Camila.

«Sì! Dai ti prego!» La implorò Dinah.

Alexis mi fulminò con lo sguardo e poi sorrise a Dinah.
«Con piacere tesoro.»
«Allora andiamo, voglio il posto al primo banco.» Dinah partì spedita e Alexis, non poté fare a meno di arrendersi alla sua volontà.

«Pare che questa volta mi toccherà sedere con la sorella misteriosa.» Interruppe i miei pensieri Camila.

«Non sono affatto misteriosa.»

«Non parli mai.» Disse Camila sollevando le sopracciglia.

«Non sono Alexis.» Le risposi fredda. Era molto comune che la gente paragonasse me a mia sorella, ma nessuno capiva che, anche se fisicamente simili, eravamo due persone diverse.

«Non ho mai detto questo.» Rispose secca.
Forse ero stata un po' troppo impulsiva a risponderle in quel modo, probabilmente era colpa dei pregiudizi che ponevo davanti ad ogni cosa.

La campanella suonò ancora così anche io e Camila ci recammo nell'aula di psicologia.

«Buongiorno ragazzi, io sono la signorina Mable, e sono ovviamente la vostra insegnante di psicologia.»
Era una donna esile, con capelli rosso fuoco lisci e una buffa frangetta spettinata.

Choose meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora