/4/L'IDEA CHE MI ERO FATTO ERA TOTALMETE DIFFERENTE

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Voleva morire. Voleva tornare dalla sua famiglia. Era solo in quella stanza bianca, gli altri erano tutti fuori. Avrebbe colto l'occasione. Era deciso a farlo. Si alzò dal letto lentamente e barcollando. Spostò le coperte leggere di lato e infilò le pantofole che si trovavano accanto al giaciglio. Non sapeva nemmeno dove si trovasse. Iniziò a girare per la stanza alla ricerca di qualcosa di utile, ma nulla. Non una corda, un coltello o una qualsiasi possibile arma, nulla insomma che potesse aiutarlo ad uccidersi, a suicidarsi. Cercò e frugò per qualche minuto fino a quando non notò la finestra, o meglio il suo paesaggio. Era in alto, molto. Una lacrima gli rigò il volto. Si sporse dal davanzale ed osservò il prato verde del giardino. Riconobbe il ragazzo dai capelli neri. Erano cresciuti dall'ultima volta che lo aveva visto. Aveva il viso squadrato, duro nei lineamenti. Sembrava volesse apparire come una roccia. Il volto arrabbiato, l'atteggiamento da duro, gli abiti scuri, l'aria distaccata... tutte cose odiose. Eliano disprezzò per l'ennesima volta la sua figura. Si accorse in un secondo momento che il ragazzo lo aveva visto e lo stava fissando negli occhi. Aveva gli occhi profondi, castani, ma sembravano neri. Inclinò ancora di più le sopracciglia ed iniziò a camminare verso l'entrata. Eliano non ci diede troppo peso, tanto sarebbe morto. Non si era accorto nemmeno che stava salendo con i piedi sul cornicione della finestra. Si ritrovò a pensare che per Rosely non sarebbe stato bello vedere il suo corpo sparpagliato per tutto il giardino. Gli dispiaceva sporcare quelle rose gialle e rosa di rosso, ma se avesse avuto un modo più pulito lo avrebbe usato volentieri. Osservò la ragazza che era appena entrata nel giardino. Era bellissima e sorridente, ma stanca, pareva preoccupata. Lanciò un'occhiata fugace alla finestra poi tornò alle rose, voltandosi. Eliano scorse la sua schiena che si stirava per la sorpresa all'interno del vestito azzurro che indossava. Lei si voltò di scatto e lui la salutò prima di iniziare la sua camminata verso un punto privo di giardino. "Che codardo" pensò "Non voglio nemmeno rischiare di soffrire". Individuò un passaggio pavimentato che faceva al caso suo, ma sentì qualcuno gridare il suo nome. Si voltò verso la finestra da cui era uscito, la direzione da cui veniva il suono, e vide quel ragazzo sbracciarsi. Eliano scosse la testa e tornò a concentrarsi sui sassi della pavimentazione.

-Hey! Che diamine vuoi fare?-

Il ragazzo dai capelli neri lo aveva quasi raggiunto. Camminava velocemente sul cornicione, come se fosse una cosa normale, come se fosse abituato a quella situazione, ma sul suo viso si leggeva la preoccupazione. Forse quello sguardo era per Eliano che lo fissava un po' preoccupato. Eliano respirò a fondo poi si mise a correre, per quanto il suo stato glielo permettesse. Il ragazzo dai capelli corvini sospirò ed iniziò a correre a sua volta. Era seccato dal dover fare da balia al castano. Svoltando l'angolo arrivarono ad una fila di balconi. Eliano salì su uno di essi e poi, dopo averlo attraversato, tornò sul cornicione. Ripeté l'azione un po' di volte, ma giunti all'ultimo balcone il ragazzo lo raggiunse e lo afferrò per il braccio stringendo talmente forte da fargli male.

-Che cazzo vuoi fare?-

Eliano si agitò e strattonò il braccio nel tentativo di liberarsi. Gli cadde lo sguardo sui piedi del ragazzo e spalancò gli occhi dalla sorpresa, si dimenticò anche della sua fuga. Il suo inseguitore stava fluttuando con un piede. Quando Il giovane librante si accorse del suo errore si affrettò a tornare con tutti e due i piedi sul cornicione. Tirò Eliano verso di sé con forza e lo bloccò con le braccia dietro alla schiena. Per essere sicuro che non potesse muoversi e tentare di buttarsi trascinandolo con sé, lo spinse contro la barriera in ferro battuto del balcone e ci si appoggiò sopra di peso.

-Che cazzo vuoi fare?-

Eliano non rispose e continuò ad agitarsi nella speranza di sfuggire alla presa del ragazzo vestito di nero, ma non poteva nulla al confronto. Con la testa schiacciata contro al freddo ferro si mise a piangere e a singhiozzare qualcosa come "Sarei dovuto morire anche io. Non dovevate trovarmi". Il ragazzo dai capelli neri rise prima leggermente, poi più forte e dopo in modo incontrollabile.

Fiocco di NeveTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon