Midnight.

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I giorni passano e Zayn non esce più di casa. È molto nervoso e non mangia quasi niente. Ha spesso la nausea ed è molto strano nei confronti di tutti.
In compenso non fa più battutacce, non mi infastidisce e non scatta appena mi siedo vicino ad Harry o Liam.
In questi giorni io e questi ultimi ci siamo conosciuti meglio e ho avuto modo di scoprire che Liam ed io abbiamo molte cose in comune.
Sono bravi ragazzi.
Peccato che ancora non abbiano trovato il modo di mandarmi a casa senza destare troppi sospetti.

Una sera, mentre sto nel letto con affianco Harry, sento dei passi nel corridoio.
Mi metto seduta e guardo verso il riccio, dorme beatamente e non ha sentito niente.
Sospiro e decido di andare a vedere chi c'è fuori.
Forse è soltanto Liam che è andato a bere oppure, quello che mi preoccupa, Zayn non resiste più alla tentazione di farsi e sta andando a comprare la roba.
Mi alzo ed esco dalla stanza in punta di piedi. Arrivo in cucina e noto che Zayn è seduto sul davanzale della finestra.  Sta guardando fuori e non si è ancora accorto della mia presenza.
Non so se far finta di niente e andare o rimanere per assicurarmi che sia tutto apposto.
Decido di avvicinarmi e mi appoggio alla parete di fianco alla finestra.

«Ehi.» mormoro e lui sembra risvegliarsi dai suoi pensieri.

«Oh, Katie.» mostra il suo stupore mentre la luce debole della luna gli illumina il volto.

«Tutto okay?» chiedo incrociando le braccia al petto.

«Beh, sì...ecco... è solo insonnia.» spiega passandosi una mano tra i capelli.

«Vuoi che ti faccia compagnia?» lo vedo in difficoltà e vorrei aiutarlo anche se so che non lo merita. Però in questi ultimi giorni si è sforzato davvero di essere gentile e in più so che è dura combattere contro una dipendenza e non voglio lasciarlo solo.

Non si aspetta questa mia proposta e resta un po' in silenzio, guardandomi.

«Non ti preoccupare, se hai sonno vai a dormire, è tardi.» mi rassicura.

«Veramente neanche io riesco a dormire, possiamo parlare un po'.» propongo e non posso credere che davvero lo stia facendo. Di cosa dovremmo parlare?
Faccio strisciare la schiena contro la parete e mi siedo a terra mentre lui resta sul davanzale.

«Okay.» accenna un sorriso da cui traspare la sua stanchezza.

«Da quanto è che non dormi?» domando in quanto il suo viso è stravolto.

«Tre giorni.» sospira e io sono sbalordita. Come fa a reggersi in piedi?

«Wow, è tanto.» esclamo e lui sbuffa una risatina.

«Beh, sì.» mi guarda e restiamo in silenzio senza sapere cosa dire. Infondo non abbiamo niente in comune, non ci conosciamo, non sappiamo niente l'uno dell'altro.
Mi guardo intorno e noto che ha dei fogli poggiati tra le sue gambe.

«Cosa sono?» chiedo e lui viene preso alla sprovvista. Prende in mano i fogli e li ordina senza lasciarmi vedere cosa siano.

«Niente, è solo una cosa che mi fa rilassare.» rimane sul vago e tiene ben stretto i fogli in mano.

«Scrivi?» chiedo e lui scuote la testa.

«No, sono dei disegni.» mi spiega, ma ancora non li molla.

«Oh, non sapevo che sapessi disegnare.» provo ad approfondire il discorso.

«Beh, non direi che so disegnare, solo che spesso mi calma mettere sul foglio ciò che vedo e che mi colpisce.» dice semplicemente e alza le spalle, ma un piccolo sorriso alloggia sulle sue labbra. Immagino sia la cosa che gli piace più fare.

«Posso vederne qualcuno?» gli chiedo e alza subito lo sguardo su di me. Sembra indeciso, poi però si rassegna e me lo porge. Lo ringrazio e mi alzo avvicinandomi alla finestra per vedere meglio.
Sono disegni di paesaggi, altri sono schizzi di persone viste per strada, altri ancora deve vignette.
Sono davvero belli e sprigionano tutti i sentimenti che Zayn avrà provato nel disegnarli.
All'improvviso tra i fogli spunta un ritratto di una ragazza, stesa su un divano mentre dorme profondamente.
Ha il viso stanco, segnato da occhiaie e guance incavate.
Le sue braccia sono piccoline come anche le gambe e i capelli sono sparpagliati sul cuscino.
Nonostante il viso sofferente, ha un'espressione calma, dolce, quasi angelica.

«Lo so, è strano, ma eri lì su quel divano ed io ero seduto qui vicino e...sentivo l'ispirazione. Avevi quel particolare incrocio tra sofferenza e pace...lo so, è inquietante il fatto che ti abbia spiata nel sonno, però era una delle cose più belle che avessi mai visto e dovevo fermare quel momento su di un foglio.» mi guarda negli occhi e io sono totalmente stupita e in un certo senso lusingata.

«È bellissimo.» riesco soltanto a dire con il cuore colpo di emozioni.

«Lo pensi davvero?» rimane meravigliato e toglie i piedi dal davanzale lasciandoli cadere a penzoloni verso il pavimento.

«Sì. Certo è un po' strano essere su un disegno, ma sei molto bravo.» dico e mi siedo affianco a lui.

«Grazie.» borbotta un po' imbarazzato.

«Hai mai ritratto lei?» chiedo e lui cambia espressione. Gioca con le sue dita e si mordicchia il labbro inferiore.

«No. Lei lo odiava.» alza le spalle e mi prende i fogli dalle mani.

«Stavate bene insieme?» sento il bisogno di avere più notizie sulla loro storia. Non so un bel niente e credo che mi debba almeno qualche informazione.

Si irrigidisce e marca la mascella.

«Non sono affari tuoi. Torna nella tua stanza.» dice pungente e vengo presa alla sprovvista. Stavamo parlando così bene, tranquillamente, cosa gli prende?

«Zayn.» provo a calmarlo prendendogli il braccio, ma lui lo allontana.

«Stai lontana da me.» mi ordina e non posso fare a meno di sentire un peso nel petto.

«Certo, come ho fatto a pensare che avremmo potuto avere un discorso vagamente normale. Volevo solo darti una mano, ma mi rendo conto che è inutile.» mi alzo dal davanzale e faccio per andarmene. Non posso credere di aver pensato davvero che si meritasse il mio aiuto. È esattamente come sempre, non  c'è niente di diverso in lui. Infondo non gli ho chiesto niente di male. Volevo solo conoscere meglio i motivi per cui lui ce l'ha con mia sorella.

«No, aspetta.» mormora e io mi volto verso di lui. Sbuffa e si passa le dita tra i capelli per poi guardarmi negli occhi.

«Non lo faccio di proposito okay? Sopportami almeno un po', sono i sintomi. Insonnia, nausea, irritabilità, sbalzi di umore...ed è solo la prima fase. Ho bisogno di aiuto e se ogni volta che ho uno di questi sintomi tu mi lasci così, non posso farcela ad andare avanti. Ho bisogno che qualcuno mi aiuti.» sta quasi supplicando e io rimango sbalordita. Ha ragione, non è colpa sua, ha un problema grave e ha bisogno di una mano per superarlo.
Forse se riesco ad aiutarlo a disintossicarsi gli passerà questa ossessione per me e per mia sorella e ci lascerà in pace.
Forse se lo aiuto posso finalmente essere libera.
Beh probabilmente questa è l'ultima occasione che mi resta per uscire di qui.
Infondo otterremo entrambi quello che vogliamo.
Lui la libertà dalla droga.
Io la libertà da lui.

Restiamo in silenzio e decido di risedermi affianco a lui.

«Ti aiuterò.» gli prometto e lui sorride appena. Guarda il mio disegno che ha ancora in mano e per un po' non parla.

«Spero di farcela con te al mio fianco.» mi rivela, guardandomi appena.

«Lo spero anche io».

Passiamo così tutta la notte su quel davanzale a parlare, conoscerci e sopportarci.
Forse non è  così male come soluzione.

The Mistake [Z.M.]Where stories live. Discover now