Again.

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Passo la giornata ad accudire Zayn, provando a dimenticare il modo in cui mi ha guardata quando mi ha detto che "ero io l'unica sua felicità".

Quella frase mi ha scossa e non poco, ma per tutto il resto della giornata non ci penso, provando invece a concentrarmi su come far sopravvivere Zayn.

E' l'ultimo giorno che passo qui e ogni secondo che passa mi agito maggiormente.

Ormai vedo la fine vicina e quasi non ci posso credere. Certo ho dovuto promettere di non nominare Zayn e ho inventato una scusa per questi cinque giorni fuori casa, ma...il peggio è passato.

La notte non riesco a dormire, ma la stanchezza mi travolge e l'ultima cosa che sento sono le dita di Zayn sulla mia guancia mentre sussurra qualcosa che non riesco a capire.

Il sonno però è tormentato, mi sembra di vedere un'ombra nella notte, sentire voci, lacrime, passi che si confondono con la pioggia.

Improvvisamente cado nel vuoto e spalanco gli occhi iniziando a boccheggiare mentre il cuore mi galoppa nel petto.

Era solo un sogno.

Chiudo gli occhi e provo a regolare il respiro e a calmarmi per poi guardare al mio fianco. Zayn non è più vicino a me.

Mi metto seduta e studio la stanza cercando il moro, senza avere alcun risultato.

Faccio per alzarmi, ma qualcosa me lo impedisce.

Guardo la mia caviglia.

Non ci posso credere.

Devo star sognando per forza.

Non è possibile.

Mi stropiccio gli occhi e il cuore mi sprofonda rendendomi conto che non sto sognando.

Zayn mi ha legata, di nuovo.

Non posso credere che l'abbia fatto sul serio, dopo tutto quello che ho fatto per lui, per farlo stare bene, per curarlo.

Dopo che ho scelto di rimanere unicamente per il suo bene, nonostante tutto il dolore che mi aveva procurato.

Come può essere una persona così spregevole?

E come ho fatto io ad essere così stupida da fidarmi di un essere così?

Sono solo una stupida illusa.

Ho rovinato la mia vita con le mie stesse mani e adesso è troppo tardi per rimediare.

La porta si apre e in camera si presenta lo sporco traditore che zoppicando mi porta la colazione.

«Buongiorno.» mormora senza avere il coraggio di guardarmi in faccia.

«Cosa significa questo?!» urlo, infuriata, ferita e nuovamente umiliata.

Aggrotta la fronte e posa il piatto al mio fianco per poi sedersi con fatica su una sedia vicino alla scrivania.

Ancora trema ed è pallido come ieri.

«Cosa cazzo significa?!» grido nuovamente sentendo le lacrime riempire i miei occhi.

«Ti prego, non odiarmi. Ho solo bisogno di te e...non posso farcela senza. Sono stato troppo male quando te ne sei andata e non posso accettare che ricapiti ora.» balbetta e finalmente mi guarda negli occhi. Ma non mi incanta più. Mi ha preso in giro troppo a lungo e non mi lascio più toccare dalle sue parole. E' solo un bugiardo, approfittatore senza cuore.

«E pensi davvero che possa crederti ancora?! Non pensi a cosa ho bisogno io?! Sono rimasta solo per te ieri, così mi ringrazi?! Sei un bastardo!» inizio a piangere e infilo le mani tra i capelli rendendomi conto che ora sono spacciata. Ricomincerà a trattarmi male, ad usarmi, a usare quelle stupide punizioni e quegli stupidi premi fingendo che a me tutto questo stia bene.

The Mistake [Z.M.]Where stories live. Discover now