I - "These words are knives and often leave scars"

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«Camila!» gridò la maggiore, facendole venire un colpo. Subito dopo si precipitò nella stanza che le due condividevano. Era quasi in lacrime.

«È vero?» le domandò, mostrandole il proprio cellulare. Lo prese in mano e lesse un articolo. Parlava di loro due. Precisamente, di lei che insultava Normani.

«Che cosa? Sul serio credi che abbia detto queste cazzate? "...È solo una negra del cazzo, ecco tutto". "...Che torni al suo fottuto paese". Ma stiamo scherzando? Qui l'immigrata tra le due sono io, Normani!» disse, terminando la frase con una risata vigorosa.

Normani fece un sospiro di sollievo.

«Non puoi averci creduto davvero, dai! "...Normani non merita di-» si bloccò di colpo. Si era appena scavata la fossa da sola.

«Come, scusa?» domandò confusa la ragazza.

«Niente di importante...» sussurrò. Aveva sbagliato di netto ad interrompersi, e ora che stava negando tutto... Non faceva altro che peggiorare la situazione.

«Puoi terminare la frase che stavi leggendo, per favore?» chiese la nera, leggermente infastidita.

Merda, merda, merda! Ma cosa aveva combinato?

«Ti ho detto che non è nulla di importante, in fondo. Lasciamo stare questa storia e basta, okay? Alla fine è successo tanto tempo fa e-». Ennesimo passo falso. Doveva negare, cazzo! Normani la interruppe, alterandosi alla sua affermazione.

«Esattamente, COSA è successo tanto tempo fa? Mi stai dicendo che è tutto vero? Sul serio, Camila?» domandò Normani, sia scossa che arrabbiata.

«No! Per l'amor del cielo, non ho nulla contro il colore della tua pelle!» si giustificò, non menzionando la seconda parte. Normani se ne accorse.

«Allora dimmi qual era l'altra affermazione, è semplice. Dimmelo e la finiamo qua, Camila» le rispose la ragazza, guardandola. Camila era quasi sicura che potesse leggerle la verità negli occhi. Prese un respiro profondo e le disse come effettivamente stavano le cose.

«"...Normani non merita di stare nella band. Vocalmente è la più scarsa, perciò rischia di attribuire poca credibilità al gruppo. Credo soltanto che se non fosse stato per lei, avremmo raggiunto la fama molto più velocemente". Ma io non ho detto così!» affermò la cubana, cercando un contatto visivo con l'altra ragazza. Normani si rifiutava anche solo di guardarla negli occhi.

«Quindi stai fottutamente dicendo di aver detto qualcosa in merito? DIMMELO, CAMILA!» sbraitò la maggiore, avvicinandosi di colpo alla più piccola. Quest'ultima fece automaticamente qualche passo indietro.

«Che cazzo fai adesso, hai persino paura di starmi accanto? Credi che le mie "doti canore alquanto discutibili" possano in qualche modo influenzare la tua maestosa voce?» domandò ironicamente Normani. Camila scosse quasi furiosamente la testa. Le veniva piangere.

«No! Scusa, è s-stata una reazione involontaria!» si scusò Camila, rimanendo ferma. Normani avanzò nuovamente di qualche passo.

«Come vuoi, Camila. Ora dimmi però, e voglio che mi guardi negli occhi, cos'hai detto esattamente» esclamò la maggiore, fermandosi davanti a Camila e guardandola negli occhi. Quest'ultima deglutì. In quel momento Normani le stava facendo abbastanza paura. E se avesse perso il controllo? In fondo era il doppio di lei, ed era sicura che se avesse voluto l'avrebbe stesa anche solo con una singola mossa. Ma... Era pur sempre Normani, no? Non le avrebbe mai fatto del male... giusto?

«Io... Non lo ricordo neanche! È successo anni fa! Era un- un'intervista e i-io... ho detto cose di cui mi sono immediatamente pentita, tanto che ho chiesto che quella parte non venisse resa pubblica! Noi avevamo litigato quel giorno e- e allora ho detto cose che non erano propriamente dei miei pensieri concreti!» spiegò la ragazza, stringendosi al muro dietro di lei e abbassando lo sguardo.

How To Get Away With MurderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora