CAPITOLO 2

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-Ecco... Eccolo qui!- esclama Rebecca quando finalmente il puledrino viene fuori dal trailer -È un bellissimo maschietto.-
Io e Maurizio ci osserviamo a vicenda, entrambi vicini alla vettura.
Il piccolo continua a girare la testa a destra e a sinistra. Il suo manto è baio. Noto che in fronte ha una stella, sembra quasi la forma di un diamante. La madre invece è saura e sul muso risalta una lunga lista bianca. Maurizio mi dice che il suo nome è Fiamma.
Quando il puledrino cessa di agitarsi e i suoi occhi si posano su di me, sento il mondo fermarsi. Una strana sensazione mi invade tutto il corpo. Non riesco a staccare lo sguardo, e il mio corpo sembra come paralizzato. I suoi occhi sono...sono così penetranti e...
-Valeria? Ci sei?- dice Maurizio, sventolandomi la mano davanti agli occhi e costringendomi a distogliere il mio sguardo da quello magnetico del puledrino.
-Cosa?- gli rispondo.
-Come potremmo chiamarlo?-
-Non ha ancora un nome?-
-No. Nonostante abbia già un anno e mezzo, i vecchi proprietari non gli hanno mai dato un vero nome-
-Night Diamond Sky- propongo.
-Come mai?- mi chiede la veterinaria.
-Guardate la stella che ha in fronte. Sembra quasi un diamante-
-Night Diamond Sky- ripete Maurizio -Si, mi piace molto. Ok. Vada per Night Diamond Sky-
Io sorrido e torno a posare lo sguardo sul piccolo: gli occhi sono neri come la pece. Non ne ho mai visti di così belli.
-Valeria! VALERIA FRANCHI! Insomma è la decima volta che ti chiamo- mi rimprovera il mio istruttore.
È più forte di me, quando entro in contatto con questo cavallino, tutto il mondo si ferma.
-Scusa Maurizio. Ero sovrappensiero-
-Andiamo? È già tardi, i tuoi genitori staranno in pensiero. Come fai con la bici?-
-La prendo domattina, tanto abito a soli quindici minuti da qui. Buonanotte Flavio-
E così salgo in macchina con il mio istruttore e ci dirigiamo verso casa mia. Quando arriviamo, ringrazio Maurizio del passaggio ed entro. Mamma e papà si sono addormentati sul divano mentre guardavano un film.
-Mamma, papà- sussurro dolcemente -Sono tornata-
I due si svegliano, poi mia madre dice:-Allora? Com'è andata? Come si chiama il puledro?-
-Sono bellissimi entrambi. La madre si chiama Fiamma, mentre il puledrino Night Diamond Sky-
-Bel nome- dice papà -Chi lo ha pensato?-
-Valeria Franchi- rispondo soddisfatta.
-Ottimo lavoro tesoro. Ma ora vai a letto, domani hai scuola- mi risponde.
Dò loro la buonanotte e poi vado in camera mia. Anche se è quasi mezzanotte, ho assolutamente bisogno di una doccia. Così apro l'acqua calda e lascio che mi scorra addosso, ovviamente dopo essermi tolta l'abbigliamento da equitazione.
Quando finisco mi butto sul letto, e cado in un sonno profondo. Ma l'unica cosa che riesco a sognare, sono quegli occhi.

-Buongiorno Valeria!- mi dice papà quando arrivo in cucina per fare colazione. Prendo una tazza e ci verso del latte, poi ci metto anche i cereali. Vado a sedermi al tavolo e inizio a mangiare.
-Allora? Che programmi hai per oggi?- mi domanda mia madre.
-Il solito. Scuola, compiti e dopo maneggio!-
-Com'è andata quella verifica...di cos'era, biologia?-
-No mamma, era chimica. È andata abbastanza bene. Le consegnerà oggi-
-Cosa vuol dire abbastanza?-
-Che è andata bene- odio quando mi assillano così.
-Vale, sei sicura che a scuola non ci siano problemi? Passi sempre poco tempo a studiare a casa-
-Certo mamma! Te lo avrei detto, no? E poi non ho mai avuto problemi-
-Si ma quest'anno è il secondo anno di liceo, e capisco che può risultare più difficile rispetto allo scorso. Magari hai bisogno di più tempo per studiare, dato che ci sono molte...-
-Mamma dove vuoi arrivare? Tre giorni a settimana torno a casa a mezzogiorno anziché all'una, e mentre aspetto il pullman vado in biblioteca e studio. Fino ad ora ho portato a casa i voti migliori della classe. Mi spieghi cosa c'è che non va?-
-E va bene. Io e tuo padre siamo d'accordo sul fatto che coltivi la tua passione. Ma non tolleriamo che  togli del tempo allo studio per dedicarlo all'equitazione. La scuola è importante, ti servirà per il tuo futuro-
-Anche i cavalli sono il mio futuro. Ascolta, io non tolgo tempo ai libri per l'equitazione. Solo lo divido a seconda di quello di cui ho bisogno per le due cose. Se ritengo che per studiare bene non mi servano più di due ore, perché aumentare? Per l'equitazione e gli allenamenti ho bisogno di più di due ore  al giorno, e non tolgo neanche un minuto allo studio. Io...sul serio non capisco quale sia il problema-
-Non c'è nessun problema. Noi vogliamo solo il meglio per te. Siamo orgogliosi di ciò che fai, e dei voti che porti a casa. Volevamo solo capire perché studi per così poco tempo-
-Ho un'ottima memoria, e mi basta poco per ricordare le spiegazioni dei prof. Tutto qui. Ora vado, o farò tardi. Ciao- li saluto, ancora arrabbiata per il loro discorso. Prendo lo zaino vicino alla porta e, dopo essere uscita, la richiudo alle mie spalle. La giornata è iniziata proprio bene.
Quando arrivo a scuola la campanella è appena suonata, e faccio giusto in tempo ad entrare in classe.
Per fortuna oggi la prof di spagnolo è in ritardo. Non faccio neanche in tempo a sedermi, che eccola che entra e si accomoda dietro la cattedra.
-Bene ragazzi, oggi interrogo- annuncia. Tutti i ragazzi sbuffano e aprono il libro per cercare di ripetere velocemente le cose più importanti.
-Vediamo...chiamo- esita un secondo -Beatrice Giavi, Eleonora Resta e...Valeria Franchi-
Capita sempre così. Sono sempre nel primo giro di interrogazioni. Non mi dà fastidio, me la tolgo davanti, ma non mi piace ugualmente.
-Allora Valeria- dice la prof -Descrivimi quanto più dettagliatamente possibile... L'ultima cosa che hai visto ieri sera prima di addormentarti-
Bella domanda prof. Dovrei descriverti un paio di occhi. Due occhi indescrivibili, però. Sarebbe troppo difficile per lo scarso vocabolario di cui ancora siamo a conoscenza. Così decido di mentire e di raccontare della copertina di un libro fantasy che ho sul comodino.
Alla fine dell'interrogazione ricevo un bel 9. Ovviamente mi ha fatto anche altre domande, cosa pensate? Non ne esistono professori che si accontentano di una sola domanda. Magari!
Le tre ore successive passano abbastanza velocemente, tra espressioni di matematica e date di storia.
Arriva l'ultima, quella di chimica. E con essa giunge anche il momento della verità. Finalmente mia madre non mi assillerà più con il voto della verifica. Anche se non sarà l'ultima.
Il prof si avvicina a me e, prima di consegnarmi il foglio, mi guarda per un attimo. Ed è proprio in quell'attimo che mi viene un infarto. E se fosse andata male? Oh no, mamma e papà non mi faranno andare al maneggio per una settimana! Ho la tachicardia.
Finalmente il pericoloso pezzo di carta giunge sul mio tavolo, e, con un po' d'ansia, osservo il segno rosso in alto a destra.
9 e mezzo.
E io che mi preoccupavo!
-Ottimo lavoro, Valeria. Come sempre il suo è il voto più alto della classe- mi loda il professore.
Io lo ringrazio e arrossisco. Sono sempre andata fiera dei miei voti a scuola, ma davanti ai compagni un pochino mi sento a disagio. Non vorrei che mi considerassero una vanitosa sapientona. Anche se non mi rispecchio per niente in questa descrizione. La campanella interrompe i miei pensieri e infilo tutto all'interno dello zaino. Sto per uscire quando il professore di chimica mi ferma.
-Signorina Franchi, io e altri professori vorremmo parlarle di una cosa- mi informa. Lo seguo in aula insegnanti, dove trovo la mia docente di lettere, quella di inglese e di matematica.
-Accomodati pure, Valeria- mi invita la professoressa Martini, quella di lettere -Allora, abbiamo notato i tuoi ottimi voti in tutte le materie scolastiche e vorremmo farti una proposta: avremmo pensato di iscriverti all'annuale quiz tra le varie scuole della provincia. Parteciperai insieme ai quattro studenti migliori degli altri anni. È la prima volta che offriamo un'opportunità così importante a uno studente che ha iniziato da poco il secondo anno-
Resto immobile. Ho capito bene? Potrò partecipare al quiz che si tiene ogni anno con tutte le scuole della provincia? Che bellissima opportunità! Se non fossi davanti ai miei insegnanti credo che salterei di gioia. Anche se non riesco a muovere alcun muscolo.
La prof di inglese sembra accorgersi del mio strano stato d'animo e mi viene incontro prendendo la parola:-Ovviamente non devi darci ora una risposta. Parlane con i tuoi genitori e se saranno d'accordo, inizieremo al più presto con gli allenamenti-
Cosa?
-Cosa?!- esclamo, cercando di sembrare calma e tranquilla. Ma non lo sono per niente.
-Certo!- mi risponde -Non puoi mica pensare di partecipare al quiz così, senza un minimo di preparazione! Ogni pomeriggio dalle 17.00 alle 18.30 ti allenerai con i tuoi compagni di squadra, e simuleremo alcune domande che potrebbero farti i giudici esterni-
Ogni giorno.
Dalle 17 alle 18.30.
Queste due frasi mi rimbombano nel cervello fino a casa, come se ci fosse l'eco. Ciò significherebbe niente maneggio. Niente cavalli...

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