~Capitolo 11~

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Il giorno dopo mi svegliai presto, mi preparai e uscii di casa di Simone, silenziosamente.
Mi ero data appuntamento con Raechel per parlare e andare a fare colazione insieme, siccome il lavoro quel giorno iniziava solo al pomeriggio.
Andammo ad un bar in riva al lago, c'era un po' di nebbia sulla strada, ma comunque si poteva vedere, ovviamente non del tutto nitido ma si vedeva.
Quando parcheggiai ed entrai mi resi conto che era già arrivata, e dava l'impressione di essere lì da tanto, eppure io non ero in ritardo.
La saluto con la mano e lei si rende conto del mio arrivo, si alza ed inaspettatamente mi abbraccia.
Raechel: Sono felice tu sia qui.
Io: Anch'io, ho bisogno di staccare un po' con tutto quel che sta succedendo, così velocemente.
Mi sorrise, o almeno ci provò, si vedeva che qualcosa non andava. Era terribilmente nervosa, continuava a picchiettare sul tavolo con le sue unghie.
Io: Tutto ok?
Raechel: È successo un casino.
Io: Sono pronta ad ascoltarti.
Inspirò e sospirò forte, guardò il soffitto e iniziò a guardarmi negli occhi.
Raechel: La mia sorellina..era all'asilo e i suoi compagni l'hanno obbligata a salire su un albero, sai le storielle dell'asilo. Lei però lo ha fatto sul serio, è..
Io: Continua tranquilla.
La incitai io.
Raechel: È caduta e ha battuto forte la testa. L'hanno portata all'ospedale.
Io: E poi?
Raechel: È in coma, e io sono distrutta, non so più cosa fare.
Scoppio in lacrime, e io le porsi un fazzoletto.
Raechel: Lei era l'unica ragione per cui continuavo a vivere.
Io: Ora puoi lasciare per sempre il lavoro, quel lavoro.
Raechel: Ma ti sei resa conto della gravità della cosa che ti ho appena detto?
In effetti ho sbagliato a dirlo, la sorella rischia di morire e io cosa faccio? Le ricordo che il suo capo la stupra.
Io: Scusami..non intendevo..
Raechel: Tranquilla ho capito.
Io: Ed ora cosa si fa?
Per un attimo alzò lo sguardo dal pavimento e mi guardò, sembrava grata da ciò che avevo detto.
Raechel: Insieme? Noi due?
Io: Non ti lascio mica da sola, non dopo tutto ciò che ti è accaduto.
Si alzò dal tavolo e mi abbracciò, e ricominciò a piangere.
Andrai a pagare tutto ciò che avevamo preso ed uscimmo. Faceva davvero freddo però decidemmo di andare a fare una passeggiata.
Mi raccontò delle vacanze che in infanzia aveva fatto con la sua famiglia, le si illuminavano gli occhi. Eppure quando nominava la sorella si spegneva.
Io: Se vuoi ti accompagno in ospedale.
Raechel: No ti prego,non voglio che mi vedi in quello stato..
Io: Tranquilla, se non vuoi non devi.
Sorrisi, poi sentii la notifica di un messaggio:

Simone❤️: Dove sei andata? Con chi? Va tutto bene?

Gli risposi che ero con un'amica e questo lo sorprese.
Continuai a parlare con Raechel del nostro passato, senza però dare troppe informazioni. Lei si stava tranquillizzando.
Parlammo tutta la mattinata, poi lei guardò l'orologio e sbiancò.
Raechel: Sono in ritardo per il lavoro..
Io: Non andarci!
Raechel: Devo..andarci.
Ormai i suoi occhi diventarono di nuovo lucidi.
Io: Ti accompagno..?
Raechel: Non ce n'è bisogno, se succede qualcosa posso chiamarti?
Io: Assolutamente sì.
Mi salutò abbracciandomi e se andò via a testa bassa.
Io continuai per circa un ora a vagare lì, sulla riva del lago e poi presi l'auto e mi diressi in città.
Iniziò a squillarmi il telefono, ed era sempre Simo.
Simo: Ok ora dove sei?
Io: Sto andando in città.
Simo: Ma perchè?
Io: Sto andando a scegliere delle cose..per il bambino.
Simo: Non dovrebbe essere anche un mio compito?
Io: Se vuoi puoi venire anche tu..
Simo: Ora ne possiamo parlare?
Ormai avevo già parcheggiato da almeno due minuti.
Guardai fuori dal finestrino.
Poi ci fu un rumore forte, e poi più nulla, era uno sparo.
Simo: Vale? Oh? Ci sei? Ho capito, ne parleremo un'altra volta.

Una storia, Erenblaze e KenoiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora